Forse vent’anni sono un po’ pochini per considerarle moto storiche; tuttavia, il mondo, in questo lasso di tempo, è talmente cambiato che anche la percezione del tempo è mutata e le evoluzioni che prima si svolgevano in più generazioni oggi, di contro, avvengono in una manciata di anni. Ed ecco che, quindi, possiamo anche permetterci il lusso di considerare moto storiche questi prodotti del motociclismo dei primi anni 2000, un’epoca (passatemi il termine) in cui la meccanica dominava i veicoli e l’elettronica era solo riservata ai mezzi di altissima gamma e in quantità limitatissima. Chi cambiava senza usare la frizione, per esempio, lo faceva perché aveva “manico”, e non perché aveva a disposizione sistemi quick-shift o diavolerie simili. Insomma, era un tempo in cui il pilota faceva la differenza più di ora.
E in quegli anni, anzi, più precisamente in quell’anno 2004, videro la luce almeno cinque moto destinate a fare la storia del motociclismo su strada; cinque icone che oggi, nonostante le possiamo definire “moto storiche”, sono ancora più che attuali.
La Ninja mette i muscoli proprio nel 2004
Cominciamo la nostra carrellata di moto storiche since 2004 con un modello decisamente iconico che risponde al nome di Kawasaki ZX-10R ma nota al mondo come Ninja 1000. Proprio quell’anno, difatti, i tecnici Kawa decisero che 900cc di cilindrata non sarebbero più stati sufficienti e portarono il 4 cilindri in linea a ben 998cc. Complice di questa scelta fu anche il cambiamento del regolamento del campionato Superbike che vedeva passare le big da 900 a 1000, per l’appunto. Il successo fu mondiale e prova è che ne vediamo circolare ancora parecchie in giro. Il 4 cilindri a corsa corta riusciva a sviluppare ben 188 cv, i quali spingevano i 208 kg della Ninja nell’iperspazio a 299 km/h, velocità tuttavia limitata dalla centralina nelle versioni stradali.
Qualora voleste vivere ancora quel brivido non abbiate paura, in vendita se ne trovano ancora parecchie e a prezzi anche piuttosto accessibili.
La CBR 1000 ha ridisegnato il concetto stesso di CBR
La Ninja, tuttavia, non fu l’unica “vittima” del cambiamento del regolamento del Campionato Superbike 2004: altro illustrissimo prodotto di quella evoluzione fu, difatti, anche la Honda CBR 1000RR. Sebbene, però, l’adeguamento alla nuova legge della superbike chiedesse l’adeguamento del solo motore, gli ingegneri Honda presero la palla al balzo e ne approfittarono per riconcepire tout court il concetto stesso di CBR. Il motore, portato a sfiorare i 1000cc di cilindrata, erogava ben 170 cv. Ma le novità non si fermarono al gruppo propulsore e la linea venne completamente concepita a nuovo: accantonato quell’aspetto grazioso ma goffo che aveva caratterizzato i CBR della fine degli anni ’90, la nuova sembrava letteralmente disegnata dal vento, restituendo una sensazione di folle velocità anche ferma sul cavalletto. Dobbiamo dirlo: facciamo veramente tanta fatica ad annoverarla fra le moto storiche.
La Z750 si fece subito notare
Ma le rivoluzioni non si limitarono alle sole supersportive; il vento del cambiamento, infatti, interessò anche le naked e, in particolar modo, la Kawasaki Z che, proprio nel 2004, si presentò al mondo nella sua versione “piccola”: nasceva la Kawasaki Z750 e già da piccola si dimostrò in grado di conquistare il mondo. Equipaggiata da un equilibratissimo motore da 750cc di cilindrata, più economico del 1000 della sorella maggiore ma non meno divertente, la Z750 si staccava nettamente dalle concorrenti del medesimo segmento: in un mondo in cui, di fatti, le “nude” erano ancora caratterizzate dal grande faro tondo e una linea spesso anonima, la Z750 dimostrò che anche le moto di questo segmento potevano ambire a linee ben più accattivanti. Forse, il grande successo di questa moto fu determinato proprio da questa caratteristica che, tutt’oggi, la fa essere una delle moto più ambite nel settore storiche.
Suzuki V-Strom 650 ha segnato l’inizio di un’epoca
Quarta moto che ha segnato la storia di questi ultimi vent’anni ma, soprattutto, ha fatto fa testa di ponte in un segmento che oggi è tra i più apprezzati dal pubblico: le crossover di media cilindrata. Suzuki DL650 V-Strom, difatti esordì sul mercato nel 2004 come alternativa alla sorella grande, equipaggiata con il motore da 1000cc. C’è da dire che il successo non fu immediato ma, visti i risultati odierni, in Suzuki ci avevano visto lungo, buttandosi su una tipologia di moto che oggi ha letteralmente invaso il mondo delle due ruote. Insomma, potremmo dire che come spesso capita ai grandi capolavori la V-Strom 650 non fu compresa subito, ma solo perché il mondo non era ancora pronto a tanta novità.
KTM 950 Supermoto: l’inizio del periodo “ignorante” di KTM
Chiusura di carrellata di moto storiche con un veicolo che ha segnato l’inizio del periodo “ignorante” di KTM: nasce, infatti, la KTM 950 Supermoto. In buona sostanza, i tecnici austriaci presero tutta la meccanica strepitosa della 950 ADV e la misero su un telaio da supermotard, aggiungendo il resto della ciclistica completamente stradale. Risultato fu una moto decisamente cattiva e dedicata solo ai piloti più esperti. Motore bicilindrico a V da 942cc, capace di sviluppare 98cv e una coppia da 94 Nm; numeri che, grazie anche alla rapportatura corta del cambio, rendevano non poco difficoltoso tenere l’avantreno attaccato all’asfalto. Insomma, sapete come si dice: scorbutica, lunatica, nervosa, costosa, ingorda di benzina…ma aveva anche dei difetti!
Credit foto:
Kawasaki ZX-10R – Wikipedia
CBR 1000RR – Wikipedia
Kawasaki Z750 – Wikipedia
Suzuki DL650 V-Strom – Wikipedia
KTM 950 Supermoto – Wikimedia
Garfagnino DOC e Sardo di adozione, sono uno storico dell’arte (da qualche anno) e biker sin dalla più tenera giovinezza. Ho iniziato a collaborare con TrueRiders nel 2023 per mettermi in gioco nel campo della scrittura e ho voluto cominciare scrivendo di qualcosa che amo particolarmente: la moto e tutto ciò che le ruota attorno.
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