Tra i cammini della fede in Europa, due sono quelli che hanno maggiore importanza: il Cammino di Santiago e la Via Francigena. Quest’ultima, che parte dal Regno Unito e arriva a Roma, ha costituito per anni uno dei fondamenti dei pellegrinaggi cristiani in Europa.
È una strada molto lunga, che i più avventurosi decidono di percorrere a piedi a ritmi di 20-30 chilometri al giorno. Eppure, l’idea di affrontare la Via Francigena in moto non è poi così bislacca. Con tempi ridotti, ma avendo sempre in mente lo spirito fondante dell’avventura, si possono scoprire alcuni dei luoghi più belli del Vecchio Continente.
Insieme al percorso della Francigena del Sud, che unisce Santa Maria di Leuca alla capitale, abbiamo deciso di raccogliere qualche spunto per chi vuole affrontare il tratto italiano di questo pellegrinaggio, che va dal Gran San Bernardo fino all’Urbe.
Pronti a partire?
Un percorso non necessariamente “motociclistico” in senso stretto, quello della Via Francigena in moto. 965 chilometri che dal Colle del Gran San Bernardo giungono fino a Roma.
L’itinerario in realtà è molto più complesso di quanto la mappa racconti, e include almeno 44 tappe intermedie, così suddivise:
Parliamo in totale di 1000 chilometri, nel tratto Gran San Bernardo – Roma, divise in 45 tappe pedonali. In moto ovviamente la Via Francigena può essere affrontata diversamente, ma senza rinunciare ad alcuni punti fondamentali, che andiamo a vedere di seguito.
Dopo aver superato il Gran San Bernardo, la Via Francigena prosegue verso Aosta, o Augusta Prætoria Salassorum. La splendida città fondata dai Romani è il fulcro della più piccola regione italiana, dove a dominare sono i gioielli naturali, ma non solo.
Uno dei suoi percorsi più belli, la Strada dei Salassi, ci porta tra castelli e vallate alpine. Il percorso della Dora Baltea, invece, è dedicato agli amanti del verde e della buona cucina.
Le due più grandi regioni del Nord Italia sono unite dal percorso della Via Francigena, ma senza passare per i capoluoghi. L’itinerario originale attraversa infatti, tra le altre, Ivrea e Pavia.
La prima è celebre per Olivetti, uno dei marchi che più ha segnato il boom economico italiano del secondo dopoguerra. Spostandoci in Lombardia, l’Oltrepò Pavese è invece territorio di grande respiro naturale, dove si producono alcuni dei vini più buoni del mercato italiano.
Tra Emilia-Romagna e Toscana, la Via Francigena si inerpica sulle vette degli Appennini, nel percorso di avvicinamento a Roma. Tratto fondamentale è quello del Passo della Cisa.
A 1041 m s.l.m. la Cisa ha rappresentato un passaggio fondamentale tra Nord e Centro Italia sin dall’epoca romana. Il valico, nonostante l’altezza, è ben esposto e risente meno delle rigidità dell’inverno.
Sul valico è possibile sostare nella Chiesa di Nostra Signora della Guardia di Berceto, costruito a inizio Novecento e dallo splendido stile neogotico.
È la Toscana la regione più importante per la Via Francigena, con i suoi ben quattordici punti intermedi. Tappe ricchissime di storia, che dalla Lunigiana ci portano fino alle splendide terre senesi.
Fino a Pietrasanta, il percorso romeo si alterna tra Appennini e vallate rigogliose, toccando le città di Pontremoli, Aulla e Avenza. Dal punto di vista turistico non può mancare la sosta a Lucca, la città fortificata con la squisita Torre Guinigi, prima di arrivare nella provincia di Siena.
Qui la regione si mostra in tutta la sua meraviglia, offrendoci in successione progressiva San Gimignano (la “Manhattan del Medioevo”), Siena e San Quirico d’Orcia.
Val d’Orcia e Val d’Elsa insieme: due delle mete turistiche più rappresentative dell’Italia nel mondo, unite dal cammino religioso più importante d’Europa.
Il tratto laziale della Via Francigena inizia ad Acquapendente, fondata dagli Etruschi e ricostruita poi intorno al XII secolo. La “porta del Lazio” non è molto distante dal borghetto di Civita di Bagnoregio, tappa irrinunciabile della parte settentrionale della regione.
Dopo aver toccato il Lago di Bolsena, con l’omonima località e la vicina Montefiascone, il cammino di fede raggiunge Viterbo. La Città dei Papi, dove i pontefici romani risiedettero per larga parte del XIII secolo, è ricchissima di storia. A settembre, il trasporto della Macchina di Santa Rosa, patrona della città, richiama migliaia di fedeli e turisti.
Vico e Bracciano sono gli altri due laghi che sfioriamo avvicinandoci a Roma. L’intero scopo del viaggio è proprio quello di giungere sulla Tomba di San Pietro, ospitata nella Basilica vaticana.
Tutte le strade portano a Roma. Quante volte avete sentito dire questa frase? Non è certamente un’invenzione moderna. Sono almeno duemila anni, infatti, che la Capitale d’Italia è il “centro” d’Europa. Con l’espansione dell’Impero, infatti, furono create centinaia di strade che dall’Urbe si diramavano verso Francia, Spagna, Austria, Regno Unito e tutti i territori che un tempo furono romani.
La Via Francigena, in particolare, è la più lunga delle vie Romee (ovvero le “vie di Roma”), e congiunge ancora oggi Canterbury a Roma, proseguendo poi verso Santa Maria di Leuca, il punto più meridionale del Salento. Perché proprio Canterbury? Da qui proveniva il vescovo Sigerico, che nel X secolo viaggiò dall’Inghilterra all’Italia per essere investito del suo ruolo da Papa Giovanni XV. Fu proprio lui a “disegnare” un percorso che, con alcune piccole variazioni, è ancora oggi simile a quello di mille anni fa.
Oggi il cammino della Via Francigena corrisponde in larga parte all’itinerario di Sigerico. Non si tratta di una strada vera e propria, quanto piuttosto di un insieme di percorsi uniti da questo legame storico e religioso. Nel X secolo, le zone che toccava erano tra le più sicure e sviluppate d’Europa, cosa che garantiva anche la sicurezza dei pellegrini. Questi partivano da Londra e, attraversata la Manica, giungevano in Francia. Da qui il viaggio proseguiva verso Reims e la Champagne, ma c’era anche una “variante tedesca”. Questa passava per la Valle del Reno, toccando via via Colonia, Strasburgo, Basilea e Vevey (non lontano da Ginevra).
In Italia la Via Francigena proseguiva valicando le Alpi, un passaggio chiaramente obbligato che aveva come riferimenti il Colle del Gran San Bernardo o il Colle del Moncenisio. Oltrepassata la Valle d’Aosta il cammino proseguiva verso la Pianura Padana, ma senza toccare Milano. Si passava infatti per Pavia, proseguendo poi verso l’Emilia e superando gli Appennini sul Passo della Cisa. Il cammino della Via Francigena verso Roma toccava poi trasversalmente tutta la Toscana, particolarmente la Lunigiana e la Val d’Elsa. L’avvicinamento a Roma era, e ancora oggi è, garantito dalla Tuscia e dalle antiche città etrusche.
Sono Alessio Gabrielli, ho 26 anni. Laureato magistrale presso l'Università La Sapienza di Roma in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Mi occupo dal 2022 di creare contenuti web per il sito TrueRiders portando avanti la mia passione per le moto e lo sport
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