Conosciuti in tutto il mondo grazie alle loro candide facciate, i Pueblos blancos sono un gruppo di borghi spagnoli. Si trovano più precisamente in Andalusia, terra rinomata tra i turisti per la molteplicità delle sue bellezze.
Per valorizzarne il patrimonio storico-culturale e renderli celebri oltre i confini nazionali, è stato creato negli anni un itinerario ad hoc.
La Ruta de los pueblos blancos (trad: La strada dei paesi bianchi) è un percorso di poco superiore ai 100 chilometri, ideale per chi vuole conoscere l’altro lato del turismo andaluso.
I pueblos blancos si trovano come già detto in Andalusia, ripartiti tra le province di Cádiz (Cadice) e Málaga. Occupano le comarche della Sierra e Janda e la Serranía de Ronda, zone storiche che corrispondono alle antiche parrocchie.
Il comune più orientale è quello di Alcalá del Valle, quello più occidentale di Arcos de la Frontera. I due estremi verticali sono Puerto Serrano a nord, Algar e Ubrique a sud.
In ordine alfabetico, i borghi bianchi dell’Andalusia sono i seguenti:
Tra Cadice e Malaga è possibile visitare anche il Parco naturale della Sierra de Grazalema, oltre 53mila ettari di verde che include vari fiumi, due ampi laghi e numerose vette della Cordillera Subbética (fino a 2382 m s.l.m.).
Tutta la zona dei Pueblos blancos segue, in epoca recente, le fasi essenziali della storia spagnola. Dapprima popolata in epoca romana, fu al crollo dell’Impero al centro di numerose invasioni, che culminarono nell’Alto Medioevo con la conquista islamica.
L’Andalusia rimase sotto il dominio musulmano per molti secoli, salvo poi essere riconquistata dai Re Cattolici a fine XV secolo. Il borgo di Setenil de las Bodegas, il più celebre di questi, fu fondamentale per le sorti della Reconquista, dopo ben sette assedi (da qui il nome, Septem nihil = Setenil).
Grazie a questi successi militari, Setenil ottenne numerosi benefici reali, paragonabili a quelli di Siviglia. La zona godé così di una certa riconoscibilità, mantenendo questo ruolo ancora oggi, con l’avvento del turismo di massa.
Borghi immersi nel verde, che fa da contraltare al bianco intenso delle case dipinte di calce. Un’espediente, questo, reso necessario per isolare le abitazioni dalle altissime temperature estive andaluse, quando non raramente si raggiungono i 50 °C.
Imperdibile il Conjunto Histórico-Artístico di Setenil de las Bodegas, ovvero quella parte di centro storico che sorge al di sotto di uno enorme sperone roccioso che appare sospeso nel vuoto.
Zahara de la Sierra ospita i reperti dell’oppidum nazarí, il complesso militare-difensivo di epoca preromana e successivamente ampliato in epoca musulmana e cattolica.
El Bosque propone una visita decisamente naturalistica con il suo El Castillejo, un giardino botanico che occupa parte del parco della Sierra de Grazalema, mentre a Prado del Rey sono visibili i resti dell’accampamento romano di Iptuci.
Da non perdere le rovine romane di Ocuri e il Castello di Fatima, entrambi a Ubrique, mentre gli amanti delle escursioni possono approfittare del canyon di Villaluenga del Rosario.
136 chilometri e due ore di percorso che si immerge in una natura a tratti brulla, a tratti rigogliosa. I Pueblos blancos dell’Andalusia in moto sono protagonisti di questo itinerario che da Alcalá del Valle porta ad Arcos de la Frontera.
Attraverseremo i comuni di Setenil de las Bodegas, Zahara, Grazalema, Benaocaz, Ubrique, Prado del Rey, Algar. Tre bacini idrici, un parco naturale, nove borghi: un vero imbarazzo della scelta per un itinerario che da il meglio di sé se percorso in due giorni.
Da Alcalá prendiamo la CA-421 in direzione di Setenil de las Bodegas, che raggiungiamo dopo un brevissimo tratto di 8 chilometri. Sosta obbligata ai piedi del grande “masso sospeso”, prima di oltrepassare il bacino di Zahara-El Gastor e percorrere 32 chilometri in direzione di Grazalema.
Questo comune dei “Pueblos blancos”, circondato dalle montagne, ha il curioso record di maggior piovosità nella Spagna meridionale, con quasi duemila millimetri di pioggia all’anno. Ci troviamo a una quota peraltro ragguardevole, 912 metri sul livello del mare, circondati da splendide case e palazzetti pubblici di colore bianco candido.
Proseguiamo per Benaocaz e Ubrique, distanti tra loro appena 7 chilometri e al centro di un cammino romano ancora oggi ben conservato.
Prado del Rey dista 20 chilometri, necessari per ammirare un suggestivo borgo le cui architetture ricordano molto le città di conquista dell’America Latina.
Tramite la CA-6107 raggiungiamo la penultima tappa del viaggio, la piccola Algar (1.400 abitanti in tutto). Il comune, parte integrante dei Pueblos blancos, sorge all’estremità meridionale dell’Embalse de Los Hurones, un grande invaso artificiale che fornisce acqua potabile alla vicina Cadice.
Seguendo la CA-5221 arriviamo in 23 chilometri ad Arcos de la Frontera, meta ultima di questo tour dei borghi bianchi andalusi. Per gli amanti della MotoGP, a soli 35 chilometri di distanza c’è Jerez de la Frontera, sede di una delle prove più belle del Motomondiale.
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