Il borgo 'piemontese' della Sicilia: non ci sono tartufi e Barolo, ma lo spettacolo incredibile che unisce mari e monti

Il borgo ‘piemontese’ della Sicilia: non ci sono tartufi e Barolo, ma lo spettacolo incredibile che unisce mari e monti

Stefano Maria Meconi  | 18 Ago 2024  | Tempo di lettura: 3 minuti
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Immaginatevi il Piemonte, terra dalle colline punteggiate di vigneti, i cui boschi restituiscono il profumo intenso e l’aspetto selvatico dei tartufi. Una terra dalla profonda tradizione sabauda, elegante, austera. E poi prendetela e traslatela un migliaio di chilometri più a sud, nella verace Sicilia, isola che sa di Mediterraneo in ogni suo angolo, colorata, viva, calda nella molteplicità delle sue espressioni. Cosa ottenete? Novara di Sicilia. Un borgo che sembra un mix tra una crasi e una contraddizione, apparentemente strana, ma poi ci ricordiamo che Guardia Piemontese è in Calabria, Novi Ligure in Piemonte e il Friuli-Venezia Giulia con la città lagunare condivide poco. E insomma, viviamo l’ennesima curiosa realtà italiana. Questa, peraltro, tutta da scoprire. Partiamo?

Novara di Sicilia in moto. L’itinerario

Mappa

Percorso

Una “virgola” che parte dalla Catalogna, passa per il Piemonte e arriva in Grecia. Sembra una follia, ma è i mille mondi della Sicilia. Perché questo itinerario inizia da Barcellona, sì, ma Pozzo di Gotto. Passiamo per la SS113 e ci immettiamo sulla SP93 che costeggia il torrente Patri, raggiungiamo Milici e da continuiamo a immetterci nell’entroterra, risalendo la china fino ad arrivare, dopo un tratto ricco di tornanti, ai 650 m s.l.m. di Novara di Sicilia. Il viaggio però non si conclude qui: prendiamo la SS185 e riguadagniamo il percorso per tornante sul mare, raggiungendo Mazzarrà Sant’Andrea e proseguendo su SP110, poi SS113 fino a raggiungere la località di Tindari, celebre per il suo Teatro Greco e la splendida Basilica della Madonna Nera.

Che ci fa Novara in Sicilia? Il borgo, ovviamente

Abbiamo visto che un piccolo borgo siciliano e una importante città del Piemonte condividono il nome. Ma c’è un legame tra loro? Spoiler: no. Il nome di Novara di Sicilia, infatti, non ha nulla a che vedere con la città del Nord Italia, perché l’etimologia lo vuole come trasformazione secolare tra Noa (maggese), parola di origine sicana, a Novalia (campo di grano per i Romani) a Nouah (giardino per gli Arabi), fino ad assumere il toponimo attuale. Tutti, però, ricordano il ruolo della natura, che qui assume molteplici forme, un granaio ideale come i boschi che circondano il paesino in provincia di Messina.

Sospeso tra due catene montuose, i Nebrodi e i Peloritani, il borgo novarese si sviluppa intorno al nucleo della chiesa di Sant’Antonio, imponente con il suo campanile dalla guglia gotica, ma per ammirarla nel suo complesso è necessario scalare la Rocca Novara (o Salvatesta), 1340 m sul borgo che propone non solo splendidi edifici in arenaria, antiche chiese e scorci panoramici, ma una ricca cultura gastronomica.

Infatti, Novara di Sicilia è sia uno dei Borghi più belli d’Italia e sia una città che ospita diversi Presidi Slow Food. Tra questi il formaggio maiorchino, prodotto con latte di pecora, mentre tra i piatti tipici troviamo sia la ‘ncasciada (una pasta con ragù, polpette, melanzane e uova) e sia il lempi e trori, piatto ricco di legumi, cicerchia e grano, dal nome decisamente evocativo per la ricchezza degli ingredienti.

Cosa vedere lungo il percorso

Abbiamo visto che, nel giro di un paio d’ore, questo itinerario parte dal mare, scala le vette siciliane, rientra verso il Mar Tirreno. Non mancano i luoghi degni di visita, tra cui:

  • Barcellona Pozzo di Gotto, il cui nome sarebbe legato alla presenza degli Aragonesi sul territorio, ricca di opere di land art come i monumenti di Francesco De Francesco ed Emilio Isgrò.
  • Tindari, frazione della città siciliana di Patti, celebre per le importanti vestigia greco-romane. Dell’area archeologica fanno parte l’Acropèoli, il Ginnasio (o Basilica), i resti delle Domus imperiali e delle mura fortificate a protezione della città. Da ammirare l’importante Santuario di Tindari, il cui complesso moderno ospita la raffigurazione della Madonna Nera (Nigra sum, sed formosa del Cantico delle Creature)
Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015




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