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Certe storie non nascono nelle città. No, non tra le strade piene e i palazzi alti e grossi. A volte un intero paese prende vita tra le montagne nel silenzio di un monastero quando si sussurrano le preghiere e le bandiere si innalzano. Oggi per voi c’è un itinerario outdoor tra le vette del Peloponneso alla scoperta del Monastero di Agia Lavra, un qualcosa di incastonato tra le rocce che è, per molti versi, il simbolo di libertà della Grecia dove è stata benedetta la rivoluzione più importante di tutte.
Pronto a partire per la tua prossima vacanza?
Lasci Patrasso imboccando la Korinthou e N.E.O. Patron – Athinon, puntando dritto verso la Perimetiriki Patron/E55. Ti butti sulla E.O. Korinthou Patron/Olympia Odos/A8/E65/EO8A e la segui senza pensarci troppo finché non arriva l’uscita E65. Da qua prendi la Palea EO Korinthou Patron e continua fino a Diakopto, prima tappa di oggi.
Da Diakopto si inizia a salire: punta a sud-est verso Kernitsis e poi svolta sulla Palea EO Korinthou Patron. A un certo punto la strada cambia nome ed entri sulla Eparchiaki Odos Pountas – Kalavriton, verso Kalavryta e Cave Lakes. L’asfalto si stringe, la quota aumenta e il paesaggio inizia a raccontarti perché questa zona è così speciale: continui lungo la Eparchiaki Odos Diakoptou-Kalavriton finché non ti ritrovi sulle curve di Striftompala che ti portano fino a Kalavryta.
A questo punto ti lasci Kalavryta alle spalle e ti dirigi verso Georgakopoulou seguendo Omogenon Amerikis e Patron in direzione di Agias Lavras. L’ultima strada che devi prendere è la Eparchiaki Odos Kalavriton – Monis Agias Lavras, quella che ti porterà dritto al cuore della storia: il Monastero di Agia Lavra, simbolo di un passato glorioso e meta di pellegrini da oltre un millennio.
Le strade principali di riferimento lungo il percorso sono la E.O. Korinthou Patron/Olympia Odos/A8/E65/EO8A, la Palea EO Korinthou Patron e la Eparchiaki Odos Kalavriton – Monis Agias Lavras.
Per l’itinerario diretto (e dinamico) su Maps tocca qui.
Il Monastero di Agia Lavra a Kalavryta
Alcuni luoghi non sono pietra e storia, ma simboli di un passato che ha fatto tutta una nazione. Parliamo di un gioiellino in mezzo alle montagne del Peloponneso di nome Monastero di Agia Lavra, lieto di fare la nostra virtute e canoscenza. Tra le mura di uno dei più antichi monasteri ortodossi greci, su una collina panoramica, è stato benedetto il vessillo della rivoluzione più importante.
Figura un attimo: fondato nel 961 d.C. da più di 1000 anni è un luogo importante per pellegrinaggio e spiritualità, ma corre l’anno 1821, 25 marzo, e qui il verscovo Germanos di Patrasso ci proclama la Guerra d’Indipendenza Greca sollevando la bandiera bianca con la croce azzurra, simbolo di lotta contro l’Impero Ottomano. Atmosfera tutt’oggi solenne, col silenzio che avvolge gli edifici ricostruiti per varie distruzioni nei secoli: prima i Turchi nel 1585, poi i soldati di Ibrahim Pasha nel 1715 e nel 1826 e poi i nazisti nel 1943. Il monastero di oggi è praticamente una fenice.
Che c’è di bello da vedere, oltre l’architettura? Tesori unici, davvero: la bandiera originale della rivoluzione, il Vangelo donato dalla zarina Caterina II di Russia, e soprattutto la reliquia di Sant’Alessio l’Uomo di Dio, santo ortodosso. Per arrivarci non è semplice, ci son vari percorsi fra boschi e monti, ma la vista è un panorama meraviglioso che fa toccare cielo e terra, e sulla collina opposta c’è un monumento agli eroi della rivoluzione fatto nel 1821.
Trovi il sito ufficiale qui, ma ovviamente fallo tradurre. Gli orari di apertura sono dalle 10 alle 13, e poi 15 alle 15 oppure 16 a 17 in orario invernale ed estivo, rispettivamente.
Chi ha ordinato dal menù una Grecia meno battuta? Da come vedi in mappa quello di oggi è un viaggio per il Peloponneso settentrionale dove mare e montagne si fondono in maniera inequivocabile e le curve richiederebbero, più che delle foto, dei video o proprio una diretta. D’altronde è Grecia, un crescendo di panorami.
Patrasso. E che vista
Spesso ridotta o rilegata a semplice porta d’accesso alla Grecia, Patrasso è in realtà una città vibrante, colorata e piena di bellezze. Viene dominata dal Castello di Patrasso che è stato importantissimo sin dalla nascita dopo un terremoto potente nel 551: 22.725 m² di castello, in uso costante poiché assediato da slavi, saraceni, normanni, arabi… franchi alla quarta crociata, poi sotto il dominio della Repubblica di Venezia, bizantini, turchi… Usato pure in Seconda Guerra Mondiale, oggi lo si sfrutta per il teatro a 650 posti.
E la vista poi è sul Golfo di Corinto, ma questa città portuale ha pure una delle chiese più imponenti dei Balcani, la Basilica di Sant’Andrea Apostolo, o meglio la Basilica di Agios Andreas, dedicata al santo patrono della Grecia. Non è solo monumenti, al che il lungomare è ottimo per assaporare la Grecia contemporanea, piena di taverne e localini.
Ferrovia Diakopto-Kalavryta, vicino al monte Helmos
Lasciato il mare alle spalle Diakopto è il punto di svolta dell’itinerario. Non è una città di grande richiamo, anzi, ma da qui parte un’esperienza che vale il viaggio: la Ferrovia Diakopto-Kalavryta, una ferrovia a cremagliera.
Inaugurata nel 1896 tale piccola meraviglia dell’ingegneria si arrampica lungo la gola del fiume Vouraikos facendosi foreste, ponti e pareti rocciose impressionanti. Un’ora di viaggio che sembra sospesa nel tempo, paesaggi mozzafiato, pareti rocciose mozzafiato, e la sensazione di starr vivendo un’altra epoca.
Holy Monastery Mega Spileon, o Sacro Monastero Mega Spilaio di Kalavryta
Quando poi arrivi a Kalavryta hai storia e natura uniti in matrimonio. A 756 metri sul livello del mare questo piccolo centro montano è, turisticamente parlando, famoso per il suo resort sciistico. Ma pure per uno degli episodi più tragici della Seconda Guerra Mondiale. Il Museo municipale dell’olocausto di Kalavryta racconta il massacro del 13 dicembre 1943 quando i nazisti sterminarono la popolazione maschile della città e rasero al suolo il paese. Un luogo di memoria e una grossa ferita ancora aperta nella storia greca.
A pochi chilometri però c’è un altro luogo iconico, l’Holy Monastery Mega Spileon, o meglio il Sacro Monastero Mega Spilaio. Questo sta incastrato in una parete rocciosa a quasi 1000 metri d’altitudine, otto piani, ed è il più antico monastero della Grecia, fondato nel 362 d.C.
Secondo la leggenda due monaci, Simeone e Teodoro di Salonicco, scoprono in una grotta un’icona miracolosa della Vergine Maria, attribuita a San Luca Evangelista. Nei secoli il monastero è stato distrutto più volte fino all’ultimo attacco nazista del 1943, ma è sempre rinato come l’Agia Lavra, conservando al suo interno manoscritti antichi, reliquie sacre e affreschi.
Scrivo cose per professione. Paragono dettagli per passione. Accarezzo gatti per amore. Laurea in Comunicazione, classe '94, un uomo semplice: vedo cose belle, metto like. Poi mi incuriosisco, mi informo e vi rendo partecipi di dove crearvi bei ricordi.
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