Neve in Sardegna? Eh sì, amici cari. Vi sembrerà strano ma anche sulla seconda isola più grande d’Italia nevica e, alcune volte, pure in abbondanza. Quantunque, difatti, nell’immaginario collettivo la Sardegna sia come un immenso parco vacanze che d’inverno chiude i battenti, nella realtà dei fatti è presente una nutrita popolazione che affronta il gelo invernale, al pari di tutti gli altri luoghi del mondo. Quindi, volete venire a provare un’esperienza unica e trasgressiva sull’Isola? Venite in Barbagia e, se sarete fortunati, potrete ammirare candide distese innevate che, per un attimo, vi faranno raggiungere con la mente le vette più alte d’Italia. Venitemi appresso, oggi si fanno le curve barbaricine.
Per scoprire la Barbagia, anzi LE Barbarbagie (dopo scopriremo perché), non si può non partire da Samugheo, il paese dove si trova “sa Brabba janna” (la porta della Barbagia). Questo grazioso centro abitato, infatti, seppur amministrativamente incluso nella provincia di Oristano, è, a tutti gli effetti, il primo centro barbaricino e per la precisione di quella porzione di Barbagia che si identifica come Mandrolisai, terra di buon vino e colline verdeggianti. Da qui, imboccheremo la SP 33 in direzione di Sorgono, seconda tappa del nostro cammino. Il paese è situato oltre il confine di provincia e, per tanto, ricade già nel territorio nuorese.
Da Sorgono la SS 128 ci condurrà sin dentro il cuore di questa meravigliosa Isola, facendoci lasciare alle spalle le colline del Mandrolisai per farci quindi addentrare nei lussureggianti boschi della Barbagia di Ollolai: Tiana, Ovodda e, infine, Fonni saranno i paesi che attraverseremo, piacevoli pause tra le curve divertentissime delle strade che solcheremo. A Fonni, qualora deciderete di affrontare il giro in inverno, troverete con molta probabilità la neve che vi regalerà scorci indimenticabili. Lasciatoci alle spalle Fonni andremo in direzione di Desulo, passando per il passo di Tascusì. Da qui, la strada si addentra nella foresta, facendoci dimenticare la presenza dell’uomo, rimarcata, di tanto in tanto, solo da qualche gregge di pecore.
Dopo Aritzo, nella Barbagia di Belvì, incontreremo la SP 8 che, a suon di curve, ci condurrà dentro la Barbagia di Seulo e poi, per qualche chilometro, dentro il Sarcidano, altra meravigliosa regione storica a sud della Barbagia. Una tappa a Laconi, grazioso centro ai confini barbaricini, è d’obbligo. Una mezz’oretta ancora e saremo tornati a Samugheo, stanchi ma decisamente più ricchi.
Solo a Samugheo troverete il Museo Unico Regionale Arte Tessile Sarda
Seppur la politica abbia deciso di associarlo alla provincia di Oristano, il paese di Samugheo è nuorese (e barbaricino) sino al midollo. La vita scorre serenamente, scandita dai rintocchi della campana, nella maniera tipica di quei paesi che sembrano essersi fermati nel tempo, incantati in una vita lenta e rilassante come cinquant’anni fa. Fermatevi nella piazza della chiesa e chiedete pure informazioni sul centro storico: gli abitati, famosi per la loro ospitalità, vi risponderanno con piacere indicandovi i vicoli e gli scorci più belli da scoprire. A Samugheo potrete inoltre visitare il Museo Regionale dell’Arte Tessile, unico nel suo genere, tributo a una delle principali attività che animano l’economia del paese dalla notte dei tempi.
N.B.: Qualora capitaste questo weekend (30 settembre, 1 ottobre) potrete partecipare alla fantastica manifestazione enogastronomica Mojos e Marigas.
Una delle opere stupende che potrete ammirare a Fonni
In Sardegna potrete trovare veramente tutto ciò che cercate, anche i paesaggi alpini. Ne è prova Fonni, il paese più alto e che, ogni inverno, viene abbondantemente imbiancato dalle nevicate. Un giro nel suo centro storio e nelle campagne circostanti sarà un modo perfetto per sfruttare una pausa durante il lungo tragitto. Le soluzioni per mangiare, qualora capitaste all’ora dei pasti, sono numerose e qui potrete gustare i migliori e più genuini sapori locali.
Gli emblematici vicoli di Gavoi
Vi avevo promesso che vi avrei spiegato il perché di questa dicitura e ogni promessa è debito. Si tende a racchiudere sotto il termine Barbagia tutta quella zona dell’entroterra sardo che i Romani, conquistatori dell’Isola nei tempi antichi, non riuscirono mai a sottomettere; la sua gente, infatti, coriacea e montanara, metteva continuamente in difficoltà il possente esercito romano con delle agili tecniche di guerriglia, a tal punto che non riuscirono mai ad insediarsi stabilmente in quest’area. Da lì il nome Barbagia, che condivide la sua etimologia con barbaro. In realtà, però, parlare di un’unica Barbagia è, quanto meno, riduttivo; sì, perché le Barbagie sono ben sei!
Quali sono? Ve lo dico subito: Barbagia di Nuoro, Barbagia di Ollolai, Barbagia di Mandrolisai (nota anche solamente come Mandrolisai), Barbagia di Seulo, Barbagia di Belvì e l’Ogliastra, storicamente nota come Barbagia di Trigònia. Quindi, invece di andare solo in spiaggia, perché non andarle a scoprire tutte quante?
Credit foto:
Museo Unico Regionale Arte Tessile Sarda
Garfagnino DOC e Sardo di adozione, sono uno storico dell’arte (da qualche anno) e biker sin dalla più tenera giovinezza. Ho iniziato a collaborare con TrueRiders nel 2023 per mettermi in gioco nel campo della scrittura e ho voluto cominciare scrivendo di qualcosa che amo particolarmente: la moto e tutto ciò che le ruota attorno.
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