Frequentata dai motociclisti, amata dagli scrittori, scelta dai turisti che vogliono immergersi nelle suggestioni della natura dell’Italia settentrionale, perfetta per andare in spiaggia ma senza dover arrivare al mare. Non è un controsenso, è la Val Trebbia. Un luogo che viene spesso definito con l’appellativo della terra di Hemingway, che la visitò nel 1945, sul finire della Seconda guerra mondiale, definendolo come uno dei luoghi più belli del mondo. E detto da lui, che il globo lo ha attraversato in lungo e in largo nella sua opera di scrittore e narratore, c’è sicuramente da crederci. Non c’è però da fidarsi solo delle parole del celebre autore d’oltreoceano: la vallata, attraversata dall’omonimo fiume che le da il nome, è custode preziosa di scenografie naturali particolarmente piacevoli durante tutto l’arco dell’anno, sia d’estate quando diventa una meta “balneare”, che d’autunno con i colori del foliage. Pronti a scoprirla insieme?
Lasciata Piacenza, vera e propria porta verso l’Emilia-Romagna più verde, iniziamo il cammino che ci porterà per lunga parte a costeggiare il fiume Trebbia, affluente del Po e anche titolare del nome della valle che scopriremo. Dalla città, prendiamo via Borghetto/SS10 in direzione della SP7 a Gragnanino, dove arriviamo dopo 17 chilometri. Continuiamo sulla SP7 fino al bivio di Tuna e proseguiamo verso Gazzola prima (9 km) e Bobbiano poi (16 km), sempre tramite SP7 prima e SP63 poi. Raggiungiamo la SS45 e riguadagniamo la sponda del Trebbia, che teniamo fino all’arrivo, dopo 24 chilometri, a Bobbio. In tutto il percorso è di 61 chilometri, per una durata di poco superiore a un’ora. Volendo, dopo Bobbio si può proseguire verso Torriglia e, da qui, a Genova.
Visitare la Val Trebbia in lungo e in largo è un’esperienza che richiede sicuramente alcuni giorni liberi: complessivamente le località che racchiude sono venti, costituite intorno al centro principale di Bobbio, la Città di San Colombano.
Con il suo imponente Ponte del Diavolo e la storia “a due ruote”, Bobbio è uno dei luoghi migliori da visitare in Val Trebbia. Qui giunse, agli inizi del VII secolo, il monaco irlandese Colombano, che da anni si muoveva in tutta Europa per portare un messaggio di fratellanza ed evangelizzazione. Colomba Bianca, questo il significato del suo nome gaelico, si stabilì nella zona di Bobbio nel 614, un anno prima della morte, fondandovi una grande abbazia, che ancora oggi è visitabile dai turisti. E anche un luogo amatissimo dai riders, perché dal 2002 Colombano di Bobbio è stato proclamato santo patrono dei motociclisti.
Nella vallata di Hemingway ci sono anche molti castelli da visitare, simboli di una forte evoluzione territoriale intorno a piccole realtà difensive che erano frequentissime nel periodo medievale. Provenendo da Bobbio, non possiamo non menzionare il castello Malaspina, oggi ridotto alla sola torre circolare e al corpo primordiale, realizzato da Corradino Malaspina nel corso del XIV secolo. Molto bello anche il castello di Statto (Travo) costruito antecedentemente al 1296 e ampiamente rimaneggiato dalla potente famiglia degli Anguissola; il più noto è sicuramente però il castello di Rivalta (Gazzola), dell’XI secolo, ancora oggi di proprietà degli Zanardi Landi che ne permettono le visite e l’uso come pregiatissima sede di ricevimenti ed eventi.
La Val Trebbia è una località balneare “alternativa” ma dagli spunti interessanti
Per chi vive in regioni non bagnate dal mare, come la vicina Lombardia, la ricerca di mete alternative al mare è certamente un’evenienza ricorrente durante i mesi caldi dell’anno. Da queste parti, una domanda che si sente porre molto spesso è dove andare a fare il bagno sul Trebbia. La scarsa presenza umana nella zona, la natura rigogliosa e le acque limpide del fiume infatti permettono di concedersi una “balneabilità alternativa” che ha poco da invidiare ai frequentati lidi adriatici o tirrenici. Certo, non troverete strutture attrezzate o acque a temperature miti, ma è un’esperienza assolutamente da provare. Tra i luoghi migliori dove tuffarsi ci sono Bobbio e Marsaglia, lungo il corso delle gole del Trebbia. I sedimenti trasportati dal fiume aprono spazi secchi dove illudersi, ma senza rinunce, di trovarsi in spiaggia. A Trebbia sotto Brugnello c’è un tratto di fiume poco profondo, ideale per un tuffo. Attenzione, come sempre, alla corrente.
Ponte Organasco e Ottone offrono infine alcuni tratti di facile accesso, dove l’acqua è riflessata di azzurro e verde, quasi come trovarsi tra i laghi delle Dolomiti.
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