Si scrive Passo Giau, si legge terrazza panoramica d’Europa. E sì, perché questo valico delle Dolomiti che congiunge la Val Cordevole e il Cadore, nell’Alto Veneto, ha degli scorci che nessun altro può offrire. Una strada nata chissà quanti secoli fa, ai piedi di montagne che per la verità non hanno poi altezze da record. Eppure lui ha una marcia in più rispetto agli altri, e la posizione strategica richiama gli amanti delle due ruote da ogni parte d’Italia e d’Europa. Lo sanno bene anche i ciclisti, che spesso lo ritrovano tra le tappe del Giro d’Italia, com’è avvenuto l’ultima volta nell’edizione 2021. Lo sanno i motociclisti, che non vedono l’ora di accendere i motori e, sgombra dalle fitte nevicate invernali, inforcare questa strada così iconica. E infine lo sanno le autorità del Bellunese, che con questa strada, e i tanti borghi ad alta quota che lo circondano, costruiscono un’accoglienza turistica inimitabile.
Partiamo da Cortina d’Ampezzo, e procediamo in direzione ovest su SS51 di Alemagna/SR48. Seguiamo quest’ultima per 5 chilometri, in direzione Pocol. Da qui proseguiamo lungo la SP638 per 10 km risalendo il Passo di Giau, dove arriviamo in circa 20 minuti, traffico escluso. Una volta in vetta, proseguiamo in direzione sud verso Passo di Giau/SP638 e prendiamo SP20 in direzione di Loc. Capoluogo a Rocca Pietore.
Siamo ai piedi della Marmolada, non lontani da Sottoguda. Qui prendiamo la SP641 e saliamo il Passo Fedaia, con il suo lago. Attraversiamo il confine e siamo in Trentino-Alto Adige. Continuiamo sulla SS641 per altri 13 chilometri e alla rotonda proseguiamo dritto su Via di Parèda/Strada Dolomites/SS48 per 750 metri fino all’arrivo a Canazei.
Val Boite, Val Cordevole, Cadore. La particolarità del Passo di Giau sta nel trovarsi in un luogo strategico per le comunicazioni nella provincia di Belluno, dove le Dolomiti si mostrano in tutta la loro magnificenza. Ed è infatti uno dei pochissimi passi in Italia che, con il suo percorso, mette in comunicazione non due, ma ben quattro comuni: Colle Santa Lucia (1453 m), Cortina d’Ampezzo (1224 m), San Vito di Cadore (1011 m) e Selva di Cadore (1335 m).
Se l’altezza media delle località servite è di circa 1200-1300 m, per arrivare alla scollinata del Giau bisogna salirne altri mille. Sì, perché il suo punto più alto si trova a 2236 m s.l.m., una quota che lo rende il secondo passo più alto delle Alpi Orientali dopo il Passo Sella, a 2240 m s.l.m.
A differenza del suo prestigioso collega, inserito nel novero dei “Quattro Passi” del Sellaronda, il Giau ha una pendenza significativamente maggiore. Lungo la salita da Cortina d’Ampezzo alla vetta, tutto il tratto da Peziè de Palù ha un’ascesa media del 9%, con tratti ampiamente sopra il 10%. Difficile anche il percorso da Selva di Cadore: 10,15 chilometri di lunghezza, 922 metri di dislivello e tratti che raggiungono il 10,4% di pendenza totale.
Tappa irrinunciabile per chi nei mesi estivi si spinge fino a qui (ma gli escursionisti ci arrivano senza problemi anche in inverno), il Berghotel del Passo Giau è più di una semplice sosta per rifocillarsi o trascorrere una notte a quota 2200 metri. A un passo dal cielo, così si presenta questo che fino agli anni Ottanta era solo uno dei tanti rifugi delle Dolomiti Bellunesi, ma che oggi è un albergo in tutto e per tutto.
Otto camere, tutte con un affaccio panoramico a 360 gradi sulle meraviglie della montagna, in tradizionale stile alpino e con in più la possibilità di degustare, nell’annesso ristorante, i sapori della cucina ladina. Funghi, selvaggina, formaggi e salumi, ma anche la polenta e i dolci, in ambienti caldi dove a dominare sono il legno, la ceramica e la ghisa. Un abbraccio sensazionale da godere anche attraverso un terrazzo panoramico sul quale a ogni assaggio ci si riempie lo stomaco… e il cuore.
Cortina d’Ampezzo, la Regina delle Dolomiti. Basta il suo soprannome più celebre per parlare di lei, meta del turismo invernale in Veneto per eccellenza, la più olimpica delle mete d’alta quota in Italia e unica città del Bel Paese ad aver ospitato i 5 cerchi due volte: la prima nel 1956, la seconda – di qui a venire – nel 2026 insieme a Milano. Imperdibile lo struscio su Corso Italia, dove non mancano piccoli scorci di quelle Dolomiti Ampezzane che offrono escursioni sulla Topfana di Rozes, il Pomagagnon o il vicino lago del Sorapiss.
Cadore. Regione storica, oggi divisa tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia, questa vallata era un tempo per intero veneta, ma nel 2017 Sappada decise, con un referendum popolare, di passare al vicino Friuli. In questo vasto territorio, dove si superano quasi sempre i 1000 m d’altitudine, ci sono posti straordinari. Tra questi il Lago di Misurina, la Croda Marcora e i Lastoi de Formin. Per gli amanti del calcio, da qualche anno Auronzo di Cadore ospita il ritiro estivo della SS Lazio, con momenti pubblici dedicati ai tifosi.
Colle Santa Lucia e Ladinia. Tra Val Badia, Ampezzo e Tirolo si è sviluppata nei secoli la cultura del popolo ladino, ricca di tradizioni e con una lingua antica da scoprire. Nel territorio di Colle Santa Lucia, dove ricade parte del Passo Giau, si possono fare suggestive escursioni, salendo fino alle vette del Nuvolau e dell’Averau, a oltre 2600 metri d’altitudine.
Sono Alessio Gabrielli, ho 26 anni. Laureato magistrale presso l'Università La Sapienza di Roma in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Mi occupo dal 2022 di creare contenuti web per il sito TrueRiders portando avanti la mia passione per le moto e lo sport
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