Lontana dai fasti di un tempo, la Dakar 2024 si prepara a un percorso 100% desertico

Lontana dai fasti di un tempo, la Dakar 2024 si prepara a un percorso 100% desertico

Leonardo Anchesi  | 03 Dic 2023  | Tempo di lettura: 5 minuti
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Il suo nome ufficiale non è mai stato questo, ma tutto il mondo l’ha sempre conosciuta come Parigi-Dakar, la gara più estenuante di sempre per piloti e mezzi. Tuttavia, di quel lunghissimo tracciato che in molte edizioni ha attraversato ben due continenti è rimasto solo il ricordo; oggi, difatti, il Rally Dakar (a onor del vero è sempre stato questo il suo nome ufficiale) si disputa tutto in Arabia Saudita. E il 2024 non farà alcuna eccezione, portando piloti e veicoli ad attraversare le dune desertiche del paese dei petroldollari (termine giornalistico tanto in voga), senza mai raggiungere l’antica capitale del Senegal.

Fondi massacranti per le sospensioni

Ma non facciamone un dramma: il tracciato della Dakar ha subito numerose modifiche nel corso delle 45 edizioni già disputate, dimostrando quindi, al di là del nome evocativo, di essere una manifestazione versatile, in grado di adattarsi alle esigenze di sportive, di spettacolo e, perché no, di finanziamenti (del resto, senza lilleri non si lallera). Detto tutto ciò, ora venite con noi di TrueRiders e portate un’abbondante dose di crema solare perché si va nel deserto.

1 Storia di un simbolo

Iveco da diversi anni partecipa nella categoria camion

La Parigi-Dakar (o Rally, a dir si voglia) è decisamente una gara simbolo, come poche ne esistono al mondo. Il suo nomignolo popolare lo ha conquistato già dalla seconda edizione, una delle tante che ha visto la partenza dalla capitale francese e l’arrivo a Dakar, prima città del Senegal; il percorso era il medesimo della edizione del 1979 (la prima) per la quale venne scelto un nome ben più esotico: Oasis. Tuttavia, il tracciato delle prime edizioni è stato replicato solo alcune volte; la competizione, infatti, dopo il fallimento del 2008 a poche ore dalla partenza, a causa di un serio pericolo di attentati terroristici, si è trasferita per una decina di anni in Sud America, sino ad approdare nel 2020 in Arabia Saudita per restarci, quanto meno sino all’edizione 2024, che si disputerà tutta all’interno del paese centrale del mondo arabo.

2 Sei categorie, un’infinità di veicoli

Dal 2009 anche i quad possono partecipare in una loro categoria dedicata

Le categorie storiche della Dakar sono tre: moto, auto e camion. Il bello di questa gara, difatti, è sempre stato quello di veder sfilare un po’ di tutto. Insomma, una vera goduria per gli appassionati di motori a 360° gradi. Pensate che emozione poter assistere, durante la stessa competizione, sia ai salti agili delle moto che alle immense nuvole di polvere sollevate dai grandi camion da gara. Oggi le categorie in sfida sono salite a sei; alle tre storiche, infatti, si sono aggiunte la categoria quad (dal 2009), quella SxS (dal 2017) e la più giovane, quella dedicata ai prototipi leggeri. Lo svolgimento è sulla falsa riga dei rally tradizionali, ossia tappe suddivise in prove speciali e trasferimenti, con la differenza che qui si macinano centinaia di km al giorno e tutti su terreno desertico.

KTM è sempre stato un marchio presente alla Dakar

I motori sono portati allo stremo delle forze, sollecitati dalle alte temperature, e tutto il resto della meccanica è messo a dura prova dai fondi sabbiosi. Per i piloti la fatica non è di certo inferiore: negli abitacoli le temperature possono essere decisamente insopportabili e serve un’ottima preparazione atletica per poter affrontare la Dakar.

3 L’edizione 2024 promette grandi cose

Audi sfoggia il suo prototipo per la Dakar

46^ complessiva e la quinta in Arabia Saudita, l’edizione del 2024, che i piloti correranno fra il 5 e il 19 gennaio 2024, promette di portare tutta la baracca in luoghi mai visti nell’ambito della Dakar. La promessa della direzione gara, che a tratti suona quasi come una “minaccia”, è quella di spingere i piloti e loro veicoli a livelli di sopportazione mai visti, portandoli in territori tanto affascinanti quanto geograficamente e meteorologicamente ostili. Grande novità del 2024, inoltre, sarà un tappa crono da 48 ore filate, durante la quale i concorrenti saranno sostanzialmente lasciati a loro stessi; secondo quanto riportato dal sito ufficiale, l’unico “sollievo” lo troveranno durante otto bivacchi ai quali, tuttavia, sembra di capire non potranno godere di chissà quale assistenza.

La categoria camion è quella che regala sempre le scene più spettacolari

L’organizzazione spiega che, quando scatteranno le 16, gli equipaggi dovranno fermarsi al primo bivacco disponibile, senza nessun tipo di assistenza, né meccanica né fisica. Dopo aver trascorso la notte in un accampamento (quasi di fortuna), alle 7 i piloti (e i navigatori, quando previsto) torneranno in sella per continuare la competizione. Sarà veramente questo il momento clou del Rally Dakar 2024? Non lo sappiamo ancora ma potete stare certi che noi di TrueRiders vi terremo aggiornati!

Credit foto:
World Rally Raid Championship

Leonardo Anchesi
Leonardo Anchesi

Garfagnino DOC e Sardo di adozione, sono uno storico dell’arte (da qualche anno) e biker sin dalla più tenera giovinezza. Ho iniziato a collaborare con TrueRiders nel 2023 per mettermi in gioco nel campo della scrittura e ho voluto cominciare scrivendo di qualcosa che amo particolarmente: la moto e tutto ciò che le ruota attorno.



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