C’erano una volta il Trentino e l’Alto Adige. Due province che facevano una regione, una delle più diverse e originali d’Italia, dove nel giro di pochi chilometri si passa dalla prevalenza di parlanti italiano a una maggioranza schiacciante di germanofoni. Un vero e proprio susseguirsi, a tratti disarmonico, ma che caratterizza un territorio assolutamente imperdibile durante tutto l’arco dell’anno. E ovviamente c’è spazio per i passi di montagna, tra cui il Passo Lavazè che è una piccola ma interessante sorpresa per un itinerario da compiere anche durante i mesi più freddi. Curiosi di scoprirlo?
Il Passo Lavazè si inserisce nel novero delle strade che congiungono il Trentino con l’Alto Adige/Südtirol. Se il percorso tradizionale lungo la A22 collega le due città in 59 chilometri, questo itinerario “allunga il brodo” a 91 chilometri. Una deviazione, se così vogliamo chiamarla, che ci permette di immergerci nel pieno della natura del Trentino Alto Adige. Per farlo, partiamo da Bolzano passando sulla SP22, che lasciamo poco dopo Cardano per immetterci sulla SS241, con destinazione Ponte Nova (circa 15 chilometri). Da qui parte la salita vero e propria al Passo Lavazè, non impegnativa sebbene interessante con i suoi ampi spazi panoramici. Una volta giunti in vetta ci aspetta una serie di strutture ricettive dove fare una piacevole sosta. Da qui, il Passo Oclini/Jochgrimm dista 4 chilometri, mentre Cavalese è lontana 10 chilometri. Una volta giunti a Cavalese, ai piedi dell’Alpe Cermis, proseguiamo lungo la SS612, percorrendo le zone perimetrali del Parco Naturale Monte Corno, in direzione di Cembra prima, e Trento poi. Da Cavalese a Trento la distanza è di circa 53 chilometri.
Uno scorcio della zona del Passo Lavazè
Il Passo Lavazè ha una lunghezza complessiva di circa 25 chilometri, tanta quanto la distanza che separa Nova Ponente e Cavalese, lungo la SS620. Questo valico alpino si spinge su una altezza massima non particolarmente impressionante, 1.805 metri in tutto, ma può godere comunque di magnifici panorami che spaziano dal Catinaccio al Latemar. Il territorio, infatti, si divide tra le due vallate di Fiemme e d’Ega, mete particolarmente rinomate in inverno grazie agli oltre 80 chilometri di piste da sci presenti.
Dal Lavazè è possibile proseguire ulteriormente il percorso, arrivando al Passo di Oclini, poco più lontano e che, con i suoi 1.989 metri, congiunge Nova Ponente a Varena. Il Passo di Lavazè è percorribile tutto l’anno, in virtù del suo essere meta turistica. Se d’inverno ci si dedica allo sci, infatti, in estate è possibile fermare la moto e godersi passeggiate, trekking, arrampicate o anche la pesca sportiva.
Castel Roncolo (Runkelstein Schloss) sorge alle porte di Bolzano, ed è circondato dai vigneti tipici della zona
Percorrendo la strada del Passo Lavazè, lo sguardo è catturato dalla bella località di Cavalese, che da molti è considerata come la vera capitale della Valle di Fiemme. Situata a 1000 m s.l.m. (precisi al millimetro!), il suo centro storico è un vero museo a cielo aperto, con antiche torri merlate e palazzi abbelliti da decorazioni uniche, come quello della Magnifica Comunità di Fiemme. Vicino Cembra, località ricca di vigneti, si trova il piccolo Lago Santo, così chiamato per via di una antica leggenda che mescola litigi familiari e religiosità. Viste le temperature rigidissime della zona, il lago in inverno si gela, ed è possibile svolgervi attività sportive, tra cui il curling, che negli ultimi anni ha iniziato a fare proseliti anche nel nostro Paese.
Molto si potrebbe dire di Trento e Bolzano, partenza e arrivo di questo itinerario. Se la prima mescola elementi tipici mitteleuropei con una forte tradizione italiana, Bozen è certamente estremamente influenzata dalla secolare appartenenza al Tirolo, e intorno a essa ritroviamo splendidi castelli circondati dal verde, tra cui Castel Mareccio e Castel Treuenstein.
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