È il passo sulla Parma La Spezia che ha anticipato le autostrade e i grandi flussi di traffico: ovviamente, parliamo del Passo della Cisa. Una strada conosciuta, amatissima, che con la sua storia antica ha valicato i secoli, ancor prima delle montagne. Oggi è un percorso da fine settimana, perfetto da fare in moto. Un tempo, qui transitavano eserciti, merci e pellegrini, poiché il passo aveva una funzione strategica. Con l’apertura dell’Autostrada A15 tutto è cambiato: poche automobili, pressoché nessun camion ma tante due ruote, perché la Cisa si fa sia in bici che in moto. Ed è un grande piacere!
Passeremo attraverso scenari che cambiano più volte in appena 120 chilometri: dalla pianura alla montagna, e poi dalla montagna al mare, regalandoci paesaggi d’eccezionale bellezza. Pronti a salire in sella?
Lasciata Parma, percorriamo un piccolo tratto extraurbano, lungo lo Stradone Martiri della Libertà, che ci immette sul percorso della SS 62. La strada statale è stata istituita nel 1928, ma la sua origine è ancora più antica. Ci manteniamo su Via la Spezia/SS 62 fino all’uscita per Collecchio. Il percorso si immerge subito nella natura emiliana, seguendo per alcune decine di chilometri lo scorrere, lento e algido, del Fiume Taro che ci accompagna da Parma a Collecchio, fino a Fornovo di Taro. Dopo una breve deviazione su SP49, torniamo sulla SS62 e svoltiamo tutto a sinistra verso Castellonchio. Già in corrispondenza di questa località il percorso inizia a salire verso le vette degli Appennini.
Il paesaggio cambia, trasformandosi nella bellezza che è tipica dei monti del Nord Italia. I boschi fitti sembrano “proteggere” i pochi automobilisti, e nel nostro caso motociclisti, che qui passano ogni giorno.
Giunti in corrispondenza di Berceto, sempre lungo la SS 62, inizia la vera e propria “scalata” al Passo della Cisa in moto che mette in comunicazione il parmense con la provincia toscana di Massa-Carrara. Per attraversare il passo prendiamo Ponte Alcide de Gasperi sulla destra e poi Via della Liberazione.
Entrati in territorio toscano, ripartiamo in direzione sud, e completiamo il percorso della Cisa, che corre per circa 20 chilometri verso Pontremoli. Prendiamo Via Fiesolare/SP36, SP31, poi lo svincolo a sinistra per A15/E33 e infine prendere l’uscita per Aulla. Continuiamo su SS62, giriamo su Via Vecchia del Piano e in un quarto d’ora siamo a Santo Stefano di Magra.
La SR62 si avvicina alla A15, in questa seconda parte di viaggio, e spesso l’unico tratto di divisione tra le due strade è rappresentato dal Fiume Magra, che devia verso sud-est in corrispondenza di Santo Stefano di Magra, dove riceve le acque del Vara, nella zona protetta del Parco Naturale Regionale di Montemarcello-Magra.
Dopo Santo di Magra la SS62 si trasforma in SS330, e ci conduce, in circa 15 chilometri, verso la nostra meta finale: La Spezia da dove possiamo ammirare il Mar Tirreno, con la bella baia che definisce la zona più meridionale delle Cinque Terre.
Il Passo della Cisa non vanta un’altezza particolarmente elevata: il punto più alto è a 1.041 metri di altitudine e qui è possibile sostare per un momento e, perché no, visitare lo splendido Santuario di Nostra Signora della Guardia: un antico edificio di gusto gotico, costruito al termine di una lunga e ripida scalinata in pietra. La Cisa è un passo storico e peculiare anche per altri motivi. Innanzitutto sorge lungo la prima tappa toscana della Via Francigena. Infatti ai piedi del Passo si trova ancora l’antico ospedale destinato a viaggiatori e pellegrini: lo Xenodochio di San Benedetto di Montelungo. Distrutto dai Longobardi e poi ricostruito, oggi rimangono solamente pochi ruderi dell’antico albergo.
Il Passo della Cisa è aperto tutto l’anno; le nevicate, pur copiose, ne hanno sempre permesso la percorribilità anche perché non si trova ad un’altissima quota.
Pontremoli, uno dei borghi più belli e caratteristici della Lunigiana, costituisce una delle tappe del nostro itinerario. Caratterizzata dai numerosi ponti che la popolano, la città sorge proprio alla a cavallo tra due corsi d’acqua. Il corso principale si snoda tra palazzi e chiese medievali che accoglievano i viandanti lungo la Via Francigena. Il Castello del Piagnaro domina tutt’oggi l’abitato medievale. Da non perdere sono inoltre la Chiesa di San Giorgio, Porta Parma, Porta Fiorentina e il Museo Diocesano nel Palazzo Vescovile.
Vale la pena arrivare al Passo della Cisa anche solamente per assaggiare la cucina tipica a cavallo tra la tradizione ligure e quella toscana. Ecco tre ristoranti in cui assaporare il meglio del territorio:
Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015
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