Noi biker siamo decisamente animali strani e bizzarri: ogni volta che possiamo andiamo in moto, ammiriamo le moto, parliamo di moto e, come se tutto ciò non bastasse, andiamo anche a vedere al cinema i film dove sono presenti, indovinate un po’, proprio delle motociclette! Esagerati? Bizzarri al limite del maniacale? Può darsi…ma a noi piace proprio così. E il cinema, fortunatamente, è veramente pieno zeppo di film dove le moto catalizzano diverse scene, se non addirittura costituiscono il nucleo centrale della pellicola, attorno a cui ruota tutta la trama e si muovono i diversi attori.
Ed ecco che noi di TrueRiders, pensando di farvi cosa gradita, abbiamo deciso di buttare giù un podio, come sempre a nostro insindacabile giudizio, delle tre moto più iconiche che si sono viste passare sul grande schermo negli ultimi decenni e che lo hanno letteralmente bucato. Quindi, mettetevi comodi e ordinate i pop corn perché oggi si va al cinema!
La RNineT di Ethan Hunt
Dopo la breve sponsorizzazione della saga di James Bond, durata un paio di film, sembra che in BMW ci abbiano preso gusto ad apparire al fianco (o forse sarebbe meglio scrivere sotto) dei più importanti agenti segreti del grande schermo anche se, in questo caso, la protagonista è una moto: parliamo, infatti, della BMW RNineT che l’agente speciale Ethan Hunt, appartenente all’immaginario servizio di intelligence statunitense IMF (Impossible Mission Force), guida nel sesto film della saga, dal titolo “Mission: Impossible – Fallout”. In sella al bicilindrico boxer da 110 cv della RNineT, Ethan, ovviamente interpretato da Tom Cruise, mette in seria difficoltà la polizia parigina, seminandola tra le grandi rotatorie della capitale francese.
E la RNineT, naked di punta della casa dell’elica, non se lo fa ripetere due volte e risponde prontamente ai comandi dell’attore che, com’è noto, non usa mai controfigure, portandolo, fra un’acrobazia e l’altra, in salvo, lontano dal pericolo.
Prodotta in soli 300 esemplari, la 998 Matrix è tutt’ora un’icona
Ormai è chiaro cosa pensiamo qui a TrueRiders della Ducati 916 (e delle sue derivate 996 e 998): è una moto nata con 30 anni di anticipo. Affiancatela a una moto uscita nel 2023, infatti, e vi accorgerete che, nonostante i suoi tre decenni, ha una linea attualissima. Ecco perché non c’è da stupirsi se nel 2003 fu proprio una Ducati 996 ad essere scelta come moto da far apparire nel film “Matrix Reloaded”, seconda pellicola della famigerata saga futurista. Insomma, serviva qualcosa di avanti nel tempo e la 996 era decisamente nata per quello. Fu, quindi, sufficiente creare una livrea ad hoc per questa moto meravigliosa e lanciarla sul grande schermo, sfrecciando a velocità folli in mezzo al traffico autostradale, magistralmente condotta dalla coprotagonista Trinity, interpretata dalla bellissima Carrie-Anne Moss.
Tanto e tale fu il successo del film e della moto che la Ducati decise di produrre una serie limitata dedicata della 998, erede della 996, ovviamente caratterizzata dal meraviglioso colore verde scuro del film. Del resto, quando due grandi successi si incontrano non può che nascerne qualcosa di grandioso!
La Captain America e i suoi colori patriottici
Medaglia d’oro per il film che ha consacrato il mondo delle moto sul grande schermo, uno di quei casi in cui le motociclette non fanno qualche comparsata, ma dove il film ruota tutto attorno a loro: Easy Rider. Chiudendo gli occhi non si ha alcun difficoltà a immaginare le scene dove le due Harley Hydra Glide (o quanto meno ciò che ne restava) camminano affiancate lungo le highway, con a bordo Wyatt “Capitan America” (Peter Fonda) e Billy (Dennis Hopper). Questa pellicola è la quint’essenza della vita del biker, ribelle e senza meta, alla continua ricerca di sé stessi, tra una cavalcata, un bicchiere di whisky e una scazzottata. Qui, le protagoniste non sono gli attori ma solo ed esclusivamente loro: le Harley Davidson Hydra Glide del 1949, usate dalla produzione come base di partenza per arrivare ai due capolavori finali della Captain America e della Billy Bike.
La Billy Bike aveva un colore particolarmente sgargiante
Di originale sembra fosse rimasto solo il motore, un Panhead, rigorosamente bicilindrico a V da 45°, con distribuzione ad aste e bilancieri. Il suo nome deriva dalla forma a casseruola rovesciata dei coperchi valvole e la sua cilindrata era di 1000 cc. Il resto delle due moto fu completamente customizzato per renderle i capolavori unici che abbiamo ben saldi nei nostri ricordi.
Credit foto:
998 Matrix
Harley Easy Rider
Garfagnino DOC e Sardo di adozione, sono uno storico dell’arte (da qualche anno) e biker sin dalla più tenera giovinezza. Ho iniziato a collaborare con TrueRiders nel 2023 per mettermi in gioco nel campo della scrittura e ho voluto cominciare scrivendo di qualcosa che amo particolarmente: la moto e tutto ciò che le ruota attorno.
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