Valle d'Aosta, nella terra dei 4000 - TrueRiders

Valle d’Aosta, nella terra dei 4000

Community TrueRiders  | 14 Ott 2022  | Tempo di lettura: 8 minuti
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La Valle d’Aosta, una piccola regione che a noi motociclisti offre strade spettacolari che si snodano tra paesaggi mozzafiato, cascate, altipiani, boschi e splendidi castelli.

Partiamo da Mantova con destinazione Gressoney Saint-Jean per visitare il Castel Savoia. Sembra la dimora di una fata con le sue torri bianche che spiccano tra i colori di un giardino roccioso alpino; era la meta prediletta per i soggiorni estivi della Regina Margherita di Savoia. Posteggiamo le moto nel parcheggio libero adiacente il castello e acquistiamo il biglietto comprensivo di visita guidata (se si intendono visitare più castelli è bene tenere il biglietto e consegnarlo alla cassa del castello successivo per aver diritto ad uno sconto – sul retro della ricevuta sono elencati tutti i castelli che aderiscono a questa scontistica).

Il giorno dopo partiamo per Aosta, ci aspetta la realizzazione di un sogno nel cassetto: il volo in mongolfiera per ammirare i famosi 4000. Parcheggiamo le moto al punto di ritrovo e con i fuoristrada ci accompagnano in un piazzale dove inizia l’iter per il gonfiaggio delle mongolfiere. Li aiutiamo a scaricare i cesti e a tenere aperti i palloni, intanto che gli enormi ventilatori immettono aria calda. Il pallone prende forma lentamente e in poco tempo la nostra mongolfiera è pronta per la partenza. Piccolo briefing sulla sicurezza e poi via, si parte! Saliamo nelle ceste e pian piano ci stacchiamo da terra. Non sembra nemmeno di volare, ci troviamo a duemila metri senza nemmeno accorgerci, il silenzio è assoluto, viene interrotto ogni tanto dal rumore dell’immissione dell’aria calda nell’enorme pallone. Ci spostiamo lentamente, il pilota fa girare la mongolfiera su sé stessa per dare modo a tutti i passeggeri di ammirare il paesaggio e il grande Bianco (come lo chiamano gli abitanti della Valle D’Aosta) che fa capolino tra le montagne. Che emozione, non riesco a smettere di scattare foto! Dopo un’ora atterriamo in un prato, ci vengono a riprendere con il fuoristrada e ci riportano dove abbiamo lasciato le moto. L’unico commento negativo: “peccato, è durato troppo poco!”.

La nostra prossima meta ci attende: il Forte di Bard, uno dei migliori esempi di fortezza di sbarramento dei primi dell’Ottocento.

C’è la possibilità di parcheggiare le moto, a pagamento nei garage sotto il Forte, oppure, poco distante lungo la SS26, al parcheggio San Giovanni nel quale una navetta gratuita ci porta all’entrata della Fortezza.

Il Forte, essendo costruito da tre principali corpi di fabbrica posti tra i 400 e i 467 metri, è dotato di ascensori panoramici che consentono di raggiungere i vari livelli per poter visitare mostre, laboratori didattici e prigioni.

Nel 2014 la fortezza è stata scelta dalla Marvel per ospitare alcune scene del film Avengers: Age of Ultron. Sono stati posizionati pertanto dei totem segnaletici, con l’effige dei protagonisti, dove vengono riportati l’elenco delle location e un QrCode che consente l’accesso ad alcuni contenuti video speciali.

Il giro dei castelli prosegue: decidiamo di visitare uno dei più famosi e scenografici manieri della Valle d’Aosta: il Castello di Fenis. Rispetto agli altri castelli costruiti in cima a promontori rocciosi per essere meglio difendibili, il castello di Fenis si trova su una lieve altura priva di difese naturali. Fu infatti la prestigiosa sede di rappresentanza dei maggiori esponenti della famiglia Challant. Posteggiamo le moto nei parcheggi adiacenti il castello e acquistiamo il biglietto scontato comprensivo di visita guidata.

Il nostro tour culturale è finito, ora inizia quello naturale; partiamo attraversando la Valtournenche circondati da boschi, ruscelli e piccole cascate; la strada è bella, le curve non mancano, procediamo a velocità contenuta per goderci questi splendidi paesaggi: il verde intenso contrasta con l’azzurro del cielo ed in fondo alla valle il maestoso Cervino innevato.

Non possiamo farci mancare il Gran San Bernardo, percorrendo la statale sulla quale si correva la Aosta-San Bernardo e dove sono state girate alcune scene del celebre film “Un maggiolino tutto matto”. La strada si srotola tra strapiombi mozzafiato e punti panoramici incredibili fino ad arrivare al lago di Saint Rhèmy en Bosses dove ci fermiamo per le foto di rito al cartello del “Col du Gd-St-Bernard” e alla vecchia dogana. L’aria è fresca, il cielo è limpidissimo ed il sole è accecante, ci troviamo a 2473 metri, c’è ancora un po’ di neve, ci fermiamo sulle panche vicino al lago a mangiarci i panini con la fontina di alpeggio che abbiamo acquistato lungo la strada.

Prima di ritornare verso Aosta deviamo per la diga di Place le Moulin un grande lago artificiale dal colore verde giada. La strada è tutta una curva, non c’è il rischio di “spiattellare” le gomme come diciamo noi motociclisti. Il percorso è rilassante e divertente, incontriamo villaggi caratteristici e splendidi panorami fino al bacino idrografico più grande della Valle d’Aosta. Posteggiamo le moto ed imbocchiamo il sentiero che costeggia la diga e che arriva al rifugio Prarayer (lunghezza km 4,5). C’è molto caldo, l’abbigliamento motociclistico non ci permette di proseguire pertanto, dopo mezz’ora di camminata, decidiamo di tornare.

Un’altra perla, per chi ama affrontare curve e tornanti in grande quantità, è la vallata di Cogne. Salendo fino al paese di Gimilian ci si può fermare al balcone con “la porta del paradiso” ed ammirare dall’alto tutta la splendida valle. Fermata obbligatoria è il paese di Lillaz dove lasciamo le moto e proseguiamo a piedi fino ad arrivare alle famose cascate. Il percorso è fattibilissimo anche con l’abbigliamento da moto.

La Valsavarenche, è una spettacolare vallata che si snoda fino ai piedi del Parco Nazionale del Gran Paradiso, l’unico “4000” tutto italiano. Anche qui le curve non mancano, sono innumerevoli fino alla fine della vallata; la strada asfaltata termina e da qua partono solamente i sentieri che si inoltrano nel cuore di questa imponente montagna. Qui regnano lo stambecco, il camoscio, l’aquila reale e la marmotta, con un po’ di pazienza e di attenzione non è difficile individuare qualcuno dei simpatici abitanti; infatti, siamo stati fortunati, abbiamo visto due stambecchi che si sono lasciati fotografare come fossero delle celebrità.

Anche nella valle di Rheme, meno frequentata rispetto ad altre, la strada è ottima e scorrevole, non ci invita a correre ma a guidare tranquillamente per gustarci il panorama.

Siamo stati al Gran San Bernardo, possiamo farci mancare il Piccolo San Bernardo? Certo che no! La salita del Colle San Carlo è famosa per il Rally della Valle d’Aosta, è un itinerario da non perdere per chi vuole mettersi alla prova, con grandi salite e curve a non finire.

L’adrenalina non manca ma un po’ di relax ci vuole: a metà strada c’è il Lago d’Arpy, dalle foto viste sul web sembrerebbe bellissimo. Decidiamo di andare e vederlo. Posteggiamo le moto nell’ampio parcheggio dell’Hotel Genzianella, ci cambiamo e diventiamo escursionisti. La camminata di un’ora circa è facile, leggermente in salita e con un dislivello non eccessivo. Arriviamo a 2066 metri, costeggiamo il sentiero che gira attorno al lago fermandoci in più punti per fotografare il Massiccio del Monte Bianco che si specchia nelle acque calme e ghiacciate del lago, regalandoci scatti da cartolina. Torniamo al parcheggio e ci incamminiamo sul sentiero situato sul retro dell’Hotel Genzianella che, attraverso il bosco, ci conduce al “Balcone” con vista spettacolare sul massiccio del Monte Bianco.

Ritorniamo motociclisti e riprendiamo la strada per raggiungere il Piccolo San Bernardo. Passiamo per La Thuile attraverso strade sempre tortuose e paesaggi mozzafiato, arriviamo al colle dove scattiamo la classica foto di rito al cartello e alla vecchia dogana. Ritorniamo via Pré Saint Didier per vedere lo spettacolare orrido ed anche per rinfrescarci un po’ all’ombra dell’enorme strapiombo, il caldo è veramente soffocante.

Essere in Valle d’Aosta e non recarsi sul Monte Bianco è impensabile. Lo Skyway è l’impianto di risalita che permette di raggiungere il punto più vicino alla vetta del Monte Bianco, partendo dai 1300 metri di Courmayeur per arrivare ai 3466 metri di Punta Helbronner. Posteggiamo le moto nel grande parcheggio adiacente la biglietteria e saliamo. Decidiamo di andare subito alla terza stazione Punta Helbronner, scendiamo dalla cabinovia e ci sembra già di toccare il cielo con un dito. All’Osservatorio 360° il rumore del vento sferzante e gelido ci avvolge completamente, siamo in una cornice senza confini dove cielo e roccia si uniscono in uno sfondo unico e surreale. Non smetteresti più di scattare foto, vorremmo rimanere ancora ad ammirare questo spettacolo ma non siamo vestiti abbastanza, ci sono 4 gradi, dobbiamo rientrare nel padiglione a scaldarci un po’. Prendiamo un caffè seduti comodamente al “tavolo dell’infinito” presso il Kartell Bistrot Panoramic dove pareti e pavimento trasparenti ci contornano, sembra di essere sospesi nel vuoto. Proseguiamo la visita allo SkyVertigo, anche lì tutto è trasparente, sei a pochi metri dalla montagna e ti sembra di camminare sospeso nell’aria. Proseguiamo la visita alla “Sala dei Cristalli” con teche piene di enormi quarzi e cristalli di cui il gigante delle Alpi ne è il proprietario. Il nostro biglietto prevede una sosta massima di un’ora e mezza a punta Helbronner per cui scendiamo alla seconda stazione il Pavillon a 2173 metri. Qui la temperatura è decisamente migliore, gironzoliamo nel giardino botanico alpino che contiene più di 900 specie botaniche fermandoci in diversi punti per scattare foto meravigliose non solo ai fiori e al paesaggio, ma anche alle simpatiche marmotte che fanno capolino tra le rocce.

La nostra visita prosegue all’interno della stazione, ci colpisce particolarmente l’Hangar 2173 nel quale è custodita la storia dello Skyway e Cave Mont Blanc la cantina di vinificazione in alta quota.

Torniamo alla prima stazione di Courmayeur con il ricordo di questi scorci e panorami talmente belli da sembrare dipinti, con la certezza che rimarranno impressi per sempre nella nostra memoria.

Riprendiamo le nostre moto e ci addentriamo nella Val Ferret e Val Veny, due vallate spettacolari in uno scenario unico al mondo, ai lati del massiccio del Monte Bianco. Strade ricche di curve facili e divertenti, da percorrere lentamente per apprezzare gli incantevoli panorami fatti di cascate, fiumi e villaggi caratteristici, tutto nella cornice delle maestose vette che mostrano la loro imponenza.

Ormai la nostra vacanza sta giungendo al termine, ci resta la Valgrisenche altra valle di una bellezza quasi selvaggia. La strada sempre piena di curve sale lungo lo stretto fondovalle per poi aprirsi su un vasto pianoro e terminare alla diga di Beauregard che chiude completamente la valle.

E con questa valle si chiude anche il nostro viaggio, fatto di strade e luoghi spettacolari in un contesto unico al mondo, all’ombra delle vette più alte d’Europa.

Per l’organizzazione del viaggio:

  • www.lovevda.it (informazioni turistiche)
  • www.montebianco.com (biglietti e info funivia Skyway)
  • www.mongolfiere.it (prenotazione e info su voli in mongolfiera)
  • www.booking.com (alloggi a Fenis, Sain-Pierre, Saint-Nicholas)
  • Facebook: Valle D’Aosta da scoprire


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