Se è vero che i passi di montagna da sempre attirano i biker come le api il miele, è altrettanto vero che moltissimi di noi si trovano ad affrontare quotidianamente il traffico della città, piuttosto che le tortuose curve in quota. E una tipologia di moto che si sta decisamente imponendo per questo scopo, è senza ombra di dubbio la scrambler. Nata come arrampicatrice di mulattiere, oggi la scrambler si trova a fare i conti con il progresso ed ha drasticamente cambiato terreno di scontro: dai picchi innevati dell’Himalaya (ricordate la storia delle Bultaco Sherpa 350?) alla selva del traffico cittadino, non meno complesso e pericoloso di quelle vette ambite.
Ovviamente, questo aspetto non è sfuggito alle case motociclistiche che, da qualche anno ormai, hanno incrementato i loro listini con modelli scrambler, magari poco sfruttati per affrontare la montagna ma decisamente perfetti per la città e il suo dedalo di vie. Andiamo quindi a scoprire 5 moto nate per i viottoli e i sentieri ma, al tempo stesso, ideali per sgusciare via fra gli ammassi di auto incolonnate.
Cominciamo questa breve ma esaustiva carrellata con un prodotto tutto nostrano (o quasi), il Benelli Leoncino 500, proposta della casa pesarese, oramai da diversi anni sotto il controllo cinese. La Benelli, come si può facilmente intuire da una rapida analisi del loro listino, sta puntando su modelli di medio/bassa cilindrata, economici sia in termini di acquisto che di gestione. E il Leoncino non fa eccezione. Spinto da un bicilindrico parallelo da 500 cc tondi tondi, il Leoncino si presenta con una potenza di quasi 47 cv alla ruota, più che sufficiente per sfidare il traffico quotidiano. Le ruote stradali tradiscono, inoltre, la vocazione per l’asfalto; in alternativa, di fatti, Benelli offre anche la versione Trail, decisamente più indirizzata al fuoristrada. Interessantissimo il dato dei consumi: quasi 24 km con un litro. Che dire, del resto, si sa che i felini bevono sempre molto poco.
Proseguiamo con un vero e proprio simbolo del made in Italy, magari più noto alle vecchie generazioni di italiani che al mondo, ma pur sempre un simbolo: la Caballero, della Fantic Motor. L’azienda veneta (e questa volta ancora veramente veneta) ha infatti lanciato da diversi anni l’erede di quello che fu il sogno di molti giovani italiani negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso. La motorizzazione 500 è quella dedicata ai biker già più grandicelli (oggi a listino è presente anche la 700), ma è comunque in vendita anche la versione 125, destinata ai giovani sedicenni con tanta voglia di due ruote. Fantic punta su un tradizionale monocilindrico (un tempo il motore per eccellenza per le scrambler) da 449 cc di cilindrata, capace di erogare 40 cv. Insomma, le accelerazioni nel pieno del traffico della città sono assicurate, sempre però con la dovuta cautela.
Seppur la Caballero Scrambler presenti pneumatici tacchettati e un assetto decisamente off road, la sua siluette snella e le dimensioni ridotte le permettono di dominare tranquillamente gli ingorghi cittadini, mantenendo dei dignitosissimi consumi attorno ai 24 km con al litro.
La terza opzione arriva dal Sol Levante, precisamente da Honda, e si tratta della CL500, la proposta nel segmento scrambler che, forte dell’enorme bagaglio di esperienza della casa giapponese, porterà a casa sicuramente grandi successi. Il look è inconfondibilmente quello di una bestia pronta ad aggredire il traffico, sempre nell’ottica che, oramai, le scrambler sono più votate alla città che alle foreste; la struttura è decisamente minimal e lascia in bella vista il bicilindrico parallelo da 471 cc e quasi 47 cv di potenza, perfetto anche per chi ha solamente la patente A2. Il know how di Honda si vede in tanti piccoli dettagli, come il display led sapientemente mascherato da cruscotto old style, ma soprattutto nei consumi, al minimo dei motori della stessa cilindrata: ben 28 km (quasi) con un litro di benzina.
Non poteva mancare all’appello la casa dell’elica; anche a Monaco, difatti, hanno prodotto una scrambler, seppur decisamente più potente, e anche un pizzico più ingombrante, di quelle appena viste. Stiamo parlano della BMW R Nine T Urban G/S. Attenzione! Quello slash fa la differenza: questa moto, infatti, nulla a che vedere con la GS, se non il motore boxer in condivisione (ma quello, ormai lo sappiamo, è indicato dalla lettera “R”). Qui siamo davanti a una scrambler che, tuttavia, può svolgere anche altre diverse funzioni, visto il motore, ben più performante delle altre concorrenti, e la struttura che, con qualche accessorio, può anche prestarsi a la moto turismo e affini.
Bicilindrico boxer da 1.170 cc di cilindrata e 109 cv per lei, che, a conti fatti, percorre i suoi 15 km (circa) con un litro di benzina. Già, hanno fatto sì la scrambler ma si sono anche distinti come solo in BMW sanno fare.
E chiudiamo con la moto che, negli ultimi anni, ha il merito di aver nuovamente acceso i riflettori su questa categoria, rimasta dimenticata nella memoria degli appassionati per troppi anni: la Ducati Scrambler. Infatti, a Borgo Panigale, non si sono neanche particolarmente impegnati alla ricerca del nome, puntando dritti al cuore dei biker e chiamando la loro creatura con i nome stesso del segmento. Risultato? Quanto oggi si parla di scrambler, la prima domanda che ci poniamo è “ma stai parlando della Ducati o del segmento?“. Mossa astuta, insomma, per essere sempre sulla bocca di tutti.
Ma non bastava e quindi hanno anche tirato fuori un prodottino niente male: motorizzazioni 400, 800 e 1100 (per i più esigenti), svariate colorazioni disponibili, accessori a non finire e un 2024 ricco di novità per questo specifico modello, che ha da poco implementato la gamma. Niente di strano che a breve la scopriremo più da vicino, perché la carne al fuoco di Ducati Scrambler è veramente ma veramente tanta.
Credit foto:
Benelli Leoncino – Sito Ufficiale
Fantic Motor Caballero – Sito Ufficiale
Honda CL500 – Sito Ufficiale
BMW R Nine T Urban G/S – Sito Ufficiale
Ducati Scrambler – Sito Ufficiale
Garfagnino DOC e Sardo di adozione, sono uno storico dell’arte (da qualche anno) e biker sin dalla più tenera giovinezza. Ho iniziato a collaborare con TrueRiders nel 2023 per mettermi in gioco nel campo della scrittura e ho voluto cominciare scrivendo di qualcosa che amo particolarmente: la moto e tutto ciò che le ruota attorno.
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