Giro di boa al Multipasso. Siamo arrivati al quinto giorno del grande, lungo, suggestivo viaggio di Marco Boccaccio aka BuonaStrada – Diario di Viaggi in Moto che dopo lo splendore dello Stelvio prosegue in “basso”, con direzione finale Lago di Garda.
Appena 260 chilometri per questa tappa, “pochi ma buoni” come ci dice Marco, soprattutto perché toccano dei punti straordinari, come il Passo Gavia, una vera Mecca per motociclisti!
Nel campeggio di questa notte, le piazzole sono state create in piccole terrazze scavate nella collina. per accedere ad esse devi percorrere una ripida salita col prato al centro e delle piastrelle laterali per permettere alle auto e caravan di avere attrito. Il problema è che anche queste erano viscide poiché bagnate…. Si scivolava! Avevo timore di cadere con Lara. Ho deciso di scaricare tutti i bauletti al fine di renderla più leggera. Come previsto, appena imbocco la discesa la Multi si intraversa, faccio in tempo ad appoggiare il piede e riesco a tirarla su! Che spavento! Spero che la giornata prenda una buona “piega”!
Non perdo tempo e corro a scoprirlo col Passo Gavia. L’inizio del passo è a pochi km da dove ho “tendeggiato”. Non appena inizio la salita mi sembra di stare in Finlandia. Gli abeti altissimi, non riesci a vedere il cielo e una musica di curve che sveglia tutti i sensi. Lara stamattina è più frizzante del solito, ma l’andatura è media e costante, vogliamo vedere e memorizzare tutto il panorama. Per strada siamo soli, incrocio soltanto un ciclista mattutino come me. Ci salutiamo anche! Arriviamo in cima e tra ruscelli, il ghiaccio a bordo strada e sulle montagne, ci godiamo lo spettacolo! Ci fermiamo spesso per scattare foto. A differenza dello Stelvio, sul Gavia una volta arrivati in cima, la strada continua senza scendere a valle. L’asfalto non è dei migliori, la strada è molto dissestata, ma non importa, questo è la Futa o il Muraglione, sul Gavia si va lenti e si ammira la bellezza delle maestose montagne rocciose.
Arriviamo al Rifugio Bonetti. Finalmente arriva qualche motociclista. Scatto qualche foto, prendo un caffè e souvenir. Fuori un signore sta smanettando col suo drone, attacco subito bottone: che bel giocatolo! Mi piacerebbe averne uno, poi questo è uno professionale! Giacomo, cosi si chiama, fiero del suo drone, mi racconta che ama fare riprese di vario genere. Con aria dispiaciuta mi dice anche, che qualche giorno fa durante un volo, il drone per cause ancora da accertare, va a battere su dei cavi elettrici e si danneggia.
Sarebbe bello se facessi un video e magari me lo girassi! Potrei inserirlo quando faccio il montaggio dei video del viaggio! Oh, neanche due volte se l’è fatto dire! Prende e inizia a girare! Il drone spicca il volo! Giacomo, con sigaretta in bocca è concentrato come se stesse pilotando un Boeing 747. Sorvola il rifugio e parte della montagna. Mi avvicino a lui e vedo i comandi, gli faccio delle domande come fosse un corso da pilota. Lui abbassa la levetta e piazza il drone davanti a noi altezza uomo. Tutto fiero mi dice: “Scattiamoci una foto”! Taaac….!! facciamone un’altra! Taaaac…!! Afferra il drone con la mano e spegne le eliche!
Scarichiamo il video sul mio PC. Per me è venuto bene, Giacomo non è tanto soddisfatto. Ci salutiamo! Gli invierò la richiesta d’amicizia, magari un giorno ci beccheremo ognuno col suo drone. Inizio la discesa dall’altro versante, la strada è molto stretta e spesso senza protezione sui lati… ti distrai un attimo e sei giù nella valle a fare compagnia agli stambecchi. Ma magari neanche perché loro sono sul ciglio della strada a pascolare, ma siccome devo fare sempre il guastafeste, mollo due sgasate a limitatore e tutti scappano giù! Con molta calma raggiungo la fine del passo e mi dirigo sul Lago di Garda per scoprire la strada della Forra, attraversando altri passi come il Tonale, Carlo Magno, Duron e Ballino. Rispetto a quelli percorsi in precedenza, niente di eccezionale, ma comunque belli lo stesso, li rifarei altre mille volte, magari senza pioggia! Percorriamo buona parte della SS45bis che costeggia il Garda, la strada è bella sul lato destro le altissime parete rocciose a sinistra il lago.
Imbocchiamo la SP38, la famosa Strada della Forra. Famosa perché sembra incastonata nella montagna! Sono circa cinque chilometri, ma ogni metro è stupendo. Si va a passo lento, la carreggiata è strettissima, in alcuni punti passa solo un’auto, infatti prima della galleria di pietra c’è un semaforo, così non ci si incastra! La percorriamo due volte. Riprendiamo la SS45bis e la pioggia si fa intensa, si marcia a 30 km/h sotto le secchiate d’acqua. per percorrere 15 km, ci avrò impiegato circa un’ora. Finalmente raggiungo il camping, lo avevo visto su internet e avevo scelto questo per la piscina e le terrazze per prendere il sole guardando il Lago, ma di acqua ne stavo prendendo abbastanza e il sole l’ho lasciato al Gavia. Monto la tenda con casco e antipioggia, nonostante sia stato abbastanza veloce, ho dovuto dopo asciugare l’interno. Metto tutto dentro, mi preparo la cena e aspetto che calmi il temporale per fare una doccia e “asciugare” le idee… e comunque, cenare dentro la tenda con la pioggia è una figata.
Marco Boccaccio
BuonaStrada – Diario di Viaggi in Moto
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