C’è una cabinovia per arrivarci, ma anche un lungo e tortuoso sentiero da percorrere a piedi. Sì, ma siamo in Friuli-Venezia Giulia, una regione decisamente lontana da molte delle principali città da cui ci leggete. E dunque, qual è il modo migliore per raggiungere il Monte Lussari? E soprattutto, di che posto stiamo parlando? Presto detto: un idilliaco santuario sulla cima di una montagna a quasi 1800 metri di altitudine, circondato da un vero e proprio borghetto di case dallo stile alpino. Uno di quei posti che, indipendentemente dalle stagioni, è sempre bello: una pizza 4 stagioni, ma questa non si mangia, si ammira!
L’itinerario di circa cinque ore in moto, vi propone un’avventura oltre i confini italiani. Rettilinei armonicamente alternati a curve vi portano alla scoperta di un territorio unico, all’incrocio tra culture. Partiamo dalle Cave del Predil, la frazione del comune di Tarvisio più a sud del Monte Lussari. Saliamo in sella e partiamo alla volta del Monte come prima tappa dell’itinerario. Attraversiamo Tarvisio e presto attraversiamo l’Orrido dello Slizza dove si concentra una varietà naturalistica davvero incredibile e suggestiva. Proseguiamo in direzione Coccau fino a raggiungere il confine austriaco all’omonimo valico che dista dista 5,77 chilometri dal comune di Tarvisio di cui fa parte insieme a Cuccao di Sopra e Cuccau di Sotto. Entriamo in Austria e seguiamo le indicazioni fino a Arnoldstein in Carizia, dove sorge un convento benedettino risalente addirittura al 1106, nonché una famosa stazione sciistica.
Raggiunta Arnoldstein in una decina di minuti e dopo un pit-stop al convento, riprendiamo la strada che va ad ovest, poi seguiamo le indicazioni verso sud che ci portano in Slovenia. Attraversato il confine, guidiamo fino ad arrivare nella ridente cittadina di Polken, dopo circa un’ora di viaggio. Proseguiamo lungo la strada naturalistica e seguiamo le indicazioni verso Sonzia nell’alta valle del Fiume Isonzo e del Piave. L’itinerario in moto attraverso il Monte Lussari si dirige poi brevemente verso nord, fino a raggiungere Strmec na Predelu. Infine è la volta di riattraversare il confine e tornare in Italia. Proseguiamo allora verso nord per arrivare nuovamente alle Cave del Predil.
Veduta invernale del Monte Lussari, Tarvisio
A 1790 m s.l.m., in cima alla montagna e raggiungibile a piedi dal paese di Camporosso (una delle frazioni di Tarvisio), si trova il Monastero del Monte Lussari. La tradizione narra che questo complesso risalga al 1360, quando qui un pastore ritrovò le pecore che aveva smarrito poco prima, inginocchiate intorno ad un cespuglio contenente una statuetta della Madonna con bambino. Sempre secondo la leggenda, l’accaduto colpì talmente il Patriarca di Aquileia da spingerlo a far erigere una cappella sul luogo del ritrovamento. La struttura odierna non corrisponde più alla cappella originale, e la chiesa venne ampliata nel 2000 in occasione del Giubileo. All’interno del santuario si possono ammirare splendide opere del pittore sloveno Tone Kralj, tutte raffiguranti episodi della tradizione mariana, come la Madonna Consolatrice degli afflitti e l’Annunciazione.
Circa 1000 metri più in basso c’è Tarvisio, splendido borgo di confine con la Slovenia, dal quale si può godere di una vista mozzafiato sulle alture e le vallate circostanti. Si tratta di un classico borgo di montagna in cui la popolazione vive ancora rispettando e mantenendo vive le tradizioni più antiche. La posizione di Tarvisio, lungo importanti vie di comunicazione, ha fatto sì che qui si sviluppasse un curioso mix di usanze provenienti dai tre diversi paesi che si affacciano su queste valli: Italia, Austria e Slovenia. Ad esempio è molto sentita l’usanza di festeggiare ogni 5 dicembre il Krampus: un tipo di diavolo travestito, molto popolare nei racconti montanari, che accompagna Saint Nikolaus (San Nicolò), o per meglio dire Babbo Natale. Al centro di Tarvisio si trova un santuario risalente all’anno 1500, meta di numerosi pellegrinaggi che partono da tutti i paesi circostanti.
Il viaggio è alquanto intenso e lungo, ma non può dirsi completo se non arricchito da una sosta enogastronomica che sintetizza le tradizioni culinarie dei tre paesi attraversati.
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