Gole del Dades, paesaggio marziano tra le montagne del Marocco - TrueRiders

Il paesaggio marziano del Marocco: ecco la strada che ridefinisce il concetto di bello

Stefano Maria Meconi  | 14 Apr 2024  | Tempo di lettura: 3 minuti
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È come se avessimo deciso, all’improvviso, di lasciare la Terra e atterrare su Marte. Eppure, qualcosa non quadra: gli alberi ci sono, il cielo è azzurro (ma non sopra Berlino) e la voglia di continuare a esplorare ci è permessa da una sufficiente presenza di ossigeno, nonostante l’altitudine. Insomma, l’avete capito, di marziano ci sono solo i colori, ma le Gole del Dades sembrano fatte apposta per conquistare l’attenzione e catturare lo sguardo con i loro tornanti ipnotici e le sfumature intense sul rosso. Per un’avventura che tocca le strade, le montagne e le oasi più belle del Marocco, devi solo continuare a leggere.

1 Gole del Dades in moto. L’itinerario

1.1 Mappa

1.2 Percorso

Il nostro viaggio alla scoperta delle Gole del Dades parte da Ouarzazate. Lasciata la città, ci immettiamo sulla Route Nationale 10 e costeggiamo la Barrage El Mansour Eddahbi, un lago creatosi dallo sbarramento del Fiume Dadès. I panorami che ci portano alle Gole del Dades sono prevalentemente desertici, caratterizzati da dislivelli spesso ampi del terreno, con alcune “macchie” verdi che corrispondono ad oasi o zone naturali più floride. Giungiamo a Kelaat Mgouna dopo 94 chilometri, e già qui iniziamo ad apprezzare l’inverdirsi del panorama che ci circonda, segno che lo scorrere del fiume Dadès arricchisce il terreno e lo rende florido e fertile. La distanza che ci separa da Boumalne Dadès è di 23 chilometri circa, ed è proprio da qui che inizia il viaggio vero e proprio tra le Gole del Dadès. Lasciamo la N10, che prosegue in direzione ovest, e prendiamo la R704, toccando Tamellalt Tinghir lungo i 60 chilometri di percorso che ci portano verso la meta finale delle Gole del Dades, M’semrir.  Se amate l’avventura, potete decidere di proseguire il viaggio delle Gole del Dades lungo la R317 e la A8 per arrivare a Casablanca (443 chilometri) oppure a Fes (475 chilometri), seguendo la R706 e la N13.

2 Cosa vedere lungo il percorso

Nonostante la lingua ufficiale sia l’arabo, muoversi in Marocco è “facilitato” dall’ampia conoscenza del francese, lingua che ci aiuterà anche a relazionarci con la popolazione locale, in generale disponibile e aperta nei confronti dei turisti che si recano da queste parti. Non è raro trovare persone che parlano, o almeno capiscono, anche un po’ d’italiano, vista anche la folta presenza di marocchini nel nostro Paese. Insomma: avrete tanti modi diversi per interagire e godervi le meraviglie delle Gole del Dades. Un paesaggio unico nel suo genere, scavato dall’azione dell’omonimo fiume (lungo 200 km) che ha scavato dei veri e propri canyon profondi fino a mezzo chilometro. Ed è qui che, per rendere più agevoli i collegamenti, sono state costruite strade meravigliose, dove un continuo susseguirsi di tornanti regala dei paesaggi che, in Europa, sarebbero appannaggio delle Alpi o dei Pirenei.

2.1 Ouarzazate, la Hollywood del deserto

Ouarzazate, la Hollywood del deserto, è tra i maggiori avamposti abitati della Valle del Dadès. Ampliatasi enormemente durante la dominazione francese sul Marocco di inizio Novecento, la città ospita una antichissima qasba, ottimamente conservata, dalla tipica architettura magrebina. La sua fama è legata a numerose produzioni cinematografiche, che sono state ospitate qui per la bellezza dei paesaggi, dove è facile riprodurre scene desertiche. Tra i film girati qui, in tutto o in parte, Zona Pericolo (1987), Il Gladiatore (2000) e Le colline hanno gli occhi (2006).

2.2 M’semrir, dove il deserto s’imbianca

Situata a quasi 2.000 metri di quota, M’semrir è un comune berbero, dove si ritrovano le popolazioni nomadi della regione e dove è ancora molto forte l’attività pastorizia. A causa della sua altezza, e anche se il paesaggio suggerirebbe diversamente, non è raro che qui cada la neve, come accaduto nel dicembre 2007, quando le nevicate resero praticamente impossibili i collegamenti con le zone limitrofe.

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015




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