Immersa nel Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, la Diga di Ridracoli ha dato vita negli anni al più grande lago artificiale della Romagna. Grazie alla sua forma allungata, questo specchio d’acqua dolce sembra quasi un canyon, o una delle tante gole che i motociclisti amano percorrere in sella. Visitare la zona di Ridracoli su due ruote significa immergersi in uno spettacolo naturale unico per l’Emilia-Romagna. Lontani dai fasti della Riviera, in un luogo senza caos, autenticamente bello, sembrerà di vivere un’esperienza quasi mistica. Ci si arriva in moto, certo, ma poi si può proseguire a piedi, in canoa o con battelli elettrici. L’incredibile ricchezza di questo luogo suggerisce numerose esperienze turistiche per ogni gusto.
Il nostro percorso verso la diga di Ridracoli inizia da Sant’Agata Feltria. Seguendo la SP28 fino a Sarsina, ci allontaniamo da Sant’Agata Feltria con destinazione Bagno di Romagna. Superato il comune, ridiscendiamo lungo la SR71-SS3bis arrivando in 33 chilometri a Bagno di Romagna. Proseguiamo lungo la SR71 verso Santa Sofia prima, e Ridracoli poi. Ci troviamo sempre nel territorio comunale di Bagno di Romagna, che dista dalle sue frazioni rispettivamente 12,5 e 11,5 chilometri. Complessivamente, da Bagno di Romagna alla Diga di Ridracoli la distanza è di 32-33 chilometri, contando un ultimo tratto da fare a piedi. Ritornati lungo la SS310 verso Santa Sofia, deviamo dunque in direzione di Berleta e Corniolo per raggiungere il Giardino botanico di Valbonella, anche detto l’Orto botanico d’Italia. Poco distante da Corniolo (3 km) si apre a una quota di 700 m s.l.m. ed è ampio circa 20.000 metri quadrati. Qui oltre 300 specie di flora autoctona ed esotica ricostruiscono un suggestivo esempio di biosfera “in miniatura”. Il nostro percorso prosegue per 15 chilometri, concludendosi in corrispondenza di Castel dell’Alpe. Da qui si può decidere di proseguire per Forlì lungo la SS67 (52 km) o scendere verso Firenze (64 km), godendo ancora delle belle proposte panoramiche dell’Appennino tosco-romagnolo.
Una veduta notturna dell’ampia Diga di Ridracoli (oltre 400 metri in lunghezza e 100 in altezza)
La Diga di Ridracoli si trova nel comune di Bagno di Romagna (Forlì-Cesena), in una zona di confine tra Emilia-Romagna e Toscana, proprio lungo l’Appennino tosco-romagnolo. Il lago generato dalla diga è piuttosto piccolo, appena 1 chilometro quadrato con un’altitudine media che sfiora i 1000 m slm. Il “lago del cavalluccio marino”, così viene chiamato per la sua curiosa forma, si può raggiungere attraverso la SS310 del Bidente, deviando in direzione Isola da Santa Sofia a Ridracoli. Nei mesi estivi è possibile navigare sul lago, grazie ai battelli elettrici del Parco nazionale delle foreste casentinesi.
Costruita tra il 1975 e il 1983, la diga di Ridracoli è un’infrastruttura davvero imponente: 33 chilometri di condutture, 432 metri di lunghezza e 103 di altezza. La sua realizzazione richiese uno sforzo enorme, sia per consolidare il fragile sottosuolo e sia per la difficoltà a raggiungere la zona del cantiere. Nonostante ciò, questo capolavoro di ingegneria è dopo quasi quarant’anni ancora in piedi e pienamente funzionante. Viene da chiedersi, appena lo si ha davanti, dove arriva l’acqua di Ridracoli? La risposta è semplice: nella Riviera Romagnola. Una volta potabilizzata, l’acqua viene trasportata con moderni acquedotti verso verso Rimini, Cesenatico e tutte le altre località turistiche che affacciano sul Mar Adriatico. Prima di arrivare in Riviera, però, c’è ancora tanto da vedere lungo il percorso.
Comune della provincia di Rimini che, fino al 2009, apparteneva alle Marche insieme agli altri comuni dell’Alta Valmarecchia. Circondato da colline, il bel borghetto ospita alcuni edifici di grande rilievo storico, come la Rocca Fregoso, costruita addirittura nel XII secolo. Passeggiando per i suoi vicoli si può percorrere il Percorso delle fontane, un itinerario tematico che culmina nella Fontana della Lumaca, disegnata dal poeta Tonino Guerra.
La fonte del Tevere, con il monumento del Ventennio al fiume sacro ai “destini di Roma”
A Verghereto è possibile visitare il Monte Fumaiolo, dove si trova la sorgente del Tevere. Il “fiume sacro ai Romani” è ricordato con un monumento di epoca fascista: fu infatti proprio Benito Mussolini a voler modificare i confini tra Toscana ed Emilia-Romagna per includere nella provincia di Forlì (dove si trova la sua città natale, Predappio) le sorgenti del fiume che sfocia tra Ostia e Fiumicino.
Le Cascate dell’Acquacheta, nel Parco nazionale delle Foreste Casentinesi
La zona della Diga di Ridracoli, nonostante il suo apparente isolamento, è invece ricca di luoghi d’interesse da scoprire. Tutto il quadrante meridionale è infatti occupato da luoghi naturalistici, che fanno parte del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Particolarmente si può percorrere il bel Ponte alla Macchia, che conduce verso le Rovine de La Seghettina, un piccolo borgo risalente al ‘500 dove veniva lavorato il legname da usare poi nelle costruzioni degli edifici di Firenze.
Il complesso dell’Eremo di Camaldoli, che risale all’XI secolo
Il paesello di Ridracoli, costruito su una sponda del fiume Bidente, è introdotto dal ponte a schiena d’asino costruito su progetto di Giulio Gentili (XVIII secolo). Qui si trova l’Ecomuseo delle Acque, un museo a cielo aperto e diffuso dove scoprire l’impatto ambientale della diga sulla zona circostante. L’estremità inferiore del Lago di Ridracoli dista, in linea d’aria, solo 4,2 chilometri dall’Eremo di Camaldoli. L’edificio, costruito tra il 1012 e il 1027, è occupato dalla Congregazione benedettina dei Camaldolesi, dei quali l’Eremo è la casa madre.
La parrocchiale di Santa Maria Assunta a Bagno di Romagna
Molto bella Bagno di Romagna, uno dei comuni più estesi d’Italia nonostante i soli seimila abitanti. Qui si trovano delle importanti sorgenti termali, immerse nello scenario naturale della riserva di Sasso Fratino, un parco statale di 764 ettari fondamentale per l’ecosistema di zona, in quanto è una delle pochissime foreste intatte d’Italia.
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