Da Dubrovnik a Sarajevo, quello che ti proponiamo è un interessante itinerario in moto nei Balcani, ma meglio sarebbe dire un’idea di viaggio che ha per protagoniste tre città la cui storia è davvero molto particolare, a volte drammatica, a volte più serena.
Queste tre città protagoniste dell’itinerario in moto nei Balcani sono Dubrovnik (o Ragusa di Dalmazia, per usare il toponimo italiano che ancora si legge piuttosto spesso, online e meno), Mostar e Sarajevo, queste ultime due situate in Bosnia ed Erzegovina, una delle entità statutarie scaturite dal dissolvimento della Jugoslavia..
Il viaggio ci permette di affrontare una sorta di “viaggio nel tempo” dei tragici conflitti dei Balcani, quelli che portarono al Massacro di Srebrenica e alla distruzione del Ponte di Mostar, dunque a coltivare una memoria storica. Ci regala però anche momenti positivi, perché in tutto il percorso la bellissima natura balcanica, i laghi e i fiumi, il mare e le montagne, si incontrano e si aprono in veri e propri “balconi” dalla bellezza mozzafiato. Dunque, partiamo?
Anche detta Ragusa di Dalmazia, Dubrovnik si trova in una piccola zona del territorio croato che è staccata dal resto della nazione poiché, a nord, si trova l’unico sbocco della Bosnia-Erzegovina sul mare, corrispondente alla città di Neum. Veneziana, ungherese, austriaca, jugoslava, le tante anime di Ragusa/Dubrovnik convivono nel suo magnifico centro storico, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, e nei vari monumenti come la Fontana di Onofrio, la Cattedrale dell’Assunzione di Maria e il Palazzo dei Rettori di Ragusa, tra i tanti.
Dopo aver dedicato una bella visita a Dubrovnik, partiamo per questo nostro itinerario in moto nei Balcani con direzione Mostar, nella Bosnia ed Erzegovina. Lasciamo la città e seguiamo la strada D8 per alcuni chilometri in direzione di Slano, e da qui proseguiamo poi sulla 6232 che, dopo un breve tratto segnato da varie curve, ci porta al confine con la Bosnia ed Erzegovina. Lo attraversiamo, e la strada cambia nome in R428, almeno fino alla località di Zavala, che si trova poco lontano dal confine (stavolta interno) con la Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina (vale la pena ricordare che la Bosnia ed Erzegovina è divisa in tre “stati” che formano una federazione).
Prendiamo poi la R426, e dopo un breve raccordo, ci immettiamo sulla M6 che ci porta fino a Poprati. Da qui lasciamo la M6 e proseguiamo sulla M17.3 in direzione nord, fino ad arrivare a Mostar, al termine di un percorso di 129 chilometri.
Oltre centomila abitanti per Mostar, località capoluogo della regione (o cantone) dell’Erzegovina-Narenta. Una città celebre, suo malgrado, poiché durante la guerra jugoslava subì un assedio durissimo, durato nove mesi, oltre ai bombardamenti che, oltre a fare centinaia di vittime, distrussero i suoi monumenti più importanti, come lo Stari Most (il ponte), l’antica Cattedrale della Beata Vergine Maria e il Palazzo Vescovile, che ospitava una biblioteca da oltre 50.000 libri.
Tornata ad essere “città aperta” sono nel 1996, Mostar ha affrontato – e lo fa tuttora – una lunga fase di ricostruzione, che ha portato alla ricostruzione del Vecchio Ponte, di origine ottomana, costruito nel XVI secolo e re-inaugurato, dopo la fase bellica, solamente nel 2004. Insieme alla Città Vecchia, lo Stari Most è, dal 2005, riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
Prima di lasciare Mostar ne approfittiamo per una sosta gastronomica in uno dei tanti locali della cittadina, dove assaggiare la gustosa cucina tradizionale dei Balcani, e poi ripartiamo in direzione della meta, Sarajevo. 129 chilometri anche in questo caso, seguendo la E73, o nella denominazione locale M17, toccando alcuni luoghi straordinari, come la zona del Lago di Jablanica, formato artificialmente dallo sbarramento del fiume Neretva.
Prima di arrivare a Sarajevo, proseguendo sulla M17/A1, facciamo una breve sosta a Konjic, città dalla storia millenaria dove scoprire, oltre alla bellissima zona di montagna che la circonda, anche il suo antico ponte, che ricorda in parte quello di Mostar. Da qui a Sarajevo, tappa finale del nostro viaggio, la distanza è di appena 50 chilometri. Siamo così giunti nella capitale della Bosnia ed Erzegovina, quasi novecentomila abitanti, la cui storia è legata indissolubilmente all’assassinio dell’Arciduca Francesco Ferdinando, il “casus belli” della Prima guerra mondiale.
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