Un borgo pittoresco incastonato nel cuore del Sannio come tappa principale di oggi, che con la torre doppia è uno dei Borghi più belli (e riconoscibili) del Bel Paese. Siamo qui riuniti su due ruote a girar per la Campania per vedere un capolavoro di torre cilindrica e il castello di accompagnamento, che sembra secondario anche se non lo è. Sanniti, Romani e Borboni, qui c’è stata una delle sconfitte peggiori dell’Impero Romano, ma non solo: pronti a partire?
Inizia il viaggio a Benevento seguendo Viale dei Rettori e Via del Pomerio fino a Ponte Vanvitelli. Dopo aver attraversato il ponte continua su Via Grimaldo Re e poi svolta verso nord per Via Roma a Foglianise. Il percorso ti porta poi su Via Frascio e attraverso una rotonda fino a raggiungere Viale Principe Umberto.
Continua su SP109/SP4 passando per Campoli del Monte Taburno, dopodiché vai per Via Nino Bixio e qualche strada locale fino a Montesarchio (ci sono le indicazioni), focus di oggi. Goditela, e poi riparti per prendere la SS7 verso Apollosa, e poi su Via Sarritelle e Via Vardaro per raggiungere San Leucio del Sannio.
Da San Leucio puoi tornare a Benevento via SP1, Via San Marcello e Strada Casale Maccabei. Poi finisci il tutto facendoti Via Fontanelle, Viale Atlantici, Via Toni Ferrelli e Viale Antonio Mellusi.
Le strade principali di riferimento lungo il percorso sono Viale Principe Umberto, SP109/SP4, SS7, e SP1.
Per l’itinerario diretto (e dinamico) su Maps tocca qui.
Castello di Montesarchio
Siamo in piena Campania e qui in uno dei Borghi più belli d’Italia c’è un sacco di roba da vedere. Siamo d’altronde nell’antica Caudium, capitale dei Sanniti Caudini, celebre per una sconfitta romana storica delle Forche Caudine nel 321 a.C. nella seconda guerra sannitica, dove l’esercito di Roma ha subito una delle sue più grandi umiliazioni.
L’episodio delle Forche Caudine avvenne in un’area che oggi si chiama Passo di Arpaia, una stretta gola montuosa tra Caudium (vicino Montesarchio) e il territorio campano. I Sanniti, guidati dal comandante Gaio Ponzio, fecero una trappola: fake news secondo cui Lucera (città alleata di Roma) era sotto assedio e chiedeva aiuto, e 40.000 soldati romani andarono verso Lucera per il Passo di Caudium. E appena i Romani entrarono nella gola… i Sanniti chiusero le uscite. Ci fu un’umiliazione simbolica: i soldati romani furono obbligati a passare sotto un giogo di lance in segno di sottomissione, e lasciati andare. Questo evento, noto come passaggio sotto il giogo, fu un’onta che andò a pesare molto a lungo per i Romani.
Con l’avvento dei Romani è diventato molto importante sulla Via Appia, la “regina viarum” che collegava Roma a Brindisi, favorendo scambi su scambi; questo in epoca romana, mentre in epoca longobarda l’insediamento s’è trasferito dalla pianura in collina, dove vengono eretti quello splendore del Castello di Montesarchio (ampliato poi da Normanni, Angioini e Aragonesi) e la sua caratteristica torre enorme.
Col passare dei secoli Montesarchio è passato sotto varie famiglie nobili, inclusi i Della Leonessa, i Carafa e per ben più tempo i D’Avalos. Nel dominio borbonico il castello è diventato prigione di Stato ed ha ospitato prigionieri politici di livello, come Carlo Poerio (oppositore del Re Borbone). Oggi come oggi il castello invece è la sede del Museo Archeologico Nazionale del Sannio Caudino che in sei sale va dalla preistoria all’area di Caudium, attuale Montesarchio, tra necropoli e vasi attici.
Qui c’è pure il Cratere di Assteas, vaso del IV secolo a.C. raffigurante il Ratto d’Europa, il mito greco dove Zeus si innamora di Europa e per “conquistarla” si trasforma in un toro bianco, lei si siede su di lui che si lancia verso il mare dell’Isola di Creta, per poi rivelarsi a lei che diventa la madre di Minosse, re di Creta. Niente di sorprendente da parte di Zeus, per chi conosce un po’ di mitologia. Ma comunque, la Torre di Montesarchio si domina la valle ed è la torre doppia vista la sua forma particolare; simbolo del borgo, sta accanto al castello ed è difficile da non notare, come è impossibile non ammirarne il panorama sulla valle attorno e le montagne del Taburno.
Fontana del Leone, Piazza Umberto I, Montesarchio. Francesco Bonino / Shutterstock.com
Parlando d’altro, Montesarchio è parte del circuito dei Borghi più Belli d’Italia dal 2016. Oltre al castello e alla torre la città vanta numerose chiese storiche, come l’Abbazia di San Nicola del XII secolo e la Chiesa dell’Annunziata del XVII secolo. Stanno verso il centro storico, corredate dalla Fontana del Leone a Piazza Umberto I, al centro. Per quando ci arrivi però avrai un po’ di fame e qui gli ingredienti semplici vanno a braccetto con l’abilità delle mani locali: cazzarielli con carne di capra, piccoli gnocchetti con un sugo bello corposo, ma immancabili ci sono pure le melanzane in cassone farcite e cotte al forno, o le zeppole ai fiori di zucca (sì, frittelle). Ordinati pure le polpettine in brodo con il cardone per un piatto bello caldo e accostaci le fave con pecorino per non sbagliare.
Eremo di San Michele Arcangelo sul Monte Caruso, Foglianise
Il viaggetto di oggi si apre e si chiude a Benevento che si vanta monumenti stupendi come l’Arco di Traiano (una delle opere romane meglio conservate) e il Teatro Romano che tutt’oggi si usa per eventistica varia. Patrimonio UNESCO è la Chiesa di Santa Sofia come tesoro dell’architettura longobarda mentre il Museo del Sannio racconta la storia di tutta la zona.
Cambiando lochescion si arriva a Foglianise che è famosa per la Festa del Grano che si fa ogni anno ad agosto per San Rocco, dove si fanno sculture di paglia che addobbano tutto il borgo. Il centro del borgo, nello specifico, è urbanisticamente parlando longobardissimo, e qui ci spicca l’Eremo di San Michele Arcangelo su una grotta naturale del Monte Caruso.
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In giro passi per Campoli del Monte Taburno sulle pendici dell’omonimo monte, ma in collina fra vigneti, uliveti e boschi cedui; lì c’è la Chiesa di San Nicola di Bari tutta da scoprire, così come i vari sentieri del Monte Taburno per bei panorami. In centro poi gli edifici sono in pietra calcarea.
In zona passi pure per San Leucio del Sannio, quello che si chiamava Casale de’ Collinari, per poi cambiare nome in onore del vescovo di Brindisi a cui viene dedicata la chiesa principale. La Chiesa di San Leucio Vescovo è del XII secolo ed è da vedere, ma è principalmente un borghetto tranquillo che per una passeggiata all’aperto è ideale, contando che qui si producono la Falanghina del Sannio DOC, l’Aglianico del Taburno DOCG e il Sannio DOC.
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