Neanche a farlo apposta, le canzoni sulle moto hanno tutte qualcosa in comune: sono robuste, scattanti, ritmate, bollenti, veloci. Sembrano nascere direttamente dall’anima di una moto. Rivestite da una carrozzeria di chitarre elettriche, sotto cui spinge il motore della batteria che pesta in tempi a 2 o 4 cilindri, e un cantante che… beh, la voce è una vibrazione in cui ritrovarsi, un protagonista in cui identificarsi: nei panni del cantante ci sei sempre tu!
Non ne troverai mai di morbide, lente, delicate: le canzoni che parlano di moto sono “rock”, nella musica e nell’attitudine. E oggi scopriamo le più belle.
Come gli sportivi si caricano ascoltando musica che li “gasa”, prima di ogni gara, puoi fare la stessa cosa con questa playlist di canzoni sulle moto. Una selezione rock che ti apre il gas prima di partire per il tuo nuovo itinerario.
Born to be wild degli Steppenwolf è la canzone “on the road” per eccellenza, visto che rimane nel nostro immaginario come colonna sonora del film Easy Rider. Questo film del 1969, diretto da Dennis Hopper e con attori Peter Fonda e Jack Nicholson, ha segnato l’inizio del genere “road movie” e ha lanciato il mito delle chopper.
La stessa canzone degli Steppenwolf è considerata il punto di partenza di un genere, visto che l’“heavy metal” è stato chiamato in questo modo a partire dal ritornello della canzone: I like smoke and lightnin’ / Heavy metal thunder / Racing with the wind / And the feeling that I’m under.
L’espressione “easy rider”, prima di diventare con il film di Dennis Hopper un sinonimo di “centauro”, è sempre stata un modo gergale di indicare chi ha l’abitudine di vivere senza regole, vincoli e obblighi.
Il “cavaliere facile” di Jimi Hendrix, storpiato in Ezy ryder, sfreccia sulle autostrade del desiderio (Ridin’ down the highway of desire). Una canzone che ha suonato spesso dal vivo, ma non ha fatto in tempo a pubblicare su un album ufficiale. Prima di morire, Jimi ci ha comunque lasciato un ultimo leggendario riff di chitarra.
In Biker like an icon c’è una ragazza innamorata di un motociclista, lo insegue per tutta l’America, cercando in tutti i modi di incontrarlo. Le parole delle canzoni di Paul McCartney sono spesso racconti, piccole storie, che talvolta finiscono nel modo che non ti aspetti.
E nell’inesauribile creatività dell’ex Beatle c’è sempre una vena rock’n’roll, che riemerge in questo pezzo, tra un tiro incalzante e un assolo di slide guitar.
Anche le canzoni di Bruce Springsteen sono storie, spesso e volentieri ambientate in lunghi viaggi sull’asfalto delle strade americane. Tutti sanno che il “Boss” è grande collezionista di automobili e, da appassionato di motori, ama anche le moto.
Gypsy biker è la storia di un motociclista che muore giovane, in guerra in Iraq. Per rendere omaggio alla memoria del ragazzo, i suoi amici portano la sua moto in montagna e le danno fuoco.
Un altro grande appassionato di motori è James Taylor, batterista dei Queen. Così come aveva scritto del suo amore per le auto nel pezzo I’m in love with my car, torna a scrivere una canzone sulla velocità, stavolta sulle moto: Ride the wild wind.
La voce di Freddie Mercury corre accanto ai rombi di motori che si sentono sfrecciare tra una cuffia e l’altra. È una delle ultime canzoni che il cantante ha registrato, prima di morire nel 1991.
Cosa succede a un gruppo di amici motociclisti quando sentono che i loro “anni d’oro” sono ormai passati? I componenti del club della canzone Golden age of leather dei Blue Öyster Cult stringono un patto di sangue che li porterà a estreme conseguenze.
Curiosità, al minuto 3:30 c’è un’improvvisa sorpresa: una citazione ai Beach Boys. Che sono i protagonisti della prossima canzone.
Non c’è bisogno di guidare un modello da sogno per conquistare la ragazza di cui si è innamorati. I Beach Boys nella canzone Little Honda ci insegnano che è sufficiente una moto piccola, come una Honda 50 Super Cub.
Prima, seconda, terza marcia, sempre più veloce; questa canzone di Brian Wilson avrà contribuito ad aumentare le vendite del modello? Impossibile dirlo, ma ciò che sappiamo è che il Super Cub nelle sue varie versioni è a oggi il veicolo a motore più venduto nella storia.
I’m a cowboy / On a steel horse I ride / I’m wanted dead or alive. Jon Bon Jovi cavalca il suo cavallo d’acciaio, e in poche parole riassume tutta l’emozione di viaggiare in sella sulla propria moto. Un’esperienza che è sia una fuga che un inseguimento di un sogno.
La canzone è stata uno dei primi grandi successi dei Bon Jovi ed è diventata colonna sonora di videogiochi, film, serie TV.
La moto è un cavallo di ferro anche per i Motörhead, gruppo rock che in modo particolare ha rappresentato la vita “on the road” nelle sue bizzarrie e nei suoi eccessi, fino alla morte del cantante Lemmy Kilmister nel 2015.
On iron horse he flies / On iron horse he gladly dies / Iron horse’s his wife, iron horse’s his life: per il protagonista della canzone la moto è tutto: le ali, l’amore, la morte, la vita.
Se tra le canzoni sulle moto vogliamo mettere anche un’italiana, Avventuriera di Gianna Nannini è quella che rappresenta di più il brivido del viaggio, dell’ignoto, degli incontri imprevisti, tra l’asfalto delle autostrade e i banconi delle birrerie.
Questa canzone è diventata uno dei grandi classici della cantante toscana, che ancora oggi spesso canta nei concerti dal vivo.
Oltre ad Avventuriera di Gianna Nannini, tra i repertori dei “nostri” cantanti, ci sono molte altre canzoni sulle moto. Non sempre rock, che non è la specialità della musica italiana, ma comunque con ritornelli che si appiccicano indelebili alla nostra memoria, insieme alle moto che ne sono protagoniste.
La motocicletta 10 HP di Lucio Battisti, in Il tempo di morire scritta con Mogol, è forse il pezzo a tutti noi più familiare. In Motocross di Ivan Graziani è un 250 giallo di marca giapponese la moto protagonista della rocambolesca avventura di un biker dopo l’incontro con una ragazza.
Nel 1999 è diventata un tormentone la Vespa 50 Special dei Lunapop, per “andare in giro sui colli bolognesi”. L’ex leader Cesare Cremonini, più recentemente, ha dedicato una canzone al suo amico Valentino Rossi, intitolata semplicemente con il numero con cui il “Dottore” è famoso: 46.
Infine, ammettiamolo, non ci siamo mai dimenticati la “dichiarazione d’amore” nella canzone rap di un giovanissimo Jovanotti, che in Sei come la mia moto scolpisce un’intro indimenticabile: “la puzza di benzina mi fa girar la testa!”
Il blog di Paolo Albera, autore dell’articolo
Scrivo di viaggi e musica - che a volte sono la stessa cosa.
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