Sarebbe difficile consigliare un intero viaggio che abbia come protagonista principale una galleria. E del resto, non saremo noi a biasimarvi se sceglierete di ignorare il modestissimo consiglio che vi giunge con questo articolo. A volte però bisogna guardare oltre l’apparenza, infingarda ingannatrice, e lasciarsi conquistare dalle suggestioni di luoghi che hanno una storia da raccontare e molto altro da offrire. È come agli inizi di una storia d’amore: pian piano si scoprire il motivo per aver scelto l’altro o l’altra. E sarà lo stesso anche con il Tunnel di Lærdal, che con i suoi 24,5 chilometri è il traforo stradale più lungo al mondo. Non un semplice tunnel, ma una Norway experience pronta ad aspettarvi nel paese più moto-amato d’Europa. Si va?
Il “nuovo” percorso che unisce le località di Lærdal e Flam occupa larga parte della Strada europea E16. Dare delle indicazioni è un lavoro davvero facile: basta seguire, per “appena” 25 chilometri, questo incredibile tunnel che inizia poco dopo Tønjum e finisce alle porte di Aurlandsvangen. Da qui, si prosegue per alcuni chilometri su uno dei due rami dell’Aurlandsfjorden fino all’arrivo alla bella località di Flåm.
In alternativa al Tunnel di Lærdal, esiste un’altra strada che unisce Ausland e Laerdalsoyri. Si tratta della Bjorgavegen, una delle più alte strade della Norvegia. Il tratto di strada raggiunge i 1306 metri nel suo punto maggiore, e ha una lunghezza di circa 30 chilometri. Non è percorribile in inverno e lo rimane per pochissimo tempo in estate, quando è frequentatissimo dai motociclisti. Nel breve ma tortuoso tragitto è praticamente obbligatorio fermarsi ad ammirare il panorama dal punto di osservazione di Stegastein. Si tratta di una piattaforma in legno lunga 30 metri, sospesa a picco sull’Aurlandsfjord, a 650 metri dal fondovalle. E la parete in vetro che separa dal vuoto rende tutto ancora più adrenalinico!
La Oslo-Bergen non è solo una delle più belle strade della Norvegia, ma allo stesso tempo è una delle più difficili in assoluto. La distanza di 463 chilometri si compie infatti in almeno 7 ore, contro i 50 minuti che richiede l’aereo e le circa 6 ore e 50 del treno più veloce. Per fare un paragone, la distanza tra Roma e Milano si copre in meno di 3 ore in aereo e 6 ore in automobile o moto, ma la distanza è maggiore di 100 chilometri (571 contro 463). Da cosa è dovuta questa lentezza? Le strade della Norvegia sono complesse, ricche di curve, ponti e tunnel e la maggior parte delle direttrici nazionali è a una, massimo due corsie. Tempi ridotti, benché il traffico sia decisamente scarso, tranne che nei principali centri abitati come Kristiansund, Oslo, Bergen o Tromso. In più, molti tratti del percorso si possono percorrere solo in traghetto, con enormi allungamenti dei tempi. Per questo motivo, le autorità hanno pensato a infrastrutture spesso imponenti come il Tunnel di Lærdal. Pensate che, prima della sua costruzione, era necessario attraversare in traghetto il Sognefjord, nel tratto tra Lærdalsøyri e Aurlandsvangen, ma in inverno le acque sono spesso ghiacciate. Ecco che le due più grandi città della Norvegia, grazie a questo tunnel, possono essere collegate direttamente e in maniera più veloce, in ogni momento dell’anno.
Per ridurre i tempi di percorrenza tra Oslo e Bergen, nel 1995 la Statens vegvesen decise di dare il via alla costruzione del più lungo tunnel stradale al mondo. Il tratto che attraversa, quello tra Laerdal e Aurland, si trova nella contea del Vestland ed è dominato dalla montagna Bleia-Storebotnen. La costruzione ha richiesto cinque anni di lavori, dal 15 marzo 1995 al 27 novembre 2000, anno dell’inaugurazione alla presenza del Re di Norvegia, Harald V. I numeri del tunnel sono da record:
Tra le particolarità del percorso ci sono le leggere curve che aumentano l’attenzione di chi è alla guida e la presenza, come già detto, di tre grandi caverne. Queste ultime sono degli “allargamenti” della strada, a corsia singola per senso di marcia, dove i visitatori possono fermarsi. Unico nel suo genere, il Tunnel di Lærdal non è stato rivestito da strutture in cemento ma è rimasto, di fatto, “brullo” con le pareti solo adeguate alle necessità dei mezzi di trasporto. L’effetto è dunque ancora più particolare, così come l’illuminazione sui toni del blu che viene utilizzata alternativamente a quella classica di colore giallo.
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