Una strada, un monumento o tutte e due le cose? In Svizzera sono abituati alle cose fatte bene: dai capolavori dell’orologeria di lusso, passando per la produzione di cioccolata fino alle incredibili gesta di un campione come Roger Federer, gli amici rossocrociati hanno una certa predilezione per l’eccellenza. Anche, e diremmo soprattutto, per quanto riguarda il mondo delle strade da moto. Se poi il percorso che affrontiamo è quello della Strada della Tremola, allora sotto le nostre ruote non si aprirà solo un mero tracciato, ma un vero e proprio Monumento viario, perché è così che è stato definito ufficialmente. E proprio così lo scopriremo in sella. Si va?
Lasciata Airolo, si segue il percorso della Strada 2 lungo Via San Gottardo (la strada “statale” e l’autostrada, se così vogliamo, sono vicine ma diverse), e subito dopo il Museo di Forte Airolo cominciano i meravigliosi tornanti che fanno della Tremola una delle più suggestive salite di tutta la Svizzera. Da circa 1.200 metri in su, la salita si fa decisamente corposa, scalando le pendici del San Gottardo. Sotto di noi (molto sotto di noi) scorre il Tunnel stradale del San Gottardo, che collega Airolo a Göschenen con i suoi quasi 17 chilometri di percorso (16.918 metri in tutto). Il St. Gotthard costituisce la seconda galleria stradale più lunga del mondo, dopo il Lærdalstunnelen in Norvegia.
Il tratto più interessante del percorso è quello che conduce all’Alpe di Sorecia, dove troviamo i veri e propri tornanti della Tremola, e che ci permettono di giungere fino in cima al Passo San Gottardo, con il Lago della Piazza e il Lago di San Carlo, l’Albergo e l’Ospizio che già in passato servivano da rifugio e da sosta per i viandanti che attraversavano questo passo lungo la direttrice nord-sud. Da qui in poi, dopo una breve sosta panoramica che ci permette di ammirare la bellezza della Tremola, proseguiamo lungo la Strada 2 del San Gottardo in direzione nord, arrivando dapprima a Hospental e, dopo alcuni chilometri molto più agevoli per la guida, ad Andermatt.
La Strada della Tremola può essere considerata un simbolo dell’ingegneria ottocentesca, quasi un capolavoro visto la disponibilità di mezzi dell’epoca. La sua realizzazione fu resa possibile grazie al progetto di Francesco Meschini, un ingegnere proveniente dal Canton Ticino. I lavori di realizzazione durarono ben cinque anni, dal 1827 al 1832, e si inserirono nello sviluppo della strada del Passo San Gottardo. Quella che si affronta oggi non è però la vera strada originale: la nuova Tremola fu ricostruita, con chiari accorgimenti di sicurezza, nel 1951, dotandola di una carreggiata ampia fino a 7 metri (dunque adatta anche a mezzi di ampie dimensioni) e di muri di contenimento (un importante accorgimento in caso di frane) che arrivano fino a otto metri di altezza.
La strada che da Airolo porta su Motto Bartola e, da qui, prosegue fino al San Gottardo si caratterizza per la presenza di due tratti ricchissimi di tornanti. Il primo (Airolo-Motto Bartola) ne conta 10, più altri 4 dopo lo scollinamento. Il secondo (Motto Bartola – Cappella dei Morti) ne conta altri 8. Complessivamente, però, il percorso della Tremola-San Gottardo ha 24 curve, che hanno ciascuna un nome storico nel dialetto locale. Le òut sono definite da una particolare caratteristica o dal nome di una persona legata alle vicende locali. Tra queste la òut d’la Cross (curva della Croce), la òut du Funt du Bosc o d’Eusebio (curva della Fonte del Bosco) e la successione 17-19, dedicata a San Giuseppe e Sant’Antonio, mentre la curva 21 è quella della Madonna e la 24 (l’ultima in direzione Zurigo) è quella di San Carlo.
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