Passo della Cisa, in moto tra Parma e La Spezia | TrueRiders

Prima delle autostrade, ecco il passo che ha permesso di collegare la Pianura Padana al mare

Stefano Maria Meconi  | 19 Apr 2024  | Tempo di lettura: 5 minuti
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È il passo sulla Parma La Spezia che ha anticipato le autostrade e i grandi flussi di traffico: ovviamente, parliamo del Passo della Cisa. Una strada conosciuta, amatissima, che con la sua storia antica ha valicato i secoli, ancor prima delle montagne. Oggi è un percorso da fine settimana, perfetto da fare in moto. Un tempo, qui transitavano eserciti, merci e pellegrini, poiché il passo aveva una funzione strategica. Con l’apertura dell’Autostrada A15 tutto è cambiato: poche automobili, pressoché nessun camion ma tante due ruote, perché la Cisa si fa sia in bici che in moto. Ed è un grande piacere!

1 Passo della Cisa in moto. L’itinerario

Passeremo attraverso scenari che cambiano più volte in appena 120 chilometri: dalla pianura alla montagna, e poi dalla montagna al mare, regalandoci paesaggi d’eccezionale bellezza. Pronti a salire in sella?

1.1 Mappa

1.2 Percorso

Lasciata Parma, percorriamo un piccolo tratto extraurbano, lungo lo Stradone Martiri della Libertà, che ci immette sul percorso della SS 62. La strada statale è stata istituita nel 1928, ma la sua origine è ancora più antica. Ci manteniamo su Via la Spezia/SS 62 fino all’uscita per Collecchio. Il percorso si immerge subito nella natura emiliana, seguendo per alcune decine di chilometri lo scorrere, lento e algido, del Fiume Taro che ci accompagna da Parma a Collecchio, fino a Fornovo di Taro. Dopo una breve deviazione su SP49, torniamo sulla SS62 e svoltiamo tutto a sinistra verso Castellonchio. Già in corrispondenza di questa località il percorso inizia a salire verso le vette degli Appennini.

Il paesaggio cambia, trasformandosi nella bellezza che è tipica dei monti del Nord Italia. I boschi fitti sembrano “proteggere” i pochi automobilisti, e nel nostro caso motociclisti, che qui passano ogni giorno.

Passo della Cisa
Passo della Cisa in moto, i suggestivi panorami dell’Appennino Tosco-Emiliano

Giunti in corrispondenza di Berceto, sempre lungo la SS 62, inizia la vera e propria “scalata” al Passo della Cisa in moto che mette in comunicazione il parmense con la provincia toscana di Massa-Carrara. Per attraversare il passo prendiamo Ponte Alcide de Gasperi sulla destra e poi Via della Liberazione.

Entrati in territorio toscano, ripartiamo in direzione sud, e completiamo il percorso della Cisa, che corre per circa 20 chilometri verso Pontremoli. Prendiamo Via Fiesolare/SP36, SP31, poi lo svincolo a sinistra per A15/E33 e infine prendere l’uscita per Aulla. Continuiamo su SS62, giriamo su Via Vecchia del Piano e in un quarto d’ora siamo a Santo Stefano di Magra.  

Santo Stefano di Magra
Vista sul centro storico di Santo Stefano di Magra

La SR62 si avvicina alla A15, in questa seconda parte di viaggio, e spesso l’unico tratto di divisione tra le due strade è rappresentato dal Fiume Magra, che devia verso sud-est in corrispondenza di Santo Stefano di Magra, dove riceve le acque del Vara, nella zona protetta del Parco Naturale Regionale di Montemarcello-Magra.

Dopo Santo di Magra la SS62 si trasforma in SS330, e ci conduce, in circa 15 chilometri, verso la nostra meta finale: La Spezia da dove possiamo ammirare il Mar Tirreno, con la bella baia che definisce la zona più meridionale delle Cinque Terre.

2 Cosa vedere sul Passo della Cisa?

Passo della Cisa
La zona del Passo della Cisa su cui insiste l’antico santuario del valico

Il Passo della Cisa non vanta un’altezza particolarmente elevata: il punto più alto è a 1.041 metri di altitudine e qui è possibile sostare per un momento e, perché no, visitare lo splendido Santuario di Nostra Signora della Guardia: un antico edificio di gusto gotico, costruito al termine di una lunga e ripida scalinata in pietra. La Cisa è un passo storico e peculiare anche per altri motivi. Innanzitutto sorge lungo la prima tappa toscana della Via Francigena. Infatti ai piedi del Passo si trova ancora l’antico ospedale destinato a viaggiatori e pellegrini: lo Xenodochio di San Benedetto di Montelungo. Distrutto dai Longobardi e poi ricostruito, oggi rimangono solamente pochi ruderi dell’antico albergo.

Il Passo della Cisa è aperto tutto l’anno; le nevicate, pur copiose, ne hanno sempre permesso la percorribilità anche perché non si trova ad un’altissima quota. 

2.1 Cosa vedere nei dintorni: Pontremoli

Pontremoli
Passo della Cisa in moto. La veduta sul borgo di Pontremoli

Pontremoli, uno dei borghi più belli e caratteristici della Lunigiana, costituisce una delle tappe del nostro itinerario. Caratterizzata dai numerosi ponti che la popolano, la città sorge proprio alla a cavallo tra due corsi d’acqua. Il corso principale si snoda tra palazzi e chiese medievali che accoglievano i viandanti lungo la Via Francigena. Il Castello del Piagnaro domina tutt’oggi l’abitato medievale. Da non perdere sono inoltre la Chiesa di San Giorgio, Porta Parma, Porta Fiorentina e il Museo Diocesano nel Palazzo Vescovile.

3 Dove mangiare sul Passo della Cisa

Vale la pena arrivare al Passo della Cisa anche solamente per assaggiare la cucina tipica a cavallo tra la tradizione ligure e quella toscana. Ecco tre ristoranti in cui assaporare il meglio del territorio:

  • La Borella (Via Statale della Cisa, Pontremoli) è un ristorante in cui potrete assaggiare il meglio della cacciagione con cervo o cinghiale; da non perdere sono anche i primi tra gnocchi e i tipici testaroli. 
  • Ristorante da Marietta (Località Gravagna San Rocco, 24, Potremoli) è un locale all’insegna della tradizione e della genuinità. Ottimi sono le ottime tagliatelle con funghi e i testaroli.
  • Trattoria Norina (Via Garibaldi, 16, Pontremoli) a Pontremoli è un ristorante accogliente e rustico in cui vi consigliamo di assaggiare i taglieri di salumi e formaggi locali, oltre a primi saporitissimi e secondi di carne.
Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015




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