Colorata come una sfilata di Carnevale: l'anfiteatro del Mediterraneo è una delle città più belle della Sicilia - TrueRiders

Colorata come una sfilata di Carnevale: l’anfiteatro del Mediterraneo è una delle città più belle della Sicilia

Stefano Maria Meconi  | 22 Lug 2024  | Tempo di lettura: 4 minuti
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Immaginatevi un Carnevale storico, di quelli con sfilate in costume che durano ormai da tempo immemore, tanto che se n’è perso il conto e la memoria per quanti anni sono passati. Ma se la vostra mente è andata subito a Venezia, Fano o Viareggio, guardate più in basso. Dal 1616, infatti, è Sciacca la città che rende questo appuntamento, tipicamente ascrivibile al periodo invernale, celebre in tutta la Sicilia. Oggi però, in piena estate, vogliamo farvi conoscere una città che guarda all’estate come un anfiteatro. Anzi, l’anfiteatro del Mediterraneo, coloratissima e ricca di storia, da scoprire con un occhio sognante e guardando alle sue tante curiosità. Pronti a partire?

Sciacca in moto. L’itinerario

Mappa

Percorso

Lasciata Sciacca, ci immettiamo sulla SS115 in direzione di Santa Margherita di Belice.

Sciacca, una città dai mille colori

L’Anfiteatro del Mediterraneo. Potremmo definire così Sciacca, città dalla curiosa forma a emiciclo bagnata dal Canale di Sicilia. Sono ben trentatré i chilometri di costa di questa località dell’agrigentino, protetta dal Monte Kronio e ricchissima di acque termali. Dal clima temperato, la bella località con i suoi colori ocra merita sicuramente una visita per molti motivi diversi. Gli amanti della cultura apprezzeranno un tour del centro storico, dove emerge il curioso profilo della Basilica del Soccorso, edificio del XII secolo dallo stile dichiaratamente normanno.

Interessanti anche le architetture civili, come i palazzi Bertolino-Tommasi o il Manno. Incredibile è la vista del Castello Incantato, un giardino scultoreo dalle forme più diverse, realizzato nella prima metà del Novecento da Filippo Bentivegna, un operaio che aveva tentato fortuna – senza successo – negli Stati Uniti d’America e che al suo ritorno in Sicilia acquistò un piccolo appezzamento di terreno per dare sfogo alla sua creatività.

Cosa vedere lungo il percorso


Il borgo di Sambuca di Sicilia

A Santa Margherita di Belice è possibile visitare lo storico Palazzo Filangeri di Cutò, conosciuto anche come sede del Parco Letterario Giuseppe Tomasi di Lampedusa e del Municipio cittadino. Per tutti è il Palazzo del Gattopardo, da cui trasse ispirazione lo scrittore siciliano per l’omonimo romanzo.

Sambuca di Sicilia, non distante dal Lago Arancio e città del vino, è stata proclamata Borgo dei Borghi nel 2016 dal programma tv Kilimangiaro. Qui è possibile visitare, tra gli altri, il Santuario di Maria Santissima dell’Udienza, Palazzo Panitteri e i resti dell’antichissimo Fortino di Mazzallakkar, costruito intorno all’830 dagli Arabi.

Non lontano dal Monte Genuardo c’è Contessa Entellina. Siamo nel cuore di quel Belice devastato dal terremoto del Belice (1968) uno dei più gravi terremoti dell’Italia contemporanea. Qui, nonostante la tragedia, è sopravvissuta la comunità arbereshe, e dove si parla ancora correntemente l’albanese. Di particolare pregio tutta l’area, con le sue chiese bizantine, le riserve naturali e le tante zone coltivate a uva.

Una pausa “dissetante” la si può fare a Salaparuta. Anch’essa distrutta dal sisma del 1968, oggi poggia gran parte della sua economia sulla produzione del Salaparuta DOC, tra i migliori vini della Sicilia.


Il cretto di Burri, l’opera di land-art che racchiude le rovine di Gibellina Vecchia

Vero simbolo della distruzione sismica del ’68 è Gibellina, oggi divisa in Vecchia e Nuova. Vecchia, il borgo distrutto dal terremoto del Belice, è la sede cretto di Burri, una delle più grandi opere di street-art al mondo, una enorme colata di cemento che ha “inglobato” come un sarcofago il paese antico. Gibellina Nuova è una “città di fondazione”, dove convivono elementi architettonici modernissimi, spazi ampi ed edifici bassi. Un laboratorio dell’architettura dalle alterne fortune, ma anche un esempio di ricostruzione “illuminata”.

A Calatafimi c’è l’antichissimo Tempio di Segesta, Alcamo è la terrazza palermitana per definizione, con il suo panorama straordinario sulla natura circostante. Al novero delle tante meraviglie scoperte mancano l’altra città arbereshe, Piana degli Albanesi, e Monreale, sede vescovile e sesto comune più grande d’Italia.

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015




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