Tra le montagne e i vigneti dell'Alto Adige c'è una piccola valle con monasteri di...vini - TrueRiders

Tra le montagne e i vigneti dell’Alto Adige c’è una piccola valle con monasteri di…vini

Stefano Maria Meconi  | 28 Apr 2024  | Tempo di lettura: 5 minuti

Turismo immersi nel verde, tra montagne incontaminate e splendide colline coltivate a vino. Poi, spazio a città storiche e piccoli borghi, meraviglie della fede e sentieri vista fiume: insomma, chi più ne ha più ne metta. Lungo il percorso che porta al Passo del Brennero, in pieno Alto Adige, incontriamo una vallata di meraviglia: è la Valle Isarco, celebre per le vette delle Alpi Breonie e delle Dolomiti dove, in un tragitto di circa 50 chilometri, visiteremo due antichi monasteri che hanno delle caratteristiche davvero particolari: uno, infatti, è anche una importante cantina vinicola, e l’altro ha le sembianze di un castello. Insomma, ci aspetta un itinerario di montagna… ma non solo!

1 Valle Isarco in moto. L’itinerario

1.1 Mappa

1.2 Percorso

Un piccolo tour della Valle Isarco ma che ha due frecce al suo arco, quelle di cui abbiamo appena parlato: Novacella e Sabiona. Sarebbe decisamente veloce raggiungerle passando per l’Autostrada del Brennero (A22), ma ci priverebbe del fascino tipico dell’Alto Adige. Facciamo allora una variazione sul tema e, lasciata l’Abbazia di Novacella, seguiamo Via Brennero per raggiungere il centro di Bressanone, meta irrinunciabile a queste latitudini. Una volta visitata Brixen, ci attendono le curve della Provinciale 29, che risale le cime alpine in direzione di Plancios. È da qui che si diramano molte piste da sci, con gli impianti di risalita del Kreuztal e del Plose.

Giunti alle sponde del Sass de Putia, il nostro itinerario prosegue verso sud-ovest lungo la Provinciale 163. Un tratto meno impegnativo, ma non per questo meno ricco di suggestioni tipiche della Valle Isarco. Decisamente piacevole è il tratto che attraversa l’abitato di San Pietro, alla stregua delle curve della Provinciale 74 dalle quali si vede il serpentone della A22. Al Monastero di Sabiona, poco fuori Chiusa, giungiamo così con qualche altra curva che regala viste da sogno, degne di parecchi scatti con fotocamere o smartphone. Scegliete voi il mezzo giusto!

2 Valle Isarco, la terra dei monasteri e delle abbazie


La piazza della Cattedrale di Bressanone/Brixen

L’Alto Adige o Südtirol ha una particolare organizzazione del territorio, che riflette le sue origini culturali austriache. La provincia è infatti divisa in otto comunità comprensoriali, che in tedesco vengono chiamate bezirksgemeinschaften. La zona della Valle Isarco si divide in due: l’Alta Valle Isarco (Wipptal) e la Valle Isarco vera e propria, detta Eisacktal. Un territorio ricco di montagne e fiumi, tra i quali appunto l’Isarco, che da il nome alla vallata. Il tutto, senza dimenticare emozionanti destinazioni turistiche, capitanate da Bressanone. Antica sede vescovile, Brixen è celebre per il suo coloratissimo centro storico, tra portici e palazzi merlati. A dominare la città, i profili del Duomo di Santa Maria Assunta e della Weißer Turm, la Torre Bianca, che svetta fino a 72 metri d’altezza.

2.1 L’Abbazia di Novacella, il simbolo della Valle Isarco


I ricchi interni dell’Abbazia di Novacella

Un grande edificio bianco spunta nel verde della Valle Isarco, non lontano da Bressanone. Ecco l’Abbazia di Novacella, fondata nel 1142 e retta, sin da allora, dai monaci che seguono l’antichissima regola di Sant’Agostino. Questo complesso religioso viene considerato come il più importante, oltre che il più grande di tutte le Alpi. Fu proprio per questo motivo che, nel 1956, Papa Pio XII diede alla chiesa la dignità di basilica minore.

A fondare il Kloster Neustift fu, nel 1142, Hartmann di Bressanone, vescovo della città e futuro beato. Per lui fu una sorta di prosecuzione del lavoro che, come preposto, aveva iniziato a Klosterneuburg, nella Bassa Austria. L’Abbazia di Novacella che ammiriamo oggi non è il complesso originale, poiché tutti gli edifici sono stati rimaneggiati o ricostruiti nel corso dei secoli. A stupirci sono soprattutto le mura fortificate, che proteggono l’intero complesso dall’esterno. Per accedervi, infatti, bisogna passare dentro un ponte coperto.


Il Castello dell’Angelo, ovvero la Cappella di San Michele nell’Abbazia di Novacella

All’interno si nota la “stratificazione” degli stili, dal romanico al gotico, fino ad arrivare agli interventi rococò del Settecento. È una situazione piuttosto ricorrente in tutta la Valle Isarco, terra di sintesi delle varie influenze artistiche europee. La Basilica di Santa Maria Assunta, ad esempio, è arricchita da decori in oro e affreschi dal gusto tipicamente seicentesco. La biblioteca dell’Abbazia di Novacella è ancora più recente: il grande salone, opera di Antonio Giuseppe Sartori, risale infatti al 1773.

Presenza davvero curiosa è quella del Castello dell’Angelo, una piccola cappella consacrata a San Michele che ha proprio la forma di un castello, con tanto di merlature e torrette difensive. Pare che sia stata ispirata dagli edifici presenti in Terra Santa. Le sue forme ricordano molto da vicino quelle di Castel Sant’Angelo a Roma. Per gli amanti del buon vino, l’abbazia ospita anche una celebre cantina vinicola del territorio. Qui si producono i tradizionali vini altoatesini, dal Müller-Thurgau al Pinot Grigio, passando per l’immancabile Gewürztraminer.

2.2 Monastero di Sabiona


La rupe di Chiusa, sulla quale si erge l’antico complesso del Monastero di Sabiona

Scendiamo di qualche decina di chilometri in direzione di Chiusa e raggiungiamo il Monastero di Sabiona, la culla spirituale del Tirolo storico. Il complesso di Säben, che sorge su una rupe piuttosto elevata dal fondovalle, ha origini antichissime. Gli storici hanno addirittura dimostrato che la Cattedrale, un tempo sede vescovile dell’intero Tirolo, risalirebbe al V secolo d.C.

Potrebbe essere stato Ingenuino da Sabiona, intorno al 578, a volere la costruzione del complesso come primo titolare della diocedi di Sabiona. La diocesi, infatti, per oltre quattro secoli ebbe il controllo di tutta la zona tirolese, prima di essere soppressa nel X secolo a Bressanone. Oggi l’antica diocesi non esiste più, ma il suo “titolo ecclesiastico” viene comunque assegnato ad alcuni vescovi per mantenerne la tradizione. Oggi il Monastero di Sabiona, con il suo panorama su tutta la Valle Isarco, include l’edificio monasteriale, la Cappella di Santa Maria (o Cappella delle Grazie) e la Chiesa della Santa Croce.

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015



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