Un principiante potrebbe scambiarla per una qualche moto proveniente da uno stabilimento negli States, ma gli intenditori non potranno non notare le due grandi testate che sporgono dalla sagoma: stiamo parlando proprio della BMW R18, la custom made in casa BMW che dal 2020 vive nel listino della casa dell’elica. A dirla tutta la R18 non è il primo esperimento in tal senso degli ingegneri di Monaco di Baviera: già nel 1997, infatti, gli scienziati teutonici si erano misurati nel settore custom con la R1200C, dove la “C” stava appunto per custom. Il prodotto di questo studio, rimasto a listino fino al 2004, non fu un grande successo. Nel 2020 però BMW ritenta il colpo e questa volta spara veramente alto: la R18 è tanta, ma veramente tanta. Ora però basta con le chiacchiere da bar e andiamo diretti a scoprire questa fascinosa custom from Deutschland.
Il poderoso boxer della R18 si fa decisamente notare
Quindi nessuna grande novità per il propulsore della R18 e BMW punta sulla tradizione, montando il collaudatissimo motore bicilindrico boxer, con una cilindrata però decisamente superiore a tutte le altre moto a listino contrassegnate con la “R”: parliamo infatti di un pazzesco 1802 di cilindrata, con pochi cavalli (90) e ben 158 Nm di coppia già a 3000 giri/min, che spingono con decisione i 345kg di massa della R18. Pochi cavalli sì, ma anche consumi veramente accattivanti che si attestano attorno ai 18 km con un litro di benzina. Ma non è tutto qui: BMW dimostra di voler puntare sulla tradizione e rispolvera il vecchio e caro sistema di raffreddamento misto aria/olio (ormai scomparso da quasi un decennio sulle sorelle), con frizione monodisco a secco.
Una distribuzione ad aste e bilancieri e una classicissima trasmissione a cardano, abbinata a un cambio a 6 marce, completano questa meccanica che si dimostra essere vero un tributo alla tradizione della casa monacense. Anche la ciclistica non delude ed è adeguata alle generose dimensioni di questa BMW R18: telaio in acciaio, forcella telescopica davanti e forcellone posteriore con ammortizzatore centrale, senza i caratteristici telelever e paralever. La frenata è invece garantita da un doppio disco da 300 mm anteriore e da un singolo, sempre da 300 mm, al posteriore: immancabile l’ABS, in versione semi-integrale.
La R18B non passa decisamente inosservata
La versione di base è una custom pura, in cui non mancano le cromature e che sembra nata per una vita da easy rider. Da poco è disponibile anche la versione centenario, in versione limitata a 1923 esemplari, nata come giusto tributo per le cento candeline di BMW Motorrad e ricca di elementi dedicati, come il serbatoio cromato e la targhetta numerata. La versione Classic rappresenta il primo upgrade, che sostanzialmente consiste in borse di cuoio e parabrezza. Qualora invece foste di quelli che non si accontentano e desiderano una moto per macinare km su km BMW propone la R18B, una vera e propria cruiser per medie e lunghe percorrenze, dotata di ampio cruscotto, con strumentazione dedicata, e valigie laterali.
La Transcontinental rappresenta il top di gamma della R18
La Transcontinental, dedicata a chi vuole macinare km nella comodità più totale, chiude in bellezza questa carrellata: il modello è infatti dotato di cruscotto e protezioni aerodinamiche più ampie della B, abbinate a valigie laterali e baule centrale. Per tutta la gamma R18 gli accessori disponibili sono numerosissimi, facendo oscillare il prezzo anche di una decina di mila euro fra un modello e l’altro. Il prezzo di partenza, comunque, si attesta attorno ai 21mila e spiccioli.
La guida della R18 è da passeggio
Ebbene sì, la R18 non è solo un costosissimo esercizio di ingegneria ma si guida anche, eccome se si guida. Saliamo a bordo quindi per capire che sensazioni ci trasmette questa piccola (grande) meraviglia. L’accesso è comodissimo, grazie all’altezza da terra della sella, tipica delle moto custom, di soli 69 cm. I pesi si distribuiscono verso il basso, rendendo piuttosto semplice la gestione, ma non da subito molta confidenza; servono infatti diversi km per iniziare a capirla. Il pulsante “start” scalpita, lo premiamo e il bicilindrico inizia a cantare senza indugio; il sound non è una sorpresa, restituendo le solite emozioni del boxer. Tuttavia, l’assenza del contralbero genera delle piacevoli vibrazioni; questa particolare caratteristica è stata ricercata dagli ingegneri BMW proprio per restituire al pilota le sensazioni delle cruiser di una volta.
Le curve le affronta con serenità grazie al baricentro basso
Non è decisamente una moto da prestazioni; le curve vanno affrontate con rispetto e dolcezza, altrimenti la R18 potrebbe tradirvi. L’uscita di curva può essere però fulminea, grazie alla coppia generosa, con il necessario aiuto del controllo elettronico della tradizione per evitare spiacevoli perdite di aderenza. La versione di serie non prevede il secondo posto, nonostante sia comunque omologata per 2. In buona sostanza, la R18 è una moto da passeggio, perfetta per godersi qualche curva leggera alla giusta andatura e trascorrere una meravigliosa giornata in sella.
Credito foto:
BMW Motorrad – sito ufficiale
Garfagnino DOC e Sardo di adozione, sono uno storico dell’arte (da qualche anno) e biker sin dalla più tenera giovinezza. Ho iniziato a collaborare con TrueRiders nel 2023 per mettermi in gioco nel campo della scrittura e ho voluto cominciare scrivendo di qualcosa che amo particolarmente: la moto e tutto ciò che le ruota attorno.
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