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Appennino umbro-marchigiano, in moto tra storia e natura

Stefano Maria Meconi  | 23 Apr 2020  | Tempo di lettura: 4 minuti
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Una terra difficile e aspra, ma incredibilmente resiliente: ecco l’Appennino umbro-marchigiano, nel cuore pulsante del Centro Italia.

L’abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni per vicende tragiche, scosso più volte dai terremoti, e forse ne abbiamo dimenticato l’essenza vera. Due regioni uniche, il Polmone verde d’Italia e la sua gemella creativa. Da un lato la produzione norcina, dall’altro quella di carta e pelletteria.

Umbria e Marche, da scoprire rigorosamente in moto con un itinerario che tocca alcune delle più belle località dell’Appennino. Ready to start?

1 Tutto quello che c’è da sapere sull’Appennino umbro-marchigiano

1.1 Geografia

Spartiacque tra l’Emilia Romagna e l’Abruzzo, l’Appennino umbro-marchigiano definisce in pieno l’orografia del Centro Italia.

I due estremi sul piano verticale sono la Bocca Trabaria e il Passo della Torrita. Il primo unisce le valli del Metauro e del Tevere, il secondo si trova interamente nella Regione Lazio, più precisamente tra Amatrice e Cittareale.

Ragguardevole anche l’altezza massima di questa catena montuosa, che sfiora i 2500 metri in corrispondenza del Monte Vettore (2.476 m s.l.m.). Martani, Sibillini e Reatini: i monti dell’Appennino umbro-marchigiano definiscono in maniera abbastanza netta le suddivisioni territoriali, che si spingono fino al confine con la Romagna, Lazio e Abruzzo, deviando fino al mare con il Conero.

monte vettore
L’Appennino umbro-marchigiano ha il suo punto più alto nel Monte Vettore, a quota 2.500 metri

1.2 Passi di montagna dell’Appennino umbro-marchigiano

Lungo l’Appennino umbro-marchigiano, proprio a causa dell’orografia molto complessa, sono numerosi i valichi e passi di montagna. I principali, in ordine decrescente di altitudine, sono i seguenti:

1.3 Cosa vedere nei dintorni

grotte di Frasassi
Uno scorcio delle splendide Grotte di Frasassi, da raggiungere (anche) in moto in direzione Genga

Sono molte le località di interesse lungo le strade, le vette e le pur scarse zone pianeggianti dell’Appennino umbro-marchigiano. Ne riportiamo sommariamente alcune di maggior rilievo:

  • Elcito (San Severino Marche): piccola frazione montana di San Severino, sorge a ben 824 metri di altitudine su uno sperone di roccia che emerge dalle colline circostante. Vi abitano meno di dieci persone, sparse tra alcune abitazioni di colore chiaro, in un contesto naturalistico di straordinaria bellezza.
  • Matelica: città del Verdicchio, pregiato vino marchigiano, è ricchissima di monumenti religiosi rimaneggiati in epoca barocca. Bellissima la Concattedrale di Santa Maria Assunta e la Chiesa del Suffragio. Come a Gubbio, anche qui c’è la tradizione della patente da matto, che viene assegnata a chi compie sette giri intorno alla fontana al centro di Piazza Enrico Mattei
  • Grotte di Frasassi (Genga): scoperte in epoca recentissima, queste enorme grotte furono parzialmente aperte al pubblico negli anni Settanta. Il lavoro di scoperta e agibilità fu intenso, ma permise di scoprire un complesso enorme, sul quale domina l’Abisso Ancona, una cavità ampia 180x120x200 metri, per un totale di 2 milioni di metri cubi.
  • Fabriano: non solo monumenti, come la splendida Fontana Sturinalto del 1285, ma anche e soprattutto la tradizione dell’industria cartiera. Il fu Convento dei Domenicani ospita oggi il Museo della carta e della filigrana, che ospita antichissime collezioni di documenti, strumenti di stampa e una fedele ricostruzione 1:1 delle tecniche di lavorazione medievali della carta.

2 Appennino umbro-marchigiano in moto

2.1 Mappa

2.2 Percorso

112 chilometri di pura bellezza, in un itinerario lungo l’Appennino umbro-marchigiano che dalle Marche ci porta verso l’Umbria, toccando mete più e meno note.

Il nostro punto di partenza è San Severino Marche, con il suo incredibile patrimonio storico-monumentale che apprezziamo prima della partenza alla volta di Elcito, prima tappa intermedia del viaggio.

Il borghetto dista solo 5 km, e ci incanta con la sua bellezza: la posizione ricorda molto quella di Civita di Bagnoregio, rispetto al quale difetta in riconoscibilità.

Dopo una bella passeggiata proseguiamo lungo la SP256 Muccese che, in 17 chilometri, ci porta a Matelica. La città sorge nel mezzo della Valle Esino, l’unica zona pianeggiante marchigiana con uno scorrimento naturale nord-sud.

In città, approfittatene per acquistare il tipico Verdicchio di Matelica, vera eccellenza dell’enologia marchigiana: è un vino bianco ma di grande struttura e corpo, molto simile per questo al rosso.

Da qui, sono 18 i chilometri che ci separano da Fabriano, tutti da percorrere lungo la SP256 in direzione nord. Città Creativa UNESCO, è universalmente nota per la produzione della carta: per scrivere, impacchettare, disegnare e creare. Una presenza inossidabile a casa, in ufficio con il nome della città che è lo stesso brand che conosciamo da secoli.

Dopo aver camminato sotto l’elegante portico di San Francesco, viriamo lungo la SP15 in direzione di Genga. Poco prima del borgo vale la pena sostare, se si ha tempo, alle Grotte di Frasassi. Il complesso naturalistico, uno dei più belli d’Europa, merita sicuramente la visita.

Dopo Genga, seguiamo la SP360 (la vecchia Statale Arceviese) che ci porta in circa 45 chilometri a destinazione: Gubbio. L’abbiamo conosciuta grazie a Don Matteo, adesso la viviamo davvero apprezzando il borgo medievale, l’antico Anfiteatro romano e facendo i tre giri della Fontana del Bargello, rito antico che da diritto alla patente da matto. 

La simpatica tradizione eugubina sarà un ottimo ricordo di questo tour motociclistico dell’Appennino umbro-marchigiano.

Scopri anche l’itinerario del Monte Catria

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015



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