1200 chilometri di lunghezza e fino a quota 4700 metri: non è un'autostrada, ma la sfida delle sfide da fare su 2 ruote

1200 chilometri di lunghezza e fino a quota 4700 metri: non è un’autostrada, ma la sfida delle sfide da fare su 2 ruote

Stefano Maria Meconi  | 12 Set 2024  | Tempo di lettura: 3 minuti
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Celeberrima, ma anche particolarmente impervia, la Karakorum Highway, che sale ben oltre i 4mila metri, si è guadagnata lo status di strada asfaltata più alta del mondo. Dal Pakistan alla Cina, 1200 chilometri circondati da alcune delle vette più alte del globo: la “Zhong-Pa gong lu” – così la chiamano i cinesi – è un percorso che collega i territori del nord del Pakistan all’antica Via della Seta, attraversando quasi di netto la catena montuosa del Karakorum e superando a quota 4693 m s.l.m. il passo Khunjerab.

Inaugurata nel 1978 dopo 20 anni di lavori, la strada (per gli amici KKH) s’è fin da subito dimostrata più un’impresa che una strada: durante la sua costruzione – lo ricordano le lapidi di cui è disseminata – hanno perso la vita centinaia di lavoratori pakistani e cinesi e ancora oggi si presenta come una strada piuttosto rischiosa da percorrere (si, è asfaltata, ma non esattamente in stile autobahn tedesca). Ma d’atra parte l’avventura è avventura e, tirando le somme, è proprio quello che ci si aspetta da una stretta camionabile che si snoda  tortuosa per oltre mille chilometri ad altezze record.

Così impervia e fascinosa, la Strada del Karakorum è per molti più che via di collegamento, vera e propria meta del viaggio: percorrere questa strada significa infatti immergersi in un paesaggio naturale del tutto unico al mondo, fatto di ghiacciai assolati, laghi turchesi  e strapiombi rocciosi. L’aria rarefatta e il sole cocente non aiutano certo, ma i panorami e le vedute  – chiunque l’abbia percorsa lo testimonia – ripagano di ogni fatica.

Karakorum Highway in moto. L’itinerario

Mappa

Percorso

Da Havelian a Kashgar ci passa un confine internazionale (Pakistan-Cina), il più alto passo asfaltato al mondo (Khunjerab Pass, 4693 m s.l.m.) e un modesto tratto di 1200 chilometri che fanno della Karakorum Highway una vera impresa su due ruote. L’itinerario non segue delle tappe specifiche, ma può essere diviso a seconda delle principali città che attraversa, e che sono, nell’ordine:

in Pakistan

  • Abbottabad
  • Besham
  • Dasu
  • Chilas
  • Gilgit
  • Nagar

 

  • Passo Khunjerab – Confine Pakistan/Cina

in Cina

  • Tashkurgan
  • Ghez
  • Upal
  • Kashgar

La storia della Karakorum Highway

Il punto di partenza della Karakorum Highway è fissato nella città pakistana di Havelian, situata a 867 metri d’altezza e poco distante dalla capitale Islamabad. È proprio qui, infatti, in direzione nord verso Abbottabad e Mansehra, che ha inizio la Karakorum. I 170 chilometri circa che separano Havelian da Besham scorrono tutto sommato facili: si tratta di una strada di montagna che attraversa piccoli paesi, costeggiando, più in alto, il corso del fiume Indo e che richiede comunque non meno di una mezza dozzina di ore per percorrerla.

È da Besham che, entrando nel cuore della Karakorum, il paesaggio cambia radicalmente, facendosi più impervio e selvaggio. 131 km separano Besham da Sazin e poi ancora 200 chilometri fino a Gilgit, nei territori del nord.

 

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Proseguendo lungo la Karakorum Highway, s’incontrano piccoli insediamenti abitati e numerose altre diramazioni che, insinuandosi tra le montagne, conducono a laghi dai colori azzurro e smeraldo. Il punto più alto dell’intero percorso si trova però quasi 550 chilometri più in là, in corrispondenza della città di Dih, dove si valica il passo di Khunjerab.

Qui si trova anche il Khunjerab National Park, custode e protettore di una natura selvaggia, ancora incontaminata e dimora dell’ormai rarissimo – perchè in via d’estinzione – leopardo delle nevi. Costeggiando il confine del Tagikistan, la KKH prosegue fra le vette più alte del mondo, superando il lago di Karakul e oltrepassando il confine cinese in corrispondenza del passo Khunjerab, arrivando 300 chilometri più in là al termine della sua corsa alla città di Kashgar, storico luogo d’incontro del mercanti sulla Via della Seta.

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015



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