Col d’Aspin, croce e delizia del mondo a due ruote quando si parla dei Pirenei in moto. E sì, perché non parliamo di una strada normale o di una provinciale dimenticabile, ma di una strada eccezionale.
Eppure, i numeri di altezza, pendenza e lunghezza non lascerebbero presagire una così grande attenzione da parte di ciclisti e motociclisti. Un luogo che si fa incredibile, per la seconda catena montuosa in Europa in termini di lunghezza dopo le Alpi.
La sua fama si deve soprattutto alla Grande Boucle, nientepopodimeno che il Tour de France, la più antica e celebre corsa ciclistica al mondo. Proprio il Tour è di casa sull’Aspin, ma oggi a godere di questo valico è anche il moto turismo, che si “appropria” di una delle tante salite pirenaiche.
Pronti a partire per questa nuova avventura?
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Il Col d’Aspin si trova nell’arrondissement di Bagnères-des-Bigorre, in quell’Occitania che non è solo regione geografica ma anche storica della bassa Francia. In origine, infatti, era quasi più comune sentirsi dire “sono occitano” che “sono francese”, in questo larghissimo territorio (200mila chilometri quadrati) oggi ripartito tra Francia, Principato di Monaco, Spagna, Italia e Andorra.
Comuni di alta collina, ma circondati dalle vette dei Pirenei, Campan e Arreau sono collegati dalla strada dell’Aspin che ha dei numeri tutti da scoprire:
La presenza del Col d’Aspin nel programma annuale del Tour de France è così frequente che, parlarne, è quasi un esercizio scontato. La prima volta che il colle fu affrontato nel corso della Grande Boucle risale addirittura al 1910, con la vittoria di Octave Lapize, che si sarebbe poi qualificato come trionfatore di una delle prime edizioni del Tour.
Da allora, il transito sul valico è avvenuto per altre settanta volte, l’ultima delle quali (informazione relativa all’edizione 2020, n.d.r.) nel 2016, con la vittoria del britannico Steve Cummings.
Numerose le vittorie in vetta dell’Aspin di ciclisti italiani, a partire dal 1951 con Fausto Coppi. L’ultima vittoria targata col Tricolore risale invece al 1999, nella sedicesima tappa, con Mariano Piccoli.
Il percorso del Col d’Aspin segue la direttrice tradizionale del valico, ovvero da Bagnères-de-Bigorre ad Arreau, per una distanza di poco inferiore ai 40 chilometri. L’itinerario, particolarmente piacevole perché raccoglie la quintessenza dei Pirenei su due ruote, può ovviamente essere adattato a seconda delle proprie esigenze e gusti.
Bagnères-de-Bigorre sorge su quello che era un antico accampamento romano. Furono proprio le truppe dell’Urbe a scoprire, in zona, delle fonti termali sul Monte Olivet. Intorno a queste sorse un complesso abitato, soprattutto in funzione dei bagni, che aveva come utilità quella di promuovere l’utilizzo – per la salute delle popolazioni locali – delle acque calde che sgorgavano dal fiume.
Oggi Bagnères-de-Bigorre è un centro di riferimento degli Alti Pirenei, situato a 23 chilometri da Tarbes (città dotata di un aeroporto internazionale) e a 21 chilometri da Lourdes, sede del più grande santuario mariano al mondo.
Da qui è possibile inoltre raggiungere numerosi altri valichi dei Pirenei, come ad esempio il Col de Tourmalet, la “leggenda del Tour”.
Il nostro itinerario verso il Col d’Aspin prosegue in direzione sud-est, risalendo i circa 650 metri di dislivello che da Campan ci portano fino in vetta. Le salite del valico, non essendo particolarmente ardimentose, ci permettono di godere del suggestivo panorama. La zona è tuttavia spesso circondata dalle nebbie, dunque scegliete con attenzione il periodo migliore per andare (ne parleremo tra poco).
Dopo le foto di rito in vetta, ridiscendiamo in direzione di Arreau. Chi volesse proseguire verso sud può scegliere le indicazioni per il Col de Peyresourde, altro valico decisamente interessante che dal Col d’Aspin dista meno di 100 chilometri.
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Il Col d’Aspin, al netto di situazioni meteorologiche estreme, è aperto tutto l’anno. Sebbene il consiglio sia quello di scegliere i mesi estivi, per unire gli altri valichi dei Pirenei in un itinerario unico, nulla vi vieterà di fare un viaggio anche in autunno. Del resto, la zona è molto piacevole, con i colori della natura, tra settembre e ottobre.
Se è la prima volta che viaggiate in Francia in moto, ecco alcune informazioni utili da tenere in mente. I limiti di velocità sono di 80 km/h sulle strade extraurbane e di 110 km/h su autostrade urbane, strade a doppia carreggiata separata e autostrade in caso di pioggia (normalmente è di 130 km/h, come in Italia).
Il casco è, ovviamente, obbligatorio mentre i limiti di alcool nel sangue sono equiparati a quelli nazionali, con un massimo di 0,5 g/l. La tolleranza per le infrazioni è scarsissima e l’esigibilità della multa avviene direttamente sul posto. In caso di necessità, è possibile rivolgersi al numero unico di soccorso europeo 112 o all’assistenza ACI, valido per i soci dell’Automobile Club Italiano.
Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015
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