Se tutte le strade portano a Roma, è pur vero che tutte si indirizzano nell’altro senso verso i quattro angoli d’Italia, e non solo. È da almeno duemila anni, infatti, che le direttrici segnate dai Romani sono percorsi che, a grandi linee, ritroviamo anche nei viaggi di oggigiorno. Come nel caso della Via Salaria, il cui nome ci suggerisce l’antico valore commerciale del sale, che veniva trasportato verso Roma da Castrum Truentinum. Oggi questo insediamento romano non esiste più, almeno con quel nome, ed è divenuto Porto d’Ascoli, la frazione marittima di San Benedetto del Tronto che confina direttamente con l’Abruzzo. E per arrivarci, percorriamo uno splendido itinerario del cuore, che parte da Accumoli, tocca le zone ferite dal sisma del 2016 in un progressivo moto di rinascita, e arriva fino a una delle località di mare più belle dell’Adriatico. Pronti a partire?
Partiamo da Accumuli, in Provincia di Rieti. Siamo nel cuore dell’Appennino Umbro-Marchigiano, pertanto il paesaggio e la nostra strada sarà ricco di salite e curve, seppure il nostro obiettivo è la Valle del Tronto. Imbocchiamo Via Tito Sebastiano. Svoltiamo a sinistra e prendiamo la Strada Statale 4/SS4 in direzione Ascoli Piceno. Giriamo a sinistra prendendo Via Bucciarelli/SP89, seguendo le indicazioni per Arquata/Pretare/Montegallo/Piedilama. Immersi nel verde, svoltiamo a sinistra e prendiamo Via Salaria Borgo/SP129. In 22 minuti siamo ad Arquata del Tronto. In Arquata del Tronto procediamo in direzione est da SP129 verso Via Salaria Borgo, rimaniamo sulla SP 129 e poi prendiamo Via Bucciarelli/SP89. Svoltiamo poi a sinistra e imbocchiamo la Strada Statale 4/SS4. Proseguiamo sulla Strada Provinciale 119 e continuiamo in 24 minuti fino alla destinazione: Cascate di Forcella. Continuiamo sulla Strada Provinciale 119, svoltiamo a destra e prendiamo la Frazione Ponte D’Arli/Strada Provinciale 119 e proseguiamo verso Strada Statale 4/SS4. Continuiamo su Superstrada Ascoli Mare/SS4 e prendiamo l’uscita Ascoli Piceno Ovest. 18 minuti ed eccoci ad Ascoli Piceno.
Ad Ascoli Piceno, prendiamo Via Pretoriana e svoltiamo a destra su Viale delle Rimembranze; continuiamo su Via Pacifici e poi procediamo su Lungo Castellano Sisto V. Prendiamo Via Adriatico e poi entriamo in Tangenziale Sud di Ascoli Piceno e poi su RA 11. Usciamo a sinistra e prendiamo SS16 verso San Benedetto del Tronto/Adriatica. In 26 minuti siamo a Porto d’Ascoli per assistere al Tronto che si immette infine nel mare.
Il corso del Trento si sviluppa per ben 97 chilometri e, oltre ad attraversare la città di Ascoli Piceno, in un tratto segna anche il confine tra Marche e Abruzzo. La valle scavata dallo scorrere del fiume offre un percorso ricco di suggestivi paesaggi, di luoghi di incredibile interesse storico-artistico e interessanti esperienze enogastronomiche. Ad esempio tra San Benedetto del Tronto e Ascoli Piceno si estende la zona vitivinicola DOC più vasta delle Marche; Offida è infatti l’area dei vini piceni: Rosso Piceno, Rosso Piceno Superiore, Falerio dei Colli Ascolani, Offida con i vitigni Passerina e Pecorino. E non è un caso se il nostro viaggio è costellato di colline ricoperte di vigneti che dolcemente degradano verso la valle del Tronto.
Ma il nostro itinerario prevede anche una tappa nel cuore della natura presso le Cascate di Forcella. Il Rio Tallacano termina il suo breve e tortuoso corso tra le montagne gettandosi nel Tronto e dando vita ad una cascata fatta di rapide e salti tra le più interessanti della regione. L’imponente Chiesa di San Giovanni Battista anticipa lo spettacolo naturale, raggiungibile seguendo l’apposito sentiero segnalato. Arriviamo così al primo e più noto salto della cascata alto 15 metri, che nei secoli ha scavato la conca che nei mesi estivi attira moltissimi visitatori desiderosi di bagnarsi nelle acque del Tronto. Il mulino Pompili è una struttura in arenaria che costeggia il lago; un tempo alimentato dalle acque della cascata, oggi è una struttura ricettiva.
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Iniziamo subito con il suo primato: Arquata del Tronto è l’unico comune in Europa a sorgere tra due aree protette: il Parco nazionale del Gran Sasso a sud e il Parco nazionale dei Monti Sibillini a nord. La rocca medievale, simbolo e vanto della cittadina, sovrasta quello che rimane dell’abitato di origine medievale, originariamente protetto da mura e delle cui porte originarie è sopravvissuta solamente Porta di Sant’Agata. Il comune, gravemente danneggiato dai terremoti del 2016-2017, presentava fino a qualche anno fa ai turisti edifici di grande pregio, tra cui la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, la Chiesa di San Salvatore e il Convento di San Francesco che custodisce una fedele riproduzione della Sacra Sindone. La ricostruzione di Arquata del Tronto è stata approvata proprio a fine giugno 2024, e dovrebbe partire nei mesi successivi.
La città divisa in due dal fiume Tronto merita sicuramente una bella tappa. Anche conosciuta come “città del travertino” per il suo centro storico marmoreo, è anche detta “città delle cento torri“. Insomma di soprannomi ce n’è in abbondanza, così come di cose da vedere. Piazza del Popolo è il cuore della città, in cui si affacciano il Palazzo dei Capitani del Popolo risalente al Duecento e ristrutturato nel XVI secolo. E Ancora la Chiesa San Francesco, il Battistero e la Cripta di Sant’Emidio sono assolutamente da vedere.
Le Marche sono una regione che vanta un’incredibile tradizione culinaria, oltre a diverse eccellenze enogastronomiche. Ecco tre ristoranti lungo il percorso in cui potrete assaporare i piatti locali.
Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015
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