C’è una regione nel sud della Spagna che, più di molte altre zone analoghe del paese e non solo, parla della ricchezza dell’Europa come terra di incontro di culture, religioni e stili architettonici. Dove sette secoli di dominazione islamica hanno lasciato tracce indelebili sulla contemporaneità, dalle influenze linguistiche a quelle sugli edifici storici. E dove il contatto, l’incontro e lo scambio di idee ci dimostrano in maniera incontrovertibile l’importanza del dialogo e dell’apertura. Siamo lungo la Strada del Califfato, circa 200 chilometri di itinerario tra le meraviglie – di ieri e di oggi – dell’Andalusia. Vamos!
Il percorso canonico della Strada del Califfato (anche chiamato Ruta del Califato o Itinerario del Califfato) si sviluppa tra le due importanti città andaluse di Granada e Cordova, distanti tra loro circa 170 chilometri. Lasciato il centro storico di Granada lungo Av. de Juan Pablo II, prendiamo la GR-30 per 4 chilometri e raggiungiamo lo svincolo per la A-92 che seguiamo per uscire dalla città, fino a immetterci sulla N-432, che seguiamo per circa 30 chilometri. Da qui prendiamo la N-432a per la prima sosta ad Alcalá la Real. Continuiamo sempre sulla N-432 per poco più di 75 chilometri in direzione nord, destinazione intermedia Espejo. Nuova visita, e si riparte: dopo 31 chilometri di N-432 prendiamo la A-431 che ci permette di entrare nel centro di Cordova e concludere così il viaggio.
Agrumi, sole e architetture arabe: l’Andalusia (in foto la Giralda di Siviglia) è la terra più multiculturale d’Europa
Dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente, l’Europa affrontò secoli di lotte e conquiste da parte dei cosiddetti invasori, soprattutto i popoli che venivano dal Nord e dall’Asia più profonda. La Spagna seguì però una traiettoria diversa, perché tra il 711 e il 718 fu praticamente quasi per intero sottomessa al Califfato omayyade che scacciò i Visigoti e diede il via a quasi 7 secoli di dominazione islamica sulla penisola iberica. Dominazione che coincise con una profonda trasformazione anche architettonica del paese, nel quale si diffuse quella architettura mudejar. Dopo la Reconquista, molte moschee dell’Andalusia (e non solo) sono state riconvertite in chiese cattoliche, mentre tanti edifici (i vari Alcazar, per citarne alcuni) hanno mantenuto inalterata la funzione difensiva originale.
Vista interna sul complesso dell’Alhambra di Granada
Granada fu una delle due capitali della fu Spagna musulmana, e terra dai monumenti storici e di straordinaria bellezza, come l’Alhambra e l’Albaycin, reperti dell’architettura mudejar. A differenza di altre città, la Cattedrale dell’Incarnazione non è la riconversione della precedente moschea, ma un enorme progetto rinascimentale che venne realizzato tra il 1518 e il 1704.
Alcalá la Real, a metà circa della Strada del Califfato, è un piccolo comune di circa ventimila abitanti, a prevalente vocazione agricola, e molto noto in zona per l’ottima qualità dei suoi prodotti enogastronomici, soprattutto delle olive e delle ciliegie, e dei prodotti di carne ovini e caprini. Qui possiamo visitare la storica Fortaleza de la Mota, che domina l’abitato medievale, e immergerci nella classica e tradizionale atmosfera della Spagna meridionale, dove i caldi soli estivi la fanno da padrone, e la calma aleggia sovrana.
Espejo, dominata dall’imponente profilo del Castello di Alcalat
Espejo, che in spagnolo significa “Specchio”, è una città di antichissima origine, che si schierò con Roma durante la guerra civile tra Giulio Cesare e Pompeo, e ha conservato alcuni interessanti opere archeologiche, oltre a ben due castelli, il Castillo de Espejo e il Castillo de Alcalat, mentre il centro storico si apre intorno al profilo urbanistico molto elegante della Plaza Central, la Piazza Grande del borgo.
Infine arriviamo a Cordova, una città che conserva in maniera straordinariamente valida le opere del periodo saraceno, sia nei monumenti (la Mezquita, la Medina Azahara e le varie strutture civili e religiose) e sia nelle decorazioni urbanistiche, che si sono fuse, dal Cinquecento in poi, con la Reconquista cristiana, dando luogo a un profilo artistico di grande bellezza
Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015
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