Sali a Borgo intervista Roberto Parodi - TrueRiders

Sali a Borgo intervista Roberto Parodi

Redazione TrueRiders  | 13 Lug 2020  | Tempo di lettura: 4 minuti
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Sali a Borgo avrà come protagonista d’eccezione Roberto Parodi. Il giornalista, conduttore TV, editore e appassionato motociclista ci condurrà alla scoperta dell’Italia minore in quattro tappe tutte da vivere.

La redazione di TrueRiders l’ha intervistato per conoscere di più il Rider che racconterà  il Bel Paese più interessante in questo progetto promosso dall’Associazione “I Borghi più belli d’Italia”, con il patrocinio di ENIT – Agenzia Nazionale Italiana del Turismo ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) e organizzato da Ecce Italia e Valica con il supporto di TrueRiders ed Europ Assistance Italia, la Care Company del Gruppo Generali che ha da poco lanciato Viaggia Italia, una nuova assicurazione dedicata a chi in vacanza sceglie di scoprire il Bel Paese ma desidera protezione e assistenza non solo per sé stesso e i propri compagni di viaggio ma anche per gli amici a 4 zampe e i familiari rimasti a casa.

Chi è Roberto Parodi? Da dove nasce la tua passione per il mondo delle ruote e come riesci a coniugare passione per le moto con stampa e social?

In realtà nasco professionalmente come Ingegnere Meccanico e nella vita ha fatto per molti anni anche il banker nelle banche estere a Londra e a Parigi, ma da oltre dieci anni sono un giornalista e scrittore a tempo pieno.  Ultimamente ai miei report di viaggi in moto e ai miei libri, ho aggiunto i video di satira sociale sui miei canali web, che devo dire mi stanno dando molta soddisfazione.

Cosa significa per te viaggiare in moto?

Io sono un motociclista dentro, è come se mi avessi chiesto “cosa significa camminare per la strada? Cosa significa bere l’acqua quando hai sete?”  la moto è diventata la mia costante, non posso immaginare la mia vita senza. Oggi è anche la mia professione (quanto meno, una parte).

Roberto Parodi

Solitario o in gruppo: quali sono vantaggi e svantaggi di ciascuna scelta

Senza dubbio in gruppo, ma gruppo piccolo, massimo tre. La moto presenta spesso problemi ed essere da soli ti aumenta l’ansia perché molti di questi problemi non li puoi risolvere da solo.  Ecco perché la moto ti spinge sempre a socializzare, è uno dei suoi lati più importanti.  Ma occhio, già in 4 si rischia il problema della frattura del gruppo: in viaggio immediatamente si creeranno due sotto gruppi da 2, in cui due vogliono FARE le cose, e altri due tendono a non farle.  Se si è in tre invece questo non si verifica perché uno rimarrebbe da solo.

Qual è la tua “gita fuori porta” preferita?

Un giro in off road leggero domenica mattina, con i miei figli Pietro e Vittorio (motociclisti anche loro) e il mio amico Veneziani, sulle pendici delle prime colline dell’Oltrepò Pavese con mangiata al ristorante Bazzini a Canneto Pavese.  Per me nulla può essere più bello

Roberto Parodi

Qual è il viaggio in moto in Italia che ti è rimasto nel cuore e perché?

Un giro in Maremma con mia moglie appena sposati su una vecchia Guzzi V7 Special d’epoca e un giro nel Polesine nel Delta del Po: due località italiane dove si respira ancora la natura selvaggia e i posti veri.  Ce ne sono ancora tanti di posti così in Italia, nonostante l’urbanizzazione. Amo molto però anche i colli morenici tra Mantova e Verona, luoghi storici di battaglie delle guerre di indipendenza, come Solferino e Monzambano.  Tra l’altro vi si tiene anche una bellissima cavalcata annuale di moto off road, la “Morenica”.  Bellissima e bellissimi posti

L’emergenza Covid-19 ti ha fatto ripensare al modo con il quale organizzi di solito un viaggio in moto? È cambiato qualcosa nella tua pianificazione ?

Mi ha fatto rivalutare le mete nostrane, come la Sicilia e la Sardegna, che andrò presto a ritrovare. In valigia magari meno antibiotici e vaccini ma più guide che parlano di arte e storia italiana.

Roberto Parodi

Quali sono le cinque cose alle quali non puoi assolutamente rinunciare quando parti in moto?

Tra gli attrezzi: nastro adesivo americano, fascette di plastica, un tester per l’impianto elettrico, fil di ferro, l’occorrente per riparazione gomme. Per il resto, un paio di foulard, guanti con le dita tagliate e i miei vecchi stivali da enduro in pelle.

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