Un weekend in moto nelle Marche, musica per le orecchie del biker. Una delle regioni più moto-friendly d’Italia spalanca le proprie porte alla redazione di TrueRiders, che sfrutta l’occasione per mettere a punto un itinerario inedito, alternativo e, allo stesso tempo, emozionante.
Tra adrenalina, curve e borghi da incorniciare, #oltremarche – il tour dedicato alla stampa – ha dato la possibilità a noi e ad altri professionisti del settore di vivere e scoprire una regione “diversa”, per certi versi oltre – appunto – i soliti, pur bellissimi, viaggi. Anche per noi rider di strada.
E tra le bellezze che andremo a citare e ad attraversare, non mancheranno quelle legate all’amore per la terra, attraverso alcune delle realtà gestite da Uomini con la u maiuscola (i produttori locali), che hanno scoperto e riscoperto prodotti locali, attività e prerogative territoriali in connubio tra business e turismo. L’azione, l’attrazione, la rivalutazione attraverso le idee: un excursus sano e produttivo premiato anche dai fondi del PSR – Programma di Sviluppo Rurale Marche, capaci di contribuire significativamente allo sviluppo di tante piccole iniziative, finalizzate al bene comune. Le Marche sono anche questo.
Bando alle ciance. Saliamo in moto e partiamo. Per comodità, posizione strategica e centralità rispetto ai mezzi (treni, aerei, autobus, autostrade e, perché no, anche traghetti) inauguriamo il nostro itinerario da Ancona, capoluogo di provincia e di regione. Da qui costeggiamo tutto l’Adriatico marchigiano in direzione sud, attraversando le bellezze del Conero e marine rinomate, come quelle di Porto Sant’Elpidio e Porto San Giorgio.
La nostra prima destinazione è senz’altro Grottammare, autentica perla del sud delle Marche. Situato a pochi chilometri da San Benedetto del Tronto, il borgo arroccato rappresenta una delle più belle – se non la più – terrazze sul mare dell’intera regione. Merita una visita il grazioso centro storico, facilmente accessibile, che conta tanti punti d’interesse d’origine medievale. Vietato andar via senza una foto ricordo sotto gli archetti (con mare sullo sfondo) di piazza Peretti.
Da Grottammare, poi, ci spostiamo verso nord a Cupra Marittima. Le colline dolci e degradanti verso il mare ci cullano, tra una curva e l’altra, verso la sera; quindi è meglio cercare una sistemazione per la notte. Da queste parti, tante sono le strutture che meritano la vostra fiducia, ma in particolare ne consigliamo tre:
– Azienda Agrituristica La Castelletta di Gabriella Rosa (Contrada Sant’Andrea – Cupra Marittima);
– Agriturismo Briciola di Sole, country house a Grottammare;
– B&B Verderosa di Cupra Marittima.
L’itinerario del venerdì è di circa 90 chilometri, per una durata complessiva in sella di poco più di 2 ore. Ciò significa che anche con mezza giornata a disposizione potete fare tutto senza perdere nulla; il consiglio però, soprattutto durante i mesi estivi, è quello di non disdegnare un bel bagno al mare, magari trascorrendo un paio d’ore in relax.
Per il secondo giorno nelle Marche salutiamo il mare e andiamo alla scoperta delle gemme dell’entroterra. Colline, colline e ancora colline, per un paesaggio simile ma sempre diverso che ci accompagna fino a Belmonte Piceno, direzione ovest.
Tra vigneti, frutteti e uliveti, poi, eccoci a Penna San Giovanni, un borgo davvero unico. Fermatevi a visitare i vicoli del centro e, come fatto per Grottammare, scattate il vostro selfie tra gli scorci degli edifici storici medievali, magari prediligendo i resti della suggestiva cinta muraria. Una chicca da vedere è senz’altro il Teatro Comunale di Penna San Giovanni, un’autentica opera d’arte settecentesca in miniatura, con la sua platea da 99 posti.
Curve e passeggiate fanno rima con… fame. Ed è per questo che vi consigliamo di sostare per pranzo all’agriturismo L’Antico Gusto di Contrada Bardi, una delle frazioni di Penna San Giovanni. Carni locali di razza marchigiana a “metri zero” sono il pezzo forte del repertorio, dato che l’azienda gestisce davvero tutto, dall’allevamento al piatto. Una tappa obbligata, oltre che un consiglio spassionato.
Dopo aver riposato – e soprattutto digerito – di nuovo in cammino. La nostra meta è Genga. Sostate, però, anche nei dintorni di Matelica; qui il paesaggio cambia ancora, con le “gobbe” disegnate e colorate dai vigneti del famoso verdicchio che fungono da naturale spartiacque tra la pianura e il subappennino.
Arrivati a Genga, non esitate a passeggiare per il borgo. Da visitare assolutamente il Palazzo Fiumi Sermattei, l’ex edificio del Municipio, situato all’interno delle mura castellane; proprio qui, grazie ai fondi del precedente PSR e con la progettualità dei GAL marchigiani, è stato realizzato un “progetto integrato di recupero e valorizzazione dei luoghi della cultura: polo bibliotecario e delle arti visive”. Il Museo di Genga “Arte, storia e territorio” è un autentico tributo alla Venere (e alle veneri) di Frasassi tutto da scoprire.
Un’altra tappa obbligata è Pierosara, piccola e graziosa frazione di Genga, raggiungibile con appena 10 minuti di moto dal centro principale. Un fantastico gioiello paesaggistico, ottimo per una camminata silenziosa nel borgo o semplicemente per godere del paesaggio; Pierosara, infatti, gode di una prospettiva unica sulle due gole, quella della Rossa e quella di Frasassi. Impossibile non innamorarsene.
Dopo un intenso pomeriggio in moto, con tante soste “fotografiche” e passeggiate tra borghi e musei, è il momento di rifocillarsi. Per la cena vi consigliamo l’Osteria delle Viole di Mergo, piccolo “centro rurale di ristoro e degustazione”, anch’esso realizzato grazie ai contributi del PSR Marche, a 13 chilometri da Pierosara; qui potrete gustare tante gemme culinarie della tradizione locale, “riportate alla luce” con amore e passione. C’è la possibilità anche di pernottare in struttura; in alternativa vi consigliamo la deliziosa Country House “Il Tiglio”, situata a circa 1 chilometro dall’Osteria delle Viole.
Un sabato sera in pieno relax, dopo una giornata densa di chilometri – più di 170 – ed esperienze tra cultura, natura e ottima cucina. Cosa volete di più?
Il terzo giorno, l’ultimo, si parte in mattinata, direzione Acqualagna, la patria universale del tartufo. Preparatevi ad assaggiare questo prezioso frutto della terra, ma prima gustatevi la SP42 in sella, attraversando località amate e importanti come Frontone, Acquaviva e Cagli.
Giunti ad Acqualagna, merita almeno un’ora del vostro tempo il Museo del Tartufo di Acqualagna, altra realizzazione effettuata grazie al PSR Marche, vera e propria tappa “esperienziale” del tour – dove potrete addirittura annusare le varie tonalità di tartufo – per conoscere tutti i processi, dalla ricerca alla tavola; inoltre da visitare c’è anche la Casa natale di Enrico Mattei, fondatore e presidente di Eni, nato proprio ad Acqualagna nel lontano 1906.
Consiglio utile: un ottimo periodo per visitare Acqualagna rimane sicuramente la dieci giorni della Fiera Nazionale del Tartufo Bianco, la specialità più pregiata e amata al mondo. Nel 2019 si svolge la 54esima edizione, dal 27 ottobre al 10 novembre. Un’ottima idea per il Ponte di Ognissanti, non vi pare?
Insomma, una mattinata tra curve, tesori della terra e storia nazionale. Non ci facciamo mancare proprio nulla. Certo che però, data la vicinanza, un vero biker non può davvero rinunciare alla Gola del Furlo. E’ come andare ad Acqualagna e non assaggiare il tartufo bianco locale. Un sacrilegio bello e buono.
Adrenalina e goduria, sulla strada per arrivare alla Riserva naturale statale Gola del Furlo. Magari i centauri più volenterosi e attivi potranno provare il rafting sul fiume Candigliano; altri ancora imbragarsi per testare il proprio equilibrio nel parco avventura; e poi ci sono quelli che preferiscono un viaggio tra storia, flora e fauna della riserva grazie al Museo del Territorio Lorenzo Mannozzi-Torini, una bellissima scoperta.
Dopo questa intensa domenica, è il momento di tornare a casa. Digitate “Ancona” sul vostro navigatore, e la SS3 – la mitica Flaminia – vi cullerà dolcemente fino alla litoranea, la SS16, prima di rientrare proprio ad Ancona. Alla fine il tachimetro segnerà quasi 450 chilometri, per una tre giorni davvero indimenticabile. Il percorso è consigliato per qualsiasi tipo di motocicletta, dalle naked alle supersportive, dato che le soste disseminate lungo l’itinerario sono tante e perfette per riposarsi anche in caso di moto “scomoda”.
Un viaggio intenso, vivo e alternativo per vivere le Marche davvero fino in fondo: una regione a prova di biker, che non delude mai.
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