Perché siamo tanto innamorati del Passo Pordoi? Ce lo chiedete spesso, ma basta un primo passaggio su questa strada per avere già la risposta. Tra Arabba e Canazei, insomma tra Veneto e Trentino, ci sono ben 28 tornanti in 12 chilometri: una proporzione da record.
Arrivati sulla cima del valico, poi, una funivia che sembra “infrangersi” contro la montagna vi porta fino a quota 3000 metri. Da qui, una mezz’ora di cammino supera altri 150 metri di dislivello fino al Sass, una delle vette più alte delle Dolomiti.
In agosto vedrete turisti in costume a prendere il sole mentre gli altri indossano la giacca di pelle. In inverno le nevicate riaprono le piste da sci e tutto diventa ancora più magico. I profumi della cucina di montagna pervadono i rifugi e tutti si divertono a scattare foto a 360 gradi del panorama.
Insomma: è come un grande parco divertimenti, gentilmente offerto da Madre Natura. Vi abbiamo convinto a farvi un giro in moto da queste parti? Partiamo!
Si può raggiungere la vetta del Passo Pordoi partendo sia da Canazei, sia da Livinallongo del Col di Lana. Partendo da Canazei bisogna seguire la Statale 48, che parte da subito in salita. Anche i primi tornanti dei 28 totali non tardano ad arrivare, dopo poco più di un chilometro, infatti, iniziano le curve sempre più strette.
Bisogna prestare particolare attenzione perché su queste strade transitano spesso anche i ciclisti in allenamento. Vi raccomandiamo di rimanere sempre nella vostra corsia di marcia e moderare la velocità in curva.
Tra una curva e l’altra, in una strada circonda da alberi e cime montuose in lontananza, si superano numerosi hotel e rifugi dove è possibile pernottare e gustare la tipica cucina trentina. Con una brevissima deviazione sul percorso si raggiunge anche un piccolissimo laghetto alpino, il Laghetto Bergesse, dove fermarsi per una breve sosta e scattare qualche fotografia prima di arrivare a destinazione.
Dal Passo Pordoi la strada scende, sempre seguendo la Strada Statale 48, fino all’abitato di Livinallongo del Col di Lana, dalla parte Bellunese, passando per Arabba. Proprio da questo paese parte la strada di collegamento per un altro passo di montagna: il Passo Campolongo. Chi vuole può fare questa deviazione di circa 5 chilometri, fino a raggiungere il valico.
Dal rifugio posto in cima alla vetta del Sass Pordoi si può godere di un’ampia vista sui massicci delle Dolomiti circostanti.
Il Passo Pordoi ha una valenza storica significativa, essendo stato teatro di alcuni conflitti durante la Prima guerra mondiale. In memoria dei martiri di guerra, sul versante veneto è stato costruito un ossario che raccoglie i resti di circa 500 soldati tedeschi caduti durante la Grande Guerra e di oltre 8.000 soldati austro-ungarici.
Al Passo Pordoi, inoltre, non poteva mancare una visita da parte del Giro d’Italia. Come per altri valichi alpini caratterizzati da salite rilevanti, infatti, anche il Pordoi rientra spesso nell’itinerario di questa manifestazione sportiva celebre su tutto il territorio nazionale.
Qui si trova anche una scultura commemorativa incisa nella roccia dolomitica, dedicata alla memoria di un grande ciclista italiano che ha contribuito a rendere celebre il Giro in tutto il Mondo: il grande Fausto Coppi.
Il Passo Pordoi è situato in una bellissima zona con numerosi impianti di risalita per lo sci durante l’inverno e con bellissimi sentieri di trekking (più o meno impegnativi), vie ferrate e passeggiate da percorrere durante l’estate.
Dal 1963 è operativa la funivia che dal Passo Pordoi conduce al balcone panoramico delle Dolomiti: il Sass Pordoi. Ai tempi era considerata una costruzione quasi futuristica, destinata a far conoscere il territorio ai molti turisti che si recavano in zona per sciare o per passeggiare.
La funivia ha richiesto molti anni di duro e attento lavoro, soprattutto per progettare la costruzione di un’opera così complessa in un territorio così estremo (alcune pareti infatti non consentivano la possibilità di ancorare la funivia a piloni piantati nel terreno). Una grande sostenitrice del progetto fu Maria Piaz, nota imprenditrice della Val di Fassa.
Fu lei che, ancora prima della costruzione della funivia, acquistò quella che allora era una baracca in cima al Passo Pordoi, per trasformarla in un rifugio dove i viaggiatori potessero trovare ristoro durante il cammino e in cui potersi fermare per conoscere meglio il territorio. La stessa Maria Piaz ebbe l’idea di costruire la funivia, dopo la fine del secondo conflitto mondiale, e a contribuire alla sua realizzazione.
In passato dal Passo Pordoi partiva anche un’antica via molto importante: il cosiddetto Viel dal Pan che serviva agli antichi commercianti per portare il pane, uno dei beni di sostentamento principali della popolazione, tra il Trentino ed il Veneto. Quella via oggi è ancora percorribile tramite un comodo sentiero.
Il Passo Pordoi arriva a un’altitudine massima di 2.239 metri sul livello del mare, superando un dislivello di 789 metri in 12,2 chilometri. I dati, che fanno riferimento al tratto Canazei – Pordoi, vedono una pendenza media del 6,5%. La maggiore pendenza, del 7,6% si registra tra il terzo e il quarto chilometro. Da Arabba alla vetta la salita è lunga 9,2 chilometri con pendenza media del 7%.
Il Passo Pordoi fa parte della famosa Strada delle Dolomiti, costruita intorno all’inizio del Novecento per collegare Cortina d’Ampezzo con la provincia di Bolzano e per favorire lo sviluppo del turismo nelle valli Trentine e Bellunesi.
La SS48 si snoda per quasi 160 chilometri partendo da Ora (Bolzano) e arrivando ad Auronzo di Cadore (Belluno). La Strada delle Dolomiti è senza dubbio molto affascinante da percorrere in moto durante la stagione estiva, ma anche piuttosto impegnativa per via dei dislivelli da affrontare e per le numerosissime curve lungo il percorso.
Il Pordoi è anche uno dei quattro passi che fanno parte del Sellaronda, un giro ad anello che può essere percorso sia con gli sci a piedi durante l’inverno, sia con la moto durante la stagione estiva.
Si tratta di una strada davvero molto emozionante per gli appassionati di due ruote, con tratti in pendenza e con un’altitudine che rimane costante intorno ai 2.000 metri. Ovviamente curve e tornanti non mancano, per regalare emozioni anche ai motociclisti più esigenti!
Sono Alessio Gabrielli, ho 26 anni. Laureato magistrale presso l'Università La Sapienza di Roma in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Mi occupo dal 2022 di creare contenuti web per il sito TrueRiders portando avanti la mia passione per le moto e lo sport
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