Vicino Bergamo c'è la Valle degli Artisti, dove vivere una magnifica esperienza tra natura e paesini d'autore

Vicino Bergamo c’è la Valle degli Artisti, dove vivere una magnifica esperienza tra natura e paesini d’autore

Adriano Bocci  | 28 Gen 2025  | Tempo di lettura: 8 minuti
Val Seriana, vista da Orezzo. iStock-1083560802

A qualche passo da Bergamo si trova la Valle degli Artisti. Siamo in piene Alpi Orobie, ergo trattiamo della Val Seriana, un territorio dove arte, cultura, natura e spade convivono in armonia. Ci sono molti paesini di cui parlare qui, e ne esploreremo qualcuno per nominarne le tradizioni e soprattutto l’artigianalità di ognuna di loro. Le bellezze naturali non mancano, ma d’altronde, per l’itinerario di oggi ti costeggi il Parco regionale delle Orobie bergamasche. Spade, vino, lo scorrere del tempo e tanta bellezza: pronti a partire?

Val Seriana in moto. L’itinerario

Mappa

Itinerario

Parti da Vertova e imbocca la SS671, la strada principale che ti porterà dritto verso l’alta Val Seriana. Prosegui senza deviazioni fino a Clusone, dove la statale si trasforma in Viale Europa. Continua poi in direzione del centro storico, attraversando Piazza del Paradiso.
Riparti da Clusone prendendo Via San Marco e poi Via Senda e puntando verso Villa d’Ogna. Da qua continua su Via Bartolomeo Colleoni e successivamente su Via Cunella, seguendo la direzione di Ardesio. Dopo poco c’è una svolta a destra che ti immette su Via Amedeo Duca d’Aosta, portandoti al centro storico di Ardesio.

Lasciandoti alle spalle Ardesio devi risalire in sella per Via Santa Caterina e farti Piazza Bonvicino Moretto. Continua poi su Via Guglielmo Marconi fino a una svolta a sinistra che ti mette su Via Leonardo da Vinci, e da qui prosegui sulla Strada Provinciale 49 che ti porta fino a Gromo.
Dopo aver attraversato il borgo medievale di Gromo, resta sulla Strada Provinciale 49 e segui la direzione nord. Dopo un lungo tratto lineare, una svolta a sinistra ti mantiene sulla stessa strada, conducendoti verso Valbondione. Continua su Via Pianlivere e mantieni la direzione fino a raggiungere l’ultimo tratto del percorso: arrivato a Valbondione segui le indicazioni che ti portano per le Cascate Del Serio, la perla naturalistica più affascinante della zona.

Le strade principali di riferimento lungo il percorso sono la SS671 e la Strada Provinciale 49.
Per l’itinerario diretto (e dinamico) su Maps tocca qui.

Com’è l’artistica Val Seriana

Clusone in inverno, Bergamo, Val Seriana
Clusone in inverno

Oggi puntiamo, quindi, alla Val Seriana, una delle valli più importanti che ci possono offrire le Alpi Orobie, che va praticamente dalla zona di Bergamo fino ai confini con la Valtellina seguendo il corso del fiume Serio, che nasce dal massiccio del Pizzo di Coca (sta verso fine itinerario) per poi scorrere fino all’Adda.
Son stati vissuti secoli di trasformazioni ma è un territorio ricco di contrasti, tenendo comunque ben intatto il fascino tra montagne, borghetti e una natura imponente che non demorde. D’altronde su tutto il percorso ti costeggi il Parco regionale delle Orobie Bergamasche che non passerà indifferente.

La Val Seriana la si vive già in epoca romana quando veniva attraversata da una strada consolare che la portava a Bergamo, o meglio, a Bergomum. Il fermento economico però esplode nel medioevo in modo muy particolare grazie all’industria del ferro, e l’abbondanza di materie prime più i corsi d’acqua hanno favorito pesantemente lo sviluppo di fucine e officine, con Gromo (vedi quando arrivi) che si distingue pesantemente nella produzione di armi bianche che venivano esportate in tutta Europa. Nello stesso periodo monasteri e chiese cominciano a lasciare il segno a livello di architettura romanica.

Quindicesimo secolo, Repubblica di Venezia, stabilità politica ed economica: Venezia incentiva il lavoro su lana e seta trasformando un po’ la zona, nascono le manifatture tessili che lavorano per secoli. Dalla nascita della ferrovia della Val Seriana con l’Ottocento arriva l’urbanizzazione e il metallurgico, mentre nel Novecento declina il tessile e si creano tanti laboratorietti artigianali che puoi, effettivamente, goderti paesino per paesino. Senza contare le eventuali stazioni sciistiche e i mille sentierini.

Se per questo, nella Valle degli Artisti, ci sono molti itinerari tematici, primo fra tutti quello dedicato ai santuari mariani che fa da motivo principale di pellegrinaggio. In soldoni il  collante principale di ogni santuario è che in ognuno di questi paesi si narra dell’apparizione della Madonna, mentre a livello artistico sono uniti dai lavori di Andrea Fantoni. Andiamo però a parlare di ciò che ci riservano le perle (e le perline) della Val Seriana, perché passiamo sì per Clusone,  ma non c’è solo lei: partiamo orsù da Vertova.

Cosa vedere a Vertova, in partenza

Parrocchia di Santa Maria Assunta, Vertova. Shutterstock_1650201646
Quello splendore della Parrocchia di Santa Maria Assunta

L’itinerario parte nella media Val Seriana da Vertova, un borghino piccino ben famoso per la bellezza naturale di tutto rispetto. Il paesello sorge alla confluenza tra il Vertova e il Serio, e l’attrazione principale in sé è la Val Vertova, valle incantevole con un paesaggio fatto di cascate, pozze d’acqua cristallina e le marmitte dei giganti, lungo il corso del torrente Vertova, fattibile solo a piedi per sentieri e mulattiere. A inizio valle, comunque, il Parco Roset mette a disposizione un’area attrezzata con barbecue, zone relax e ristoro. Ergo, soli è bello, in gruppo è pure meglio.

Natura a parte, a livello artistico-spirituale e di attrazione c’è il Museo Parrocchiale Santa Maria Assunta di Vertova dell’omonima parrocchia in stile barocco. Il museo ha i lavori di Andrea Fantoni ed Enea Salmeggia e oggetti liturgici vari.

Cosa fare a Clusone, il borgo del tempo

Orologio Planetario Fanzago, Clusone. iStock-1410459424
L’Orologio Planetario Fanzago, lì da fine Cinquecento

Clusone è il big della Val Seriana, insignito della Bandiera Arancione del Touring Club e messo fra i Borghi più Belli d’Italia. Il centro storico è something else, tra palazzi eleganti, chiese affrescate e scorci da fotografia. Passiamo al dunque: Clusone è famosa per una cosa sopra a tutte, l’Orologio Planetario Fanzago, un capolavoro d’ingegneria del 1583. Sta sulla facciata del Palazzo Comunale ed è un orologio astronomico ancora perfettamente funzionante che indica orario, fasi lunari e segni zodiacali.

Davanti all’orologio ci trovi l’Oratorio dei Disciplini di San Bernardino la cui facciata ha la seconda cosa per cui Clusone è famosa: l’affresco della Danza Macabra. Lavoro del XV secolo che raffigura una processione di scheletri che accompagnano persone di diverso ceto sociale a ricordo e riflessione della caducità della vita, che va vissuta un quarto di miglio alla volta.

Danza Macabra, Clusone. iStock-1347905063

Imperdibile invece la Basilica di Santa Maria Assunta per i suoi affreschi, così come la Chiesa della Beata Vergine del Paradiso e a completare il menù culturale c’è il Museo Arte Tempo con la collezione di orologi antichi e opere sempre sulla misurazione del tempo.

Ultima cosa, magari non per il tragitto a meno che non ci passi la notte: c’è un’enoteca stupenda nel centro storico chiamata Enoteca Bricconbacco per chi apprezza vino e birre artigianali, contando che come enoteca cercano sempre chicche gastronomiche e vinicole come piccoli produttori di vitigni rari di zone non famose. E una bella selezione di rum, pure in edizioni rare, cesti regalo, prodotti specifici (riso Aquerello, acciughe del Cantabrico, tartufi) e tante robette, come i formati magnum per il vino. Più corsi di degustazione: again, oggi è un ottimo itinerario di coppia.

Ardesio, fede e tradizioni

Santuario della Madonna delle Grazie, Ardesio. iStock-1328681816
Il Santuario della Madonna delle Grazie

Dominato da un anfiteatro naturale di montagne e circondato da boschi di abeti e pascoli, Ardesio è famoso come luogo di culto. Al centro di tutto c’è il Santuario della Madonna delle Grazie, che come anticipato prima è una meta di pellegrinaggi richiamante fedeli da tutta la regione. Di particolare rilievo c’è la Parrocchia di San Giorgio Martire che sta nel centro storico, ma Ardesio è famosa più che altro per una tradizione specifica, la Scasada del Zenerù. Si fa ogni anno il 31 gennaio e anima le vie del paese con un corteo di campanacci e strumenti rumorosi, finendo col rogo simbolico dell’inverno. Altra manifestazione è la Fiera delle Capre che invece si fa a febbraio: esposizioni di animali, prodotti tipici e attività per tutti.

A quasi 1.000 metri d’altitudine c’è la frazione di Valcanale con tanti itinerari escursionistici, volendo, i cui sentieri portano al Rifugio Alpe Corte o ad alcune cime vicine, leggasi il Pizzo Arera, la Cima di Corna Piana e il Monte Corte.

Gromo, la piccola Toledo d’Italia

Gromo, Bergamo. Shutterstock_2561042293

Arroccato su un promontorio roccioso invece ci sorge Gromo, uno dei borghi medievali meglio conservati della Val Seriana, tant’è che è inserito tra i Borghi più Belli d’Italia. Lo si conosce per l’antica tradizione nella lavorazione del ferro e nella produzione di armi bianche, la piccola Toledo a livello di qualità di spade e armature che nel Medioevo si esportavano in tutta Europa da questo puntino di terra (e di roccia).

Il centro storico è un gioiellino. Vicoli acciottolati, botteghe artigiane, un castellino: il Castello Ginami, imponente forte a simbolo di Gromo costruita almeno prima del 1238, attorno al quale si allarga il borgo. È fatto sopra una altura di roccia, un grumo di roccia, che probabilmente dà il nome al borgo: castello ad uso militare a protezione della miniera d’argento, protetto da una parte dal fiume Serio e dall’altra da un ponte levatoio (distrutto causa dominazione veneta) che era stretto abbastanza da far passare 1 cavaliere con 1 cavallo e non di più.

 

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Insomma, logisticamente parlando un castello molto difficile da prendere, anche se appunto con non troppi soldati di stanza. Non era un granché a livello di strutture difensive (ha una grossa torre alta), ma non ne ha avuto bisogno, fra fiume, mura e rupe.

C’è da vedere pure il Palazzo Comunale del XV secolo con gli affreschi che, appunto, raccontano la vita e il commercio delle armi, mentre a livello artistico c’è la Chiesa di San Gregorio con una pala d’altare del diciassettesimo secolo di Enea Salmeggia (il Talpino).

E sì, se ami la storia e le armi, c’è ovviamente il Museo delle Armi Bianche e delle Pergamene che ti fa da tappa imperdibile. Spade, alabarde, strisce, pugnali, documenti storici. Tante, tante opere di metallo, un po’ come le due ruote che fin qui ci han portato. E a ingresso gratuito. Se poi lì ci vai pure per la natura, chi ti ferma? Ci sono vari sentieri escursionistici che si snodano attorno a Gromo per darti belle viste sulle Alpi Orobie e sulla Val Seriana. Se poi vuoi saperne di più su Gromo, entra qui. Mentre invece, per le Cascate Del Serio

Adriano Bocci
Adriano Bocci

Scrivo cose per professione. Paragono dettagli per passione. Accarezzo gatti per amore. Laurea in Comunicazione, classe '94, un uomo semplice: vedo cose belle, metto like. Poi mi incuriosisco, mi informo e vi rendo partecipi di dove crearvi bei ricordi.



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