A neanche 100 km da Venezia c’è la sua copia in miniatura. Probabilmente non la conosci, o la hai letta di sfuggita in un paio di cartine geografiche da ragazzo, ma si chiama Comacchio e incanta per le stesse cose: la rete di canali, i ponti storici e le casette colorate. Sulla laguna emiliana c’è un paesaggio idilliaco e l’acqua si intreccia con la terra: un piccolo viaggetto in moto da quel di Ferrara e in meno di un’ora e mezzo sei arrivato, se non ti fermi prima. Cosa che, forse, dovresti: se vai a pancia vuota non fai altro che bene, perché vai in un’angolino d’Italia meno noto, quindi aspettati di tornare a pancia piena. Indossa il tuo casco più bello e tira dritto!
L’itinerario parte dal cuore di Ferrara dirigendosi verso sud-est lungo Viale Cavour e proseguendo su Corso della Giovecca, uno dei viali storici della città. Da qui si svolta verso Piazzale delle Medaglie D’Oro, dove inizia il tratto su Via Pomposa ed esci dal centro abitato per andare in piena campagna ferrarese.
Seguendo Via del Mare devi farti alcune rotonde che orientano verso Copparo, passando poi su Via Giordano Bruno e Via Dante Alighieri. Una volta che sei arrivato a Jolanda di Savoia prendi Via Roma, segui la svolta su Via I Maggio e prosegui fino a Codigoro, un paesino suggestivo vicino alla laguna. Da Codigoro continua dritto verso Lagosanto e poi mantieni la direzione su Via del Mare, che ti guiderà fino all’ingresso di Comacchio, dove si apre il paesaggio caratteristico della piccola “Venezia in miniatura”.
Le strade principali di riferimento lungo il percorso sono Via Pomposa, Via del Mare e SR495, che collegano Ferrara a Comacchio passando per suggestivi paesaggi di pianura e campagna.
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Il Trepponti di Comacchio
Comacchio, la Piccola Venezia dell’Emilia-Romagna, è una cittadina incantevole che sta nel cuore del Parco del Delta del Po. La città è, come puoi aspettarti, dotata di una fitta rete di canali, ponti storici e case colorate che danno il benvenuto ai visitatori con un’atmosfera quasi unica. La prima cosa a cui si pensa quando si nomina Comacchio è il Trepponti, un monumentale ponte del XVII secolo con cinque scalinate che fa da simbolo a Comacchio. L’architettura da sola fa uno degli scorci più fotografati di tutta l’Emilia, ma non è l’unica cosa da fare qui.
Imperdibile è il Museo Delta Antico che sta nell’ex Ospedale degli Infermi, con reperti che vanno da etruschi a romani a favore di come l’acqua ha ovviamente plasmato ogni popolazione che ci è passata a vivere.
Non da meno però è il Loggiato dei Cappuccini, che è un porticato lungo più di 400 metri e fatto da 142 archi, collegante il centro storico (Via Mazzini) al Santuario di Santa Maria in Aula Regia. Passeggiando sotto al porticato ci sono scorci stupendi sulla città che potresti sfruttare in un giro di coppia da non sottovalutare. Qualcosa di un po’ diverso che potresti considerare è la Manifattura dei Marinati, un museo-laboratorio con una bella esperienza sull’antica arte della pesca e della marinatura dell’anguilla, prodotto tipico di Comacchio. Si possono vedere le tecniche di lavorazione tradizionale (laboratorio), barche, attrezzature e… degustare tante specialità a base di anguilla (previa prenotazione, specie per i gruppi, batti un colpo di telefono).
Comune di Comacchio – Cinzia astorino, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
Detto questo, le Valli di Comacchio sono una grossa area lagunare che ben si presta a diverse escursioni in barca o in bici, affittandone una, in caso. È un ambiente naturale con tanta biodiversità, inclusi i fenicotteri rosa. Ma passiamo alla ciccia, o meglio, al pesce: la cucina di Comacchio ovviamente va a braccetto coi sapori della laguna, quindi l’anguilla di Comacchio è regina indiscussa. La fanno in vari modi: marinata e conservata in aceto e spezie, grigliata per potenziarne i sapori o in brodetto col pomodoro. Senza nominare i mille altri modi nei vari ristorantini: la vicinanza al mare rende ben disponibili pure vongole veraci e cozze, spesso in sautè o gratinate. Certo, la tradizione emiliana non se ne va: cappellacci di zucca con burro e salvia o col ragù, ma pure il brazadlin (una ciambella ferrarese) e il pampepato, contando il periodo. Da portare a casa ci sono i Vini delle Sabbie del Bosco Eliceo come il Fortana e il Merlot.
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Nel percorso da Ferrara a Comacchio passerai per due località comunque molto carucce: Jolanda di Savoia e Codigoro. Considera di fare una pausetta, in caso, perché non sbaglieresti: Jolanda di Savoia, che sta nel pieno della Terra del Riso, è circondata da estese risaie che disegnano quel paesaggio che ti incanterà per un po’ prima di arrivare a destinazione. Il paese è noto per una cosa: ospita il punto altimetricamente più basso d’Italia, a 3,44 metri sotto il livello del mare, in località Corte delle Magoghe. La biodiversità nelle risaie è sorprendente, ci sono tante specie di uccelli acquatici. Oltretutto c’è il borgo di Gherardi se vuoi fare una deviazione, comunque frazione di Jolanda di Savoia, che è rinomato per i murales a tema cinema che rendono il piccolo centro un po’ più vivace.
Continuando a est invece c’è Codigoro, una cittadina che vanta una pomposa e imponente Abbazia di Pomposa, tra i più importanti complessi monastici medievali d’Italie. Fondata tra il VI e il VII secolo è famosa per gli affreschi e il campanile romano, ma oltre all’abbazia a Codigoro puoi sempre visitare le Valli di Comacchio (ovviamente vicine). Codigoro è molto agricolo e potresti pensare di mangiare qui, poiché vanno forte con riso e pomodoro, quindi se ti viene fame… puoi fermarti prima.
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