In Spagna c’è Toledo, ma vicino alle pendici dell’Appennino centrale, un pelo più a est di Isernia, c’è la città dei coltelli dell’Italia. Un paradiso della natura, tra pascoli, cave di pietra luminose e faggeti, uno fra i rispettosi Borghi più belli d’Italia rurale e tagliente. Sull’altopiano del Colle dell’Orso abbiamo nella regione “che non esiste”, in Molise, la nostra Frosolone: paese di artigiani famosissimo per creare coltelli e forbici di fattura di grande pregio ormai da generazioni. E oggi ci facciamo un itinerario su due ruote alla scoperta di Frosolone, tra tornanti, rettilinei di verde, laghi piccoli e grandi e pure una cascata di benvenuto in una certa location. In sella, ora.
Parti da Campobasso imboccando Via Monforte, poi continua su Via Paolo Saverio di Zinno e Via Sant’Antonio Abate. Fatti la Strada Provinciale 41 Garibaldi portandoti verso la Strada Comunale Campobasso-Busso. Alla prima rotonda devi prendere la seconda uscita, mentre alla successiva rimani sulla stessa strada uscendo alla prima. Continua finché non puoi andare leggermente a sinistra per rientrare sulla SP41, poi tira dritto per la SP48 finché non arrivi a Oratino.
Quando hai finito con Oratino fatti Borgo S. Antonio e Contrada Rocca seguendo la SP41 Garibaldi. Passerai per la Rocca di Oratino con un paio di tornanti e una curva strettina, e quando arrivi sulla SS647 Fondo Valle del Biferno invece sarai immerso nel verde ma dovrai continuare verso la SP42 e poi sulla SS618, che ti porta a Frosolone. Parcheggia se riesci presso la Fontana dell’Immacolata e visita pure.
Goduto il borgo dei coltelli rimettiti in sella e vola per Via Sant’Egidio e continua fino a Sessano del Molise con una bella serie di tornanti. Per la strada ci trovi una formazione rocciosa stupenda di nome Morgia Quadra e la Casa Paolucci (Museo della Pietra) di un ex soldato che, di ritorno dalla guerra e a Frosolone, creò un personale museo di pietre molto particolari. Trovi anche un piccolino Lago del Cervaro e un più grande Lago di Civitanova.
Morgia Quadra di Frosolone
Una volta per Via Sant’Egidio, comunque, devi andare per Vico Fiume e poi prendere la Strada Provinciale Aquilonia che ti porta fino a Carpinone. Poco prima di Carpinone sulla destra ci trovi la Cascata Schioppo a mo’ di benvenuto.
Dopo la pausa prendi pure Via Roma verso Isernia con l’uscita Isernia-Santo Spirito dalla SS85 Venafrana, poi continua su Via Santo Spirito finché non arrivi al Corso Giuseppe Garibaldi in mezzo a Isernia. La strada è quasi dritta, con a destra il Caseificio Molise e il Museo Nazionale del Paleolitico praticamente sulla strada verso il centro.
Le strade principali di riferimento lungo il percorso sono la SP41 Garibaldi, la SP48, la SS647 Fondo Valle del Biferno, la SP42, la SS618 e la SS85 Venafrana.
Per l’itinerario diretto (e dinamico) su Maps tocca qui.
Campobasso. Panorama sul Santuario di Santa Maria del Monte
La partenza di oggi è da Campobasso, arroccata sulle colline del Molise. Il fascino di un borgo medievale va a braccetto con la vita moderna senza intoppi: dominata come un tempo dal Castello Monforte passa un centro storico ricco di vicoletti da scoprire e belle chiese, specie la Cattedrale della Santissima Trinità e la Chiesa di San Bartolomeo. Da veder per forza è appunto il Santuario di Santa Maria del Monte che sta accanto al Castello Manforte (queste due qua sopra) di almeno metà Trecento, che dal Novecento sta sotto ai Padri Cappuccini. La facciata ha pietre di Vinchiaturo un po’ irregolari, quindi è un po’ sul rustico.
Se sei in vena di un po’ di storia puoi andare per il Museo archeologico nazionale di Campobasso (lo si conosce meglio come Museo Sannitico) oppure fare tutt’altro e andare al Museo dei Misteri che tiene vive le “macchine” della Sagra dei Misteri, evento famosissimo in zona e tra i più importanti che offre Campobasso (è il museo più visitato del Molise). Il verde non manca, c’è Villa De Capoa coi giardini all’italiana, che per rilassarsi è un amore, ma siamo ancora all’inizio. In sella.
Oratino. Panorama sul Belvedere Ugo Calise (in basso) con la Fontana della Memoria
Non dovrai farti un granché di strada per arrivare a Oratino, anch’esso fra le colline del paese che non esiste. Il centro storico è molto bellino: vicoli in pietra, architetture secolari, e un paio di chiese specifiche. Queste sono la Chiesa di Santa Maria di Loreto con gli affreschi dei fratelli Brunetti e la Chiesa di Santa Maria Assunta che sta nel punto più alto del borgo.
Il Belvedere Ugo Calise ti offre una vista sulla valle del Biferno che è una meraviglia e al centro ha la Fontana della Memoria (sempre di Ugo Calise), mentre La Rocca di Oratino è una antica torre normanna che parla bene della sua storia strategica. Nota di riguardo è che Oratino è rinomato per la tradizione artigianale nella lavorare la pietra e nel festeggiare “La Faglia”, che però te la puoi godere solo a Natale.
Panorama su Frosolone
Ed eccoci finalmente a Frosolone con l’anima antica e la tradizione affilata. Lo si conosce in tutta Italia per creare coltelli e forbici artigianali e un tempo pure nel resto d’Europa: radici profonde nel lavorare l’acciaio, di generazione in generazione, con un legame vecchio come il Regno di Napoli quando gli artigiani vennero incentivati a specializzarsi in coltelleria. Tutt’oggi fra botteghe storiche e officine moderne puoi vedere i mastri coltellinai all’opera mentre creano quei pezzi unici che oggi si esportano in tutto il mondo.
A tal proposito per andare in piena tradizione devi andare nel pieno del centro storico al Museo dei Ferri Taglienti, lì dal ’97 e rinnovato nel 2005. Enorme collezione di utensili da taglio, incluse diverse lame militari: più di 400 pezzi sia locali che non, ma il tutto viene raccontato in modo autentico perché l’artigianalitù dei processi di lavorazione la vedi in due botteghe ricostruite, una con gli strumenti d’epoca di fine Ottocento e l’altra che mostra le tecniche moderne. I frosolonesi l’hanno voluto fortemente per valorizzare le proprie tradizioni, che vivono ancora a ferro e fuoco con diversi artigiani che lavorano ancora nel borgo.
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A tal proposito c’è la Coltelleria Artigianale di Rocco Petrunti come esempio più importante. È di un mastro coltellinaio che fa pezzi unici, e la Coltelleria è un laboratorio dove puoi vedere come vengono creati i coltelli fatti a mano con una cura per i dettagli maniacale, così come per i materiali, legno pregiato e corno incluso.
Oltre ai ferri taglienti comunque Frosolone è stupendo a livello architettonico fra le mura medievali conservate parzialmente sulle radici di epoca sannitica e romana. Sempre in zona centro ci trovi il Palazzo Baronale Zampini, la Chiesa madre di Santa Maria Assunta e soprattutto la caratteristica Fontana dell’Immacolata, fatta in pietra calcarea del XIX secolo che accoglie i visitatori all’ingresso del borgo. In giro puoi chiedere di lei come Fonte Grossa e sta a piazza Alessandro Volta coi mascheroni a testa di leone: la riconosci perché è quella a forma di C con le vecchie vasche che si usavano per lavare. Al centro la fontana decorata è d’acqua potabile. Sempre da vedere (ma più sul naturale) ci sono le Cascate Zumpatur un po’ nascoste tramite un sentiero non un granché segnalato (chiedi e ti sapranno dire).
Sessano del Molise, la piazzetta vicino al Comune e alla Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta
Un piccolo borghetto antico, minuto e delizioso: Sessano del Molise risale ai Normanni quando lo si conosceva come Saxana, in ovvia referenza alle rocce sul territorio. Escludendo la storia e qualche evento importante (una battaglia del 1442 fra aragonesi e angioini) puoi goderti belle cose, considerata la non vastità di questa piccola perlina. Anzitutto? La Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta che vedi lì dietro sulla piazzetta dietro al comune, fatta a metà Settecento (1742), ma pure la Chiesa di Santa Maria degli Angeli in mezzo alla campagna ma del 1606 e ristrutturata nel secolo scorso.
Sessano è dove potresti (dovresti) fermarti per il pranzo: prenditi i carciofi ripieni per sfizio e il fiadone per amor loro, è una torta salata ripiena di formaggio, ma pure la Cappuccia che è un piatto bello sostanzioso di verza, sugo di costatine, cotiche, guanciale e piedi di maiale. Non essendo grandissimo può tornarti utile sapere che San Donato (patrono) si festeggia il 7 agosto mentre Sant’Antonio e Santa Maria degli Angeli li si celebrano invece il 2 agosto.
Carpinone. Vista sul Castello Caldora o Castello di Carpinone
Carpinone invece va più su storia e natura. Come anticipato nella sezione itinerario il benvenuto te lo dà la Cascata Schioppo che è tra le più belle della regione che non esiste (alla faccia). La bellezza la trovi un po’ ovunque: alza il naso e vedi il dominio del Castello Caldora, il Castello di Carpinone, dell’undicesimo secolo. Il forte che aveva in origine 5 torri fu distrutta nel 1223 per essere rifatta nel quattordicesimo secolo dai d’Evoli e poi abitata da Jacopo Caldora, un condottiero famoso (niente spoiler!). Torri e mura si affacciano ancora sulla valle sottostante: da vedere.
Cascata Schioppo che puoi poco prima di entrare a Carpinone
Il centro storico del borgo è tutto acciottolato e molto è in pietra: da vedere c’è la Chiesa Madre di Santa Maria Assunta elegante e neoclassica, fatta su una vecchia cappella dedita all’Arcangelo Michele. Neoclassica causa ricostruzione dopo il terremoto del 1805, ma con lo stesso campanile del restauro del 1725; la Chiesa di Santa Maria di Loreto di inizio Seicento ma eretta su una chiesetta precedente di metà Trecento, dopo che la Madonna apparve in sogno ad un certo Biagio Martella indicandogli esattamente dove la voleva. Pietra e malta, intonaco e tegole di laterizio, e una scultura della Vergine.
Quel capolavoro della Fontana Fraterna di Isernia
La fine del viaggio di oggi arriva a Isernia. La prima cosa che vedi (non di strada, ma su una traversa verso l’entrata per Isernia) è il Museo Nazionale del Paleolitico coi reperti del sito archeologico Isernia La Pineta, cose di 700.000 anni fa, tra i più importanti d’Europa per lo studio del Paleolitico inferiore. Utensili, ossa… e pure un dente da latte umano, una ricostruzione dettagliata del tutto che è particolare.
Verso il centro storico ci trovi la Fontana Fraterna del tredicesimo secolo, fatta usando blocchi di pietra di edifici romani e medievali, dalle eleganti arcate e colonne lavorate fini. La storia di Isernia però te la vivi quando passeggi sul Cardo Maximus che è il vecchio asse viario romano che si fa il centro, con vicoli e piazzette a corredo. Da vedere c’è pure la Cattedrale di San Pietro Apostolo che sta sull’acropoli, sopra le resta di un tempio pagano del terzo secolo a.C. Goditi in tutto ciò le mura ciclopiche e le torri medievali che trovi in qualche punto del centro.
A Isernia comunque si lavora il Tombolo di Isernia, il merletto tipico che lavora a fuselli e che dà alla città la nomea di città dei merletti. È un po’ diverso da quello di Pescocostanzo per come funziona la lavorazione; sempre in zona Isernia comunque c’è un borghetto suggestivo per cui potresti voler fare una piccola deviazione.
Scrivo cose per professione. Paragono dettagli per passione. Accarezzo gatti per amore. Laurea in Comunicazione, classe '94, un uomo semplice: vedo cose belle, metto like. Poi mi incuriosisco, mi informo e vi rendo partecipi di dove crearvi bei ricordi.
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