Prosegue, tra le strade più belle dell’Albania e della Grecia, la BT Summer 2016, un viaggio in moto nei Balcani organizzato da Massimo e Fabio di BonzoTeam, che hanno speso 14 giorni in queste straordinarie zone, scoprendo degli itinerari in moto e delle destinazioni incredibili, che ci raccontano in questo diario di viaggio in moto.
La giornata inizia presto, prepariamo le moto, ripassiamo gli appunti per il percorso da seguire ed imposto il navigatore per la meta di oggi, lasciamo una nazione che a me è particolarmente piaciuta, il Montenegro, grazie alle sue montagne che sembrano partire già dal mare, offre una quantità di strade ideali per il mototurista, consigliabili sia alle coppie sia agli smanettoni, sempre con asfalti nuovi ed in ottimo stato…Insomma ne vale assolutamente la pena.
Raggiungiamo la frontiera montenegrina ma non troviamo quella albanese. Al confine ci rendiamo conto che stiamo per entrare in un mondo totalmente diverso. Numerosi i mendicanti (donne e molti bambini) che affollano la frontiera. Mentre siamo in fila conosciamo Nico, un giovane ragazzo milanese che gira il mondo in solitaria, gli diamo una mano a risolvere un problema burocratico e ripartiamo per la nostra avventura.
La differenza tra le due nazioni è abissale, si percepisce un forte disagio sociale e un degrado molto forte, anche le strade lasciano molto a desiderare spesso in condizioni pietose e con segnalazioni quasi del tutto assenti, per fortuna che avevo scaricato la cartina sul mio navigatore!
In qualche modo, nonostante i limiti evidenti delle autostrade albanesi (si passa da tratti asfaltati a tratti sterrati!), raggiungiamo Berat (città delle mille finestre), città Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Molto bello il castello di epoca Illirica ed il colpo d’occhio che il paese, appoggiato su una collina, regala con queste “1000” finestre che di notte sembrano grandi occhi. Arriviamo che sono circa le 17.00 del pomeriggio, ci sono quasi 40 gradi e dobbiamo trovare il nostro albergo, l’hotel Guva Mangalem, che fa parte proprio delle mura del castello, peccato che dopo molti tentativi di comunicare con qualche anziano del luogo riusciamo a capire che non è raggiungibile in moto…
Parcheggiate le moto in un box che ci ha indicato l’albergatore ci inerpichiamo, carichi come muli, per le stradine del paese fino alla base delle mura. Il nostro albergo è molto bello e con una terrazza panoramica che domina il paese dove ci rilassiamo in attesa di riscendere in cerca di cibo.
Il paese è in festa, c’è anche un concerto e centinaia di persone affollano la via principale, rimaniamo sorpresi nel vedere seduti ai tavolini dei bar moltissimi ragazzi e nessuna ragazza, come se bere una birra la bar sia cosa da uomini…
Rimaniamo colpiti anche dai prezzi incredibilmente bassi dell’Albania (il nostro soggiorno nell’hotel migliore di Berat ci è costato € 17 a persona, pernotto e colazione).
Strade o mulattiere? Ci perdiamo su queste stradine che sembrano non portare da nessuna parte, spesso sterrate, a volte inesistenti, percorse solo da carretti trainati da asini o cavalli. La strada studiata sulla carta a Roma in realtà risulta improponibile da percorrere, siamo costretti a tornare indietro e a cercare di raggiungere una “specie” di autostrada, è una vera e propria avventura che oggi ricordiamo con molto piacere.
Cerchiamo di comunicare con un contadino albanese, che non parla inglese, per farci indirizzare verso il confine greco ma senza purtroppo avere la certezza di sapere esattamente dove siamo, mission impossible!
Alla fine grazie alla E853 raggiungiamo la frontiera con la Grecia (a Delvinaki), dopo 200km e 5 ore di viaggio, un vero e proprio tour de force!
Appena entrati in Grecia infatti la stanchezza accumulata nelle ore perse a cercare l’autostrada con temperature proibitive, sembra solo un lontano ricordo e grazie al piacere di guida di strade finalmente belle e pulite, anche i paesaggi sembrano molto più verdi e puliti, tutta un’altra musica! Le moto finalmente scorrono dolcemente tra le colline ed i boschi dell’Epiro, ci rilassiamo guidando, ed è un vero peccato doverci fermare.
Una volta raggiunta Ioannina prendiamo la E90 che ci porta velocemente a Meteora, una delle mète che ha condizionato la scelta del nostro percorso. Ho sentito molto parlare di questo spettacolo naturale creato dall’erosione di un fiume circa 25 milioni di anni fa lasciando queste torri naturali di roccia arenaria sulle quali i monaci ortodossi hanno costruito conventi accessibili solo attraverso scale a pioli o tramite carrucole.
Il colpo d’occhio lascia senza fiato, piano piano ci avviciniamo all’inizio di questo incredibile paesaggio, quasi in punta di piedi per non disturbare il misticismo che trasmette…
Troviamo facilmente il nostro albergo (Guesthouse papastathis, Kalabaka, 44 € a persona) dove ci godiamo una birra fresca ammirando il paesaggio intorno a noi, questi conventi sospesi in aria in una ricerca di sospensione che secondo i monaci era l’unico modo per raggiungere la perfezione cristiana.
Oggi naturalmente lo dedichiamo interamente alla visita dei monasteri, alla fine ne visiteremo 4, i più importanti.
La zona è totalmente turistica, bus di pellegrini affollano i parcheggi vicino ai monasteri ma non c’è caos, anche la fila è veloce e non troppo lunga nonostante la temperatura proibitiva, fortunatamente nell’ultimo secolo sono state costruite delle scale in roccia per accedere ai monasteri, anche se avrei provato volentieri la carrucola…
Dai monasteri la vista è incredibile, mi ha fatto un pò pensare all’immagine che avevo del Monte Olimpo quando ero bambino, sospeso in aria a strapiombo sul mondo, un luogo di meditazione unico. Da non perdere il monastero Grande Meteora e quello di Agios Nikolaos.
Perciò tappa assolutamente consigliabile, probabilmente basta un giorno ma suggerisco di pernottare in zona per assaporare bene lo spirito del luogo e per assaggiare la cucina tipica nei caratteristici ristorantini di Kastraki.
Dopo un giorno di riposo possiamo permetterci di affrontare i 325 km che ci separano da Patrasso con le giuste energie. Raggiungiamo Tricca attraverso una strada a scorrimento veloce, superata la cittadina, prendiamo la direzione delle montagne, puntiamo infatti il parco nazionale di Tzoumerka con la statale n. 30 fino ad Ambracia, la strada si presenta piacevole alla base della montagna, per poi rovinarsi un po’ nella parte centrale dove qualche frana ha reso poco guidabile il percorso, c’è da dire che questa zona è tutt’altro che turistica tant’è che quando ci fermiamo in un bar di montagna per riposarci un pò mi si avvicina un poliziotto chiedendomi in inglese “who are you?” ed io “two bikers”, dovevo aggiungere altro?
La seconda parte della strada invece si presenta molto bella, tecnica e veloce e riusciamo a farci passare qualche prurito al polso destro…ormai siamo talmente abituati a guidare con moto cariche come muli che ci lasciamo andare a qualche virtuosismo di troppo!
Nel primo pomeriggio raggiungiamo Amfilochia dove decidiamo di fermarci per regalarci un bel tuffo in mare ed un paio d’ore di relax meritatissime!
Da Amfilochia a Patrasso la strada è scorrevole e veloce, ideale dopo una giornata così impegnativa. Patrasso non ci ha colpiti particolarmente, carine le viuzze del centro storico ma niente di speciale. La struttura che ci ha ospitato è l’hotel Patra Palace, 29 € a persona colazione inclusa.
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