Costruita 2200 anni fa, ma ancora oggi fondamentale nella sua iterazione moderna per gli spostamenti del Bel Paese. La Via Emilia non è solo una trafficatissima strada statale che taglia da nord-ovest a sud-est l’Emilia-Romagna, ma gli oltre 300 chilometri, quasi interamente in rettilineo, che la compongono sono un fil rouge che unisce città, paesaggi, culture e tradizioni, dalla Motor Valley ai luoghi dell’Unità d’Italia. Percorrerla in moto ci regalerà dei percorsi e dei panorami decisamente affascinanti, un percorso originale e insolito, una full immersion nella regione doppia d’Italia: partiamo dalla Romagna, arriviamo all’Emilia. Partiamo?
Partiamo da Rimini e seguiamo per un breve tratto la SS16, per immetterci poi sulla SS9 Via Emilia che, salvo alcune brevi deviazioni, sarà la nostra strada maestra per tutti i 300 chilometri di questo itinerario. Tocchiamo, nell’ordine, Santarcangelo di Romagna e Savignano sul Rubicone, deviando sulla SS726 per raggiungere Cesena. Riprendiamo la SS9 e raggiungiamo Forlimpopoli, tappa intermedia verso Forlì. Da qui continuiamo per Faenza, città delle ceramiche, e poi Imola, dove c’è l’autodromo intitolato a Enzo e Dino Ferrari. Il rettilineo della Via Emilia prosegue imperterrito fino a Bologna, che raggiungiamo dopo aver superato San Lazzaro di Savena. Siamo circa a metà percorso. Dopo il capoluogo emiliano continuiamo, ovviamente dritti, per Modena (dopo un passaggio a Castelfranco Emilia) e subito dopo arriviamo a Reggio nell’Emilia. Ancora dritti verso Parma, la città del bel canto e del Parmigiano Reggiano, e ci avviciniamo a destinazione. Tocchiamo Fidenza e Fiorenzuola d’Arda e concludiamo il viaggio esattamente come la Via Emilia, a Piacenza.
La storia della Via Aemilia si fa risalire indicativamente al II secolo avanti Cristo, per volontà del console romano Marco Emilio Lepido, che ricoprì questo incarico nel 187 e nel 175 avanti Cristo. L’importanza della strada era fondamentale all’epoca, poiché la Pianura Padana, conquistata poco prima dai Galli, era una formidabile zona produttiva. Collegarla per intero sulla direttrice sud-nord, unendola così alla recente Via Flaminia (tra Roma e Fano) avrebbe incrementato la ricchezza dell’Urbe. Si decise così di realizzare un percorso piuttosto lungo, 182 miglia romane (circa 268 km) che unisse le attuali Rimini e Piacenza. Solo in seguito il percorso fu ampliato, raggiungendo l’antico accampamento di Mediolanum, ovvero Milano. La strada era ricchissima di ponti e archi, come quelli che ancora si ammirano a Rimini, Savignano sul Rubicone, Fidenza e Parma.
Con le sue mura medievali pressoché intatte, e le torri che dominano il centro storico, Cesena offre numerose attrazioni da scoprire. Tra queste spicca la Biblioteca Malatestiana, una delle biblioteche medievali meglio conservate al mondo. Se l’ora lo richiede, possiamo fermarci in uno dei tanti chioschi che offrono il prodotto locale per eccellenza, la piadina, servita con squacquerone e prosciutto crudo.
Forlì è una imponente città, fondata tra il 208 e il 188 avanti Cristo, che ci accoglie con Piazza Saffi, sulla quale affaccia l’abbazia di San Mercuriale e il suo alto campanile, ma anche la Torre civica e l’elegante Palazzo delle Poste.
Capitale mondiale delle ceramiche, Faenza. accoglie i visitatori con magnifico e imponente centro storico, che culmina nella Piazza del Popolo e nel Palazzo del Podestà. Fondamentale è la visita al Museo Internazionale delle Ceramiche (MIC), riconosciuto per il suo alto valore anche dall’UNESCO e fondamentale per conoscere la storia di questa produzione così importante a livello globale.
Maranello, la città della Ferrari e tra le mete della “Motor Valley” emiliana
Chi dice Emilia-Romagna, non può che dire motori. Non importa se siano 2 o 4 ruote, ma questa è la regione che ha dato vita agli esempi più importanti, e di maggiore successo, di automobilismo e motociclismo in Italia. La Ferrari (tra Imola e Maranello), Ducati e Lamborghini alle porte di Bologna oppure Maserati, a Modena. Senza dimenticare le società che ruotano intorno a questo mondo, dalla AlphaTauri a BorgWarner, Marelli, Kohler, Dallara. Un vero mondo di motori.
Una volta giunti in città, siamo presi dall’imbarazzo della scelta su cosa visitare. Possiamo andare con calma, ma non troppo, perché il percorso è ancora abbastanza lungo. Scegliamo allora un tour “condensato”, nel quale visiteremo la scenografica Piazza Maggiore, le due grandi Torri (Asinelli e Garisenda) che sovrastano il centro e il magnifico Santuario di San Luca, che ci richiederà una breve deviazione, da fare assolutamente a piedi. Se ci piace la tradizione, non possiamo rinunciare a una pausa pranzo all’Osteria del Sole. Questo locale, aperto addirittura nel 1465, ha una particolarità: viene offerto solo il vino, mentre il companatico dobbiamo mettercelo noi. In cambio, però, possiamo respirare una storia antica, magari mangiando dell’ottima mortadella acquistata in uno dei tanti alimentari del centro, o affidandoci al nostro gusto tradizionale.
Modena è una città dalla storia ricca e variegata, che ci mostra già da lontano i suoi tesori più preziosi: la Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Geminiano e la Ghirlandina, l’altissimo campanile (86 metri) che domina lo skyline cittadino. Qui da provare le crescentine, piccoli panini dalla forma tondeggiante da riempire con prosciutto e parmigiano.
A Reggio Emilia non possiamo non fermarci, per un istante, ad ammirare la Sala del Tricolore, uno dei luoghi che hanno fatto la storia dell’Italia unita. Qui, infatti, il 7 gennaio 1797 la Repubblica Cispadana approvò l’uso del tricolore verde, bianco e rosso, che sarebbe poi stato usato dal Regno d’Italia e dalla Repubblica Italiana, privato dello stemma di casa Savoia.
Decisamente dobbiamo dedicare qualche ora alla visita di Parma. Imperdibili il Duomo e il Battistero, che mescolano sapientemente stile romanico e gotico, così come lo scenografico Palazzo della Pilotta e quello Del Giardino, che ospita gli uffici dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, un importante organismo comunitario che ha sede proprio a Parma.
Prima di concludere il viaggio lungo la Via Emilia a Piacenza, tocchiamo Fiorenzuola d’Arda, bel borgo della provincia piacentina che si contraddistingue per la ricchezza architettonica del suo centro storico, dagli interni affrescati di Palazzo Bertamini Lucca alla romanica Parrocchiale di San Fiorenzo, ma anche per le festività e tradizioni, come il Ponta e cül, un gioco con le uova dipinte che si svolge nel giorno della Pasqua.
Infine siamo a Piacenza, la prima città italiana ad auto-annettersi al futuro Regno d’Italia nel 1848. Bellissimo il Palazzo Comunale, dal profilo a due ordini bicolori (bianco sotto, mattonato rosso sopra) in stile gotico continentale, e da scoprire il Teatro Municipale, ispirato alla Scala di Milano, così come la Basilica di Sant’Antonino, con il curioso campanile ottagonale.
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