A 750 metri di quota sulle vette del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise si incontra il suggestivo borghetto di Castel San Vincenzo. Neanche 500 abitanti per una località che, apparentemente anonima, ospita nel suo territorio due luoghi diversissimi ma dalla fama comune. Il Lago di San Vincenzo e l’Abbazia di San Vincenzo al Volturno, due opere dell’uomo di epoche e forme diverse, si mostrano in tutta la loro bellezza in questo che, un tempo, era l’Abruzzo Citeriore.
Ci troviamo tuttavia in Molise, più precisamente nella provincia di Isernia, non lontano dal confine abruzzese. Due terre storicamente unite, poi separate ma che attraverso questo percorso torneremo, anche se idealmente, a collegare. Il tutto, passando ovviamente del tempo prezioso alla scoperta di questi due gioielli: un grande lago artificiale del Novecento e un sito religioso che risale, nella sua forma originaria, a oltre mille anni fa.
Castel San Vincenzo si inserisce quasi a metà strada di un itinerario breve ma intenso, che ha come estremi Isernia (Molise) e Barrea (Abruzzo). Si parte proprio da uno dei due capoluoghi del Molise, dove ammiriamo l’interessante centro storico. Qui, in particolare, ci soffermiamo ad ammirare la Fontana Fraterna (o Fontana delle Sette Cannelle), composta da un loggiato in pietra viva che secondo la leggenda sarebbe stata realizzata addirittura all’epoca di Ponzio Pilato, governatore della Giudea e accusatore di Gesù.
Lasciata Isernia, seguiamo la Statale 627 in direzione di Venafro, deviando però verso nord in direzione di Fornelli. Città dell’olio e uno dei Borghi più belli d’Italia, presenta numerosi elementi storici di rilievo. Da Fornelli si trasferì negli USA Annunziata Lombardi, madre di Nancy Pelosi, già speaker della Camera dei Rappresentanti statunitense. Oltrepassate Colli a Volturno e Rocchetta Alta, deviamo lungo la SS158 per raggiungere Castel San Vincenzo. Ci aspetta prima, ovviamente, la sosta all’Abbazia di San Vincenzo, che ammiriamo in tutto il suo splendore.
Dopo aver scoperto anche il borgo e visitato le sponde dell’omonimo lago, una serie di tornanti dopo Pizzone ci fanno superare il confine ed entrare in Abruzzo, dove raggiungiamo dapprima Alfedena e infine Barrea, con il suo omonimo lago. Da qui è possibile proseguire lungo due direttrici: la SR479 che attraversa le suggestive Gole del Sagittario oppure la SS83 che arriva a Opi, dove si conclude la bellissima Forca d’Acero. A voi la scelta.
Castel San Vincenzo fa parte del Basso Molise, nella provincia di Isernia. Parte del suo territorio, che ha una quota media di 749 m s.l.m. confina con il comune laziale di Saracinisco, nel frusinate. Il borghetto domina da una collina le sponde del lago omonimo, che si estende 20-30 metri più in basso e sulle cui rive scorre una comoda strada per chi vuole percorrerne il periplo. Non solo paesaggi di alta collina: nel comune si trovano anche alcune tracce di vecchi uliveti e vigneti, forse forieri – nel passato – di ottime uve locali come quelle del Montepulciano.
Il lago di Castel San Vincenzo è un bacino artificiale, nato negli anni Cinquanta attraverso la costruzione di una diga lunga circa 600 metri. Ha una lunghezza nel suo punto maggiore di 1242 metri, mentre a meridione si apre in tre bracci. Complessivamente occupa una superficie ragguardevole, 6,14 chilometri quadrati, con una capacità di 10 milioni di metri cubi d’acqua. La vallata alluvionale, che oggi è ben contestualizzata nel paesaggio circostante, viene alimentata dalle fonti della Montagna Spaccata (che si trova tra Alfedena e Barrea) e permette di alimentare ben tre centrali idroelettriche, con un significativo impatto sulla produzione energetica locale.
Allo stesso tempo, il lago è divenuto egli stesso meta turistica di pregio, includendo la possibilità di praticarvi sport acquatici, pesca sportiva, o anche semplicemente di passeggiare, pedalare o andare a cavallo lungo le sue sponde.
Complesso benedettino di origine antichissima, l’Abbazia di San Vincenzo al Volturno appartiene alla diocesi molisana di Isernia-Venafro. L’edificio occupa un vasto spazio naturale tra Castel San Vincenzo e Rocchetta a Volturno, abitato già in epoca preromana. Sappiamo che il primo luogo di culto cristiano sorse qui già nel V secolo, in piena epoca longobarda. La chiesa si arricchì di un cenobio grazie all’opera dei nobili Paldo, Tato e Tarso di Benevento, che furono autorizzati dall’abate Tommaso di Moriana di Farfa a realizzare un luogo di ascetismo monacale proprio presso il fiume Volturno.
L’edificio si espanse ampiamente in epoca longobarda e durante l’impero di Carlo Magno, venendo però saccheggiata dai saraceni al soldo del duca di Napoli, nemico dei beneventani. Fu ricostruita nel 914 e nuovamente nel XII secolo, dopo il sisma del 1349 e nuovamente dopo i bombardamenti della Seconda guerra mondiale. La cosiddetta Abbazia nuova fu fondata nel 1115, e si caratterizza per il suo stile essenziale, con una facciata a scaloni con torre campanaria affiancata. L’interno è essenziale, tripartito con i soffitti in volte a crociera. Poco più in là è possibile visitare il complesso archeologico degli scavi della Basilica di San Vincenzo Maggiore, del quale permangono poche tracce, mentre più sviluppato è il recupero di corte e foresteria.
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