È il fiume sacro alla Patria, sul quale si sono consumati i tragici avvenimenti della Prima guerra mondiale: parliamo ovviamente del Piave.
La canzone che vi venne dedicata fu, per molto tempo, considerata una candidata potenziale a divenire l’inno italiano. Le sue piene hanno ridisegnato la geografia del Veneto, spesso in modo tragico. I laghi che alimenta, direttamente o indirettamente, forniscono energia a decine di migliaia di persone.
Non un fiume “normale”, ma un vero simbolo per l’Italia, il cui percorso sarà foriero per noi di un insolito viaggio su due ruote.
Lungo 231 chilometri, il Piave nasce sul Monte Peralba, vetta di 2700 metri che segna il confine tra Friuli-Venezia Giulia e Veneto. La sorgente è segnata da un piccolo monumento, mentre tutto il primo tratto in Val Seis e Visdende è decisamente a carattere torrentizio, quasi anonima.
Si espande via via, arricchendosi di numerosi affluenti e grazie alle sue dighe forma diversi laghi, come quello di Centro Cadore. Il percorso, che è tutto nella Regione Veneto, si arricchisce complessivamente di dieci affluenti, di cui quello con la maggiore lunghezza, bacino e portata è il Cordevole.
Se si considerano i corsi d’acqua minori (torrenti, rii e canali) il totale sale invece a trentaquattro affluenti.
Insieme all’Isonzo, il Piave fu una delle linee difensive naturali del Regio Esercito durante la Grande Guerra.
Dopo aver perso il controllo della prima durante la Battaglia di Caporetto (ancora oggi questo nome indica un insuccesso o un grande tracollo), il fiume fu sorpassato soltanto un anno dopo. Da qui, con la Battaglia di Vittorio Veneto, gli italiani fecero un clamoroso recupero entrando a Trento il 3 novembre 1918.
Il giorno successivo, il 4 novembre, è ancora oggi ricordato come l’anniversario della vittoria italiana nella Prima guerra mondiale. Un conflitto durato quattro anni, che fece milioni di morti e nel quale il Piave fu, suo malgrado, protagonista e caposaldo della difesa nazionale.
242 chilometri di percorso, da Sappada a Jesolo, ovvero da dove il fiume nasce (sul Monte Peralba) fino alle immediate vicinanze di Cortellazzo, dove il fiume sfocia nel Mar Adriatico. Un percorso interamente in territorio veneto, che dalle Dolomiti Bellunesi scende verso l’Altopiano di Asiago, la zona vitivinicola del Valdobbiadene e le pianure trevigiane, fino ad arrivare alla laguna veneziana.
Un vero e proprio incontro di luoghi, di emozioni e di ricordi legati al sacrificio di milioni di uomini in nome di quella “inutile strage”, come Benedetto XV definì la Prima Guerra Mondiale.
Il nostro itinerario in moto sul Piave parte da Sappada. Oltre 1.200 metri sul livello del mare, città germanofona in una regione a prevalenza linguistica italiana, Sappada è una splendida località turistica, da scoprire egualmente in estate e in inverno, avendo tantissimo da offrire, sia per la cultura che per gli incredibili scenari naturali.
Il Piave ha iniziato il suo corso poco più sopra, nelle Prealpi Carniche, e precisamente sul Monte Peralba, e ci accompagnerà fino a Jesolo. Lasciata Sappada, ci immettiamo sulla SR355 verso Santo Stefano di Cadore, entrando nella regione del Cadore, e da qui passiamo sulla SS52 fino a Lozzo di Cadore, dove la strada cambia denominazione in SS51bis fino a Pieve di Cadore, dove il fiume si amplia nel bel Lago di Cadore.
Scendendo, passiamo per Longarone, la città tristemente nota per il Disastro del Vajont del 1963, e ammiriamo il profilo del Monte Toc, dal quale si staccò la frana che causò l’incidente costato la vita a oltre 2.000 persone. Lasciato il Cadore, e costeggiando la A27, giungiamo dunque a Ponte nelle Alpi, dopo circa 100 chilometri di percorso.
La bella Ponte nelle Alpi ci accoglie con il suo ampio territorio “diffuso”, una pausa di relax e di buona gastronomia (nel bellunese si mangia davvero bene, come del resto in tutto il Veneto!) prima di ripartire verso il Valdobbiadene, la terra dei vini più buoni della regione.
Lasciata Ponte nelle Alpi, seguiamo la SP1 oltrepassando Belluno, e continuiamo a costeggiare il Fiume Piave toccando Caorera, Vas e Segusino, prima di deviare su Via Europa, e raggiungere così l’abitato di Valdobbiadene attraverso la SP143. Prima di ripartire verso Jesolo, una sosta qui ci permette di conoscere uno dei territori enologici più interessanti del panorama nazionale.
Seguiamo nuovamente la SP143 e ci immettiamo sulla SP34, dove recuperiamo il “contatto” con il fiume Piave. Subito dopo Ponte Della Priula, ci spostiamo sulla SP33, per poi riprendere la SP35 a Roncadelle. Proseguiamo verso San Donà di Piave, bella località dalla storia drammatica, poiché sul fronte dei combattimenti in entrambi i conflitti mondiali.
Oltrepassata San Donà di Piave, proseguiamo sulla SP52 fino ad Eraclea, località turistica piuttosto nota in zona soprattutto per la sua frazione di Eraclea Mare. Da qui possiamo decidere di proseguire fino a Cortellazzo, dove il Fiume Piave sfocia nell’Adriatico. Con un breve tratto in rettilineo sulla SP46 giungiamo infine a Jesolo, limite orientale della Laguna Veneta.
Jesolo è la settima località più visitata d’Italia, con 5,5 milioni di presenze nel 2018. È un dato incredibile, molto più alto di quello di Torino, Napoli e Bologna. Lo si deve ovviamente alle tante strutture ricettive, che richiamano viaggiatori dall’Italia e non solo.
Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015
Da un lato il fiume Nera, dall'altro le colline verdi e gli angoli rigogliosi di ...
Qualcuno l'ha chiamato "la Pompei medievale del Biellese", per sottolineare quanto ...
L'Italia è un Paese ricco di piccoli borghi e luoghi caratteristici e ognuno di ...
©
2024 Valica Spa. P.IVA 13701211008 | Tutti i diritti sono riservati.
Per la pubblicità su questo sito
Fytur