Dimenticate l'Andalusia: in Calabria c'è il borgo dei Flagellanti, dove la Settimana Santa si dipinge di una tradizione millenaria

Dimenticate l’Andalusia: in Calabria c’è il borgo dei Flagellanti, dove la Settimana Santa si dipinge di una tradizione millenaria

Adriano Bocci  | 14 Apr 2025  | Tempo di lettura: 4 minuti
Nocera Terinese. Shutterstock_1056703190
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Immaginate di ritrovarvi, come per magia, in un antico borgo medievale circondati da arcaiche figure flagellanti (o, per meglio dire, Vattienti) che, improvvisamente, appaiono dal nulla, infliggendosi una penitenza corporale per commemorare la passione di Cristo: tutto questo accade veramente durante la Settimana Santa a Nocera Terinese, un antichissimo paese della provincia di Catanzaro che ciclicamente, in questo periodo dell’anno, si anima di turisti ed emigrati che fanno rientro per assistere all’ancestrale rito della processione dei Vattienti. Proprio in questa realtà, difatti, si svolge questo antichissimo rito apotropaico, associato alle celebrazioni della Settimana Santa; questo rito del borgo dei flagellanti, più correttamente definiti Vattienti, si tiene il Sabato Santo, durante la processione della Madonna Addolorata. Tutto questo e molto altro è Nocera Terinese e oggi andremo a scoprirla insieme.

Nocera Terinese in moto. L’itinerario

Mappa

Itinerario

Il percorso di oggi potremmo tranquillamente chiamarlo “Calabria coast to coast“: si parte, infatti, da Catanzaro Lido, che si affaccia sul Mar Ionio, per arrivare, dopo circa 70 km, a Nocera Terinese, poco distante dal litorale tirrenico. Pochi chilometri, tutto sommato, per poterci godere appieno, e con calma, delle peculiarità etno-antropologiche che questo particolarissimo borgo dei flagellanti ha de offrire. Ingraniamo la prima e puntiamo quindi verso ovest, sfruttando il tracciato della SS 280 che, non a caso, si chiama “dei due mari“. Godetevi le sue curve ampie e veloci, dove potrete anche permettervi qualche licenza ma sempre con un occhio alla prudenza e ai limiti imposti da codice della strada. In ogni caso, godetevi anche il colpo d’occhio sull’entroterra calabrese.

A Rotoli fate attenzione e non distraetevi: salutata la 280, che prosegue il suo tragitto, e imboccate la SS 18 Tirrena Inferiore che per qualche chilometro vi farà compagnia. A Marinella si cambia, come si usava dire nel linguaggio ferroviario, e grazie a un paio di strade provinciali, in una manciata di minuti potrete già scorgere le abitazioni di Nocera Terinese.

La Pasqua a Nocera Terinese, il borgo dei flagellanti, ha un sapore unico

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La processione della Madonna Addolorata del Sabato Santo

Dicevamo poco fa, immaginate di arrivare a Nocera Terinese proprio il Sabato Santo. Fiumi di gente affollano gli stretti vicoli del centro storico in occasione della processione che commemora lo straziante dolore di Maria, nella veste di Madonna Addolorata, costretta a vivere il supplizio del proprio figlio. I fedeli seguono disciplinatamente l’effige lignea della Vergine che la tradizione vuole scolpita da un anonimo artista poi divenuto cieco per non poter mai più ripetere l’opera.

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Ogni Vattiente ha il suo Acciomu

E mentre siete lì, apparentemente nel bel mezzo di una tanto bella quanto comune processione, appaiono queste agili figure che, sbucando quasi dal nulla, si inseriscono nella processione, si battono le gambe (o meglio si vattono) con il “cardo“, un disco di sughero con 13 pezzi di vetro (simbolo dei 12 apostoli e di Cristo), non prima però di aver preparato la pelle con la “rosa“, un disco di sughero levigato con cui viene sfregata la pelle. Ogni Vattiente è accompagnato con da un Acciomu, un Ecce Homo, che vestito della sua tunica rossa conduce il penitente per le vie del paese.

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Un scena tanto cruda quanto evocativa

Per questo è un Vattiente: è un uomo, un peccatore che vuole espirare una colpa propria o di qualcuno a lui molto vicino, arrivando a spargere letteralmente il loro sangue per questo nobile scopo. E proprio per questo egli si batte in ogni luogo per lui significativo, casa propria, degli amici, di famigliari, per arrivare sino alla Madonna e per lei spargere il suo ultimo sangue. Al termine di tutto i Vattienti si cospargono le ferite con un decotto di rosmarino e, come per magia, il sangue scompare ma non la festa: quella continuerà.

Adriano Bocci
Adriano Bocci

Scrivo cose per professione. Paragono dettagli per passione. Accarezzo gatti per amore. Laurea in Comunicazione, classe '94, un uomo semplice: vedo cose belle, metto like. Poi mi incuriosisco, mi informo e vi rendo partecipi di dove crearvi bei ricordi.



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