Percorrere l’Aspromonte in moto è un’esperienza che prima o poi tutti i motociclisti sognano di fare. Si tratta di un viaggio che si snoda per strade sterrate, rettilinei con curve dolci ma anche tornanti di montagna impegnativi.
Il premio per un itinerario del genere è un paesaggio indimenticabile. I due mari, Ionio e Tirreno, che brillano in lontananza, la vegetazione fitta e la fauna della riserva naturale dell’Aspromonte ripagano di ogni fatica.
La moto è il mezzo migliore per apprezzare tutta la biodiversità di questo territorio, dove si alternano boschi fitti e macchia mediterranea.
Il viaggio in moto in Aspromonte comincia da Gioia Tauro, città calabra famosa per il porto, la sua piana fertile e le spiagge dorate bagnate da un mare cristallino.
Lasciata la cittadina alle proprie spalle l’itinerario prevede un tratto di provinciale, prima di svoltare sulla Castellace-Quarantana-Cirello. Questa arteria si immette successivamente sulla SP2, passando per Castellace Nuovo, Lubrichi e Sitizano. Prima di arrivare alle pendici dell’Aspromonte, ci si immette sulla SP 3.
L’ingresso al Parco Nazionale dell’Aspromonte avviene dalla cittadina di Gambarie, un piccolo centro a 1.350 metri sul livello del mare. Il Parco Nazionale dell’Aspromonte è parte del Parco Nazionale della Calabria. Si tratta di un’area protetta, posta nel centro dell’insieme dei rilievi montuosi dell’Aspromonte, in cui spicca la vetta più elevata: il Monte Cocuzza, con i suoi quasi 2000 metri.
Da qui si gode di un panorama straordinario. Il consiglio è di lasciare la moto e fare una passeggiata a piedi; solo così è possibile scoprire la fauna e la flora del territorio; non è difficile imbattersi nel gufo reale, in tassi, volpi e aquile; è molto più raro incontrare i lupi, che lentamente stanno ripopolando la zona.
Dopo la breve escursione a piedi si può riprendere la marcia in moto lungo la SP3. Il tragitto stradale è molto suggestivo, caratterizzato da 30 chilometri di curve e rettilinei che portano fino a Bagaladi.
Il paesaggio in cui ci si trova immersi è costellato di ulivi, lungo la fascia collinare. Sulle montagne sono presenti anche boschi di faggi e castagni, mentre in basso la piana è coltivata a cereali. Tutto attorno si nota una scarsa antropizzazione: ci sono unicamente tracce di antiche case coloniche e frantoi.
È il momento di lasciare il Parco Nazionale, aggirando l’Aspromonte in direzione est per giungere a Roghudi, la cui frazione Chorio merita una breve sosta. È un paese di artigiani, tessitrici di ginestra e intagliatori, i cui lavori si ispirano per tradizione naturale ai manufatti della cultura greco-latina. Anche l’escursione nella vecchia Roghudi ti incanterà: la cittadina è inerpicata su uno sperone roccioso.
Il viaggio su due ruote in Aspromonte non smette di riservare belle sorprese, come la cittadina di Bova; ci stiamo spostando sempre più a Levante, salendo lungo la dorsale del complesso roccioso, avvicinandoci al mare, di cui si avverte la presenza man mano che il viaggio si completa.
Bova è un borgo meraviglioso incastonato nel versante sud dell’Aspromonte. La cittadina è celebre, oltre che per la sua bellezza anche per la vecchia locomotiva a vapore esposta in piazza Ferrovieri d’Italia; se si considera che siamo a 900 metri sul livello del mare e che non c’è la ferrovia, la suggestione di questo luogo cresce a dismisura.
Il tratto che va da Bova a Palizzi è uno dei più gettonati tra i motociclisti: si tratta di un sentiero panoramico che ben presto si trasforma in una strada sempre più impegnativa in quanto accidentata. Le valli sottostanti sono lambite dall’azzurro del Mar Jonio. Ti sembrerà di essere in un luogo abbandonato dall’umanità. La sola testimonianza della presenza dell’uomo è fornita dalle capre, dalle casupole dei caprari e da qualche placido cane.
La strada, da essere asfaltata, si trasforma in una mulattiera sterrata che inerpicandosi giunge a un torrente. Successivamente continua in salita sboccando sul versante meridionale del complesso montuoso, che svela la sagoma dell’Etna in lontananza.
Da Palizzi a Pietrapennata ci sono circa 9 chilometri di curve, lungo la SP165; Pietrapennata è una frazione di Palizzi, e per giungerci devi percorrere la strada provinciale, lungo la quale incontrerai la fontana sulfurea le cui acque sono particolarmente apprezzata.
A rendere famosa la zona c’è una chiesa dalle antichissime origini, ricostruita nel XVI secolo: è famosa per la statua marmorea che rappresenta la Madonna dell’Alica. Seguendo la strada provinciale 66, che passa per Staiti immettendosi sulla statale 106, arriverai al mare. Il percorso prosegue fino a Contrada Marinella, passando per Canalello lungo la E90, la litoranea che corre lungo lo Jonio.
È un tratto straordinario per la bellezza della costa jonica, che abbandonerai per risalire fino a Samo, nuovamente a ridosso dell’Aspromonte. Il paese è stato fondato nel 492 a.C. dai Greci esuli dell’isola di Samos. Questi erano stati messi in fuga dall’esercito persiano di Dario I.
Siamo quasi al termine del viaggio. Giungerai a San Luca percorrendo la SP69 e poi la Strada Comunale Crocefisso, attraverso la fiumara Bonamico le cui acque impetuose hanno forgiato la vallata.
Arrivati a San Luca il consiglio è di proseguire fino al lago Costantino, noto anche come Lago degli Oleandri. Si tratta di un lago effimero nel cuore dell’Aspromonte, che molti studiosi provenienti da tutta Europa hanno voluto studiare, a causa della sua origine alluvionale.
È il momento di abbandonare il lago per tornare di nuovo verso San Luca, che merita comunque una visita, grazie a salite e discese che allieteranno il ritorno al punto di partenza del tuo viaggio. Ti basterà riprendere la SP2 seguendo le indicazioni per Gioia Tauro, percorrendo la SP2bis e poi la SP29.
Prima di riprendere il viaggio non perdere l’occasione di fermarti in un ristorante per assaggiare alcune delle specialità calabresi della zona dell’Aspromonte. Oltre alla già nota ‘nduja, il consiglio è di provare i formaggi di malga oppure i celebri salumi di selvaggina.
Ma l’Aspromonte è anche zona di fiumare e torrenti: i salmerini alle erbe sono una delle specialità più gustose del posto; il torrone di pasta di mandorle è il dessert ideale per concludere il pasto prima di ripartire.
Il paesaggio dell’Aspromonte è quasi del tutto incontaminato. A risentire di questa immersione nella natura selvaggia sono le strade, specialmente quelle secondarie, quando si esce dalle provinciali e dalle statali.
Il fondo stradale, specialmente in moto, è impegnativo in quanto spesso dissestato, se non completamente compromesso. In molti casi la vegetazione è talmente preponderante da invadere le strade rendendo difficoltoso il percorso.
Per questo il consiglio è di spostarsi con un enduro stradale di media o anche di grossa cilindrata; le sospensioni dovrebbero essere possibilmente a escursioni lunghe; a causa delle buche e dei sassi, che si incontrano durante l’itinerario, si consigliano ruote con cerchi a raggi.
Per quanto riguarda le strade provinciali, c’è da segnalare la SP23, che si percorre tra Bagaladi e Ghorio: in alcuni tratti ha un limite di velocità di 30Km/h. Si consiglia di procedere con prudenza per la presenza di tornanti. La SP 3 tra Bagaladi e Gambarie non è in perfette condizioni, dunque è necessario procedere con grande prudenza; da tempo si invoca la messa in sicurezza del tratto.
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