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Entroterra piemontese, un’esperienza che arricchisce e che ci permette di ammirare alcuni dei paesaggi più belli di questa incredibile regione d’Italia. In questo itinerario in moto in Piemonte di quasi 200 chilometri partiremo in moto da Torino, attraverseremo le località di Castellamonte, Bollengo, Candelo e Borgosesia e arriveremo nella bella Arona, una delle località più celebri del Lago Maggiore, ma non lontana anche da quel Lago d’Orta che è una vera esperienza su due ruote in Piemonte.
Un percorso in moto in Piemonte che tocca luoghi della storia, della natura e strade del Piemonte davvero molto interessanti, per un itinerario in moto nel Nord Italia che ti rimarrà impresso nel cuore e nella mente!
Questo nostro itinerario dell’entroterra piemontese non può che partire dalla sua città più grande e rappresentativa, Torino. La città della Mole e della Fiat (Stellantis, ormai), della Juventus e del Museo Egizio, della Sacra Sindone e del Superga: visitare Torino significa immergersi nella storia culturale, religiosa, industriale e sportiva del Bel Paese, in un percorso che abbandona momentaneamente la moto (ma solo in parte!) per farsi scoperta tra gli angoli della città.
Lasciata Torino, iniziamo il nostro viaggio in direzione di Castellamonte: seguiamo la SP460 di Ceresole e, in circa 30 chilometri, raggiungiamo Rivarolo Canavese, sulle sponde del Torrente Orco; da qui proseguiamo per ulteriori 7 chilometri sulla SP222, arrivando così a Castellamonte.
Questo comune ospita alcuni interessanti edifici storici, come la Rotonda Antonelliana, parte di un progetto incompiuto dell’architetto che disegnò la Mole Antonelliana, e che nelle ambizioni di progettista e castellamontesi sarebbe dovuta essere una chiesa grande tanto quanto la Basilica di San Pietro in Vaticano. Una piccola deviazione da Castellamonte ci permette di raggiungere Agliè, dove visitare il Castello Ducale, imponente ed elegante edificio che risale addirittura al XII secolo.
Ricetto di Candelo
Lasciata Castellamonte, seguiamo per alcuni chilometri la SP222DR, per immetterci, dopo la zona industriale, sulla SS565 che ci porta dritti verso Ivrea (superando la Dora Baltea). Città candidata a divenire Patrimonio dell’Umanità UNESCO, Ivrea è legata al nome dell’Olivetti, un’azienda apripista nel campo della tecnologia, ma che cela alcuni straordinari monumenti, come il trecentesco Castello, il Santuario di Monte Stella e il Duomo di Santa Maria.
Dopo la sosta eporediese, prendiamo la SP228 in direzione di Biella, che però non raggiungiamo, perché la nostra destinazione è un’altra: Candelo. Questo borgo, alle porte di Biella, è celeberrimo per il suo Ricetto, un complesso di edifici circondato da mura che ha mantenuto intatto l’assetto medievale, e che ogni anno è frequentato da decine di migliaia di turisti. Oltrepassata anche Candelo, puntiamo verso Borgosesia con un percorso di 38 chilometri che tocca la SP142 in direzione di Romagnano Sesia e, da qui, la SP71 fino a Borgosesia, che prende il nome proprio dal fiume che scorre qui in direzione sud-ovest.
Tra i luoghi d’interesse di Borgosesia, sicuramente vale la pena visitare il Sacro Monte del Santuario di Sant’Anna di Montrigone, splendido complesso religioso che risale al Cinquecento. Siamo dunque in dirittura d’arrivo del nostro itinerario in moto in Piemonte: da Borgosesia prendiamo la SP299 fino a Romagnano Sesia (23 chilometri), proseguiamo per Borgomanero sulla SP142 (9 chilometri) e giungiamo infine ad Arona, dove possiamo ammirare lo splendido profilo del Lago Maggiore e visitare il Sancarlone, l’enorme statua dedicata a San Carlo Borromeo, che ad Arona nacque nel 1538. Ma parliamo meglio di Arona, come è giusto che sia.
Colosso di San Carlo Borromeo. Arona, vista dell’ingresso. iStock/EleSi
Arona, famosa per aver dato i natali a San Carlo Borromeo, è una città che per vederla tutta potresti dedicarci un weekend. Ovviamente puoi mangiare diversi piatti tipici che provengono dalla cucina sia lombarda che piemontese sfruttando il pesce di lago, come il pesce persico. Ma parliamo meglio di Arona: sta sulle rive della parte sud del Lago Maggiore, e col fascino lacustre è la nostra meta finale.
Rinominiamo come prima cosa da vedere il Sancarlone, la gigantesca statua dedicata a San Carlo Borromeo, una delle più alte al mondo visitabili internamente. Questo colosso di 35 metri, costruito tra 1614 e il 1698, ti fa salire fino alla testa che ti permette di goderti una vista spettacolare sul Lago Maggiore (da occhi, orecchie e narici) e sui dintorni che ti sei mototourizzato. Se non lo conosci, conoscilo: è un colosso fatto per onorare la memoria di Carlo Borromeo, una figura a dir poco centrale nella Controriforma, ma non facciamo spoiler: lo trovi qui.
Arona. Vista del porto sul Lago Maggiore. iStock/Jerry Uomala
Continuando verso il centro storico puoi goderti Piazza del Popolo che viene dominata dal Broletto (il Palazzo di Giustizia), edificio medievale che una volta ospitava le assemblee. Fascino gotico che è stato conservato come si deve: dentro c’è un caffè, dove puoi farti una pausa, e sempre dalla piazza puoi vedere diverse cose perché ci partono le vie che ti portano al lungolago tra giardini ben curati (specie il parco attorno al Sancarlone), fontane e panchine. Sulla sponda opposta c’è la vista della vicina Rocca di Angera. Ma parliamo di quella di Arona, invece, no? La gemella, purtroppo non intatta.
Rocca Borromea, Arona. Vista del parco. iStock/AleMasche72
La Rocca Borromea è, o meglio fu, la rocca di Arona. Oggi è ridotta a un parco pubblico e racconta di secoli di storia, epoca lombarda, gemella che venne distrutta nel 1800 causa Napoleone Bonaparte per, ovviamente, ridurre il potere dei Borromeo, tra le dinastie più influenti del nord. Non è inusuale, e soprattutto non fu inusuale proprio per Napoleone, distruggere rocche: ci si poteva potenzialmente creare una base militare per una eventuale rivolta, e aggiungi che Napoleone si imponeva come simbolo di cambiamento all’ancien régime, venne smantellata.
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Sul fronte religioso (oltre al Sancarlone) da vedere hai la Chiesa dei Santi Martiri. La si conosce pure come Chiesa di San Graziano, sull’omonima piazza; X secolo, questa chiesa custodisce reliquie di martiri che la rendono importante per i pellegrinaggi in zona. Nel tempo è stata modificata: nel 1489 sotto Gerolamo Calagrani (abate) viene ricostruito in tardogotico lombardo, aula quadrata e muri in blocchi di pietra squadrati che puoi vedere tutt’oggi. La facciata attuale, barocca, viene aggiunta dai Gesuiti quando Carlo Borromei nel 1572 gli affida chiesa e monastero. Dentro ci sono ancora elementi gotici, mentre fra 1850 e 1852 mettono decorazioni a fresco.
Da vedere qui dentro, sopra a tutto, l’altare maggiore ha una pala del XV secolo con la Madonna in trono tra angeli e santi, lavoro di Ambrogio da Fossano, o meglio il Bergognone. C’è pure un dipinto di Palma il Giovane. I bassorilievi di tale altare sono dei 4 martiri patroni di Arona: Graziano, Felino, Fedele e Carpoforo. Le loro reliquie arrivarono da Perugia e da Como, tenute con tanto di proteste da parte degli aronesi quando il cardinale Borromeo le voleva mettere nella chiesa di San Fedele a Milano. Le proteste le riportarono il 13 marzo 1576, data che è diventata appunto la festa del Tredicino.
Ultimo ma non ultimo, per chi ama la natura, c’è il Parco Naturale dei Lagoni di Mercurago che fa da tappa irrinunciabile. Stupende torbiere, sentieri immersi nel verde e un sito palafitticolo dell’Età del Bronzo, patrimonio Unesco (dal 2011). Passeggiate anche a cavallo, escursioni (volendo) ed eventuali animali selvatici. 473 ettari, boschi inclusi, coi pascoli che erano dedicati all’allevamento di cavalli purosangue.
Crediti cover: Arona, panorama del Lago Maggiore. iStock/antinoris
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