Da mille anni gli Appennini custodiscono un luogo straordinario, situato nel comune di Serra di Sant’Abbondio, nel cuore di una regione – le Marche – che stupisce con la natura verdeggiante e la magia dei borghi medievali. Stiamo parlando del monastero di Fonte Avellana, un eremo che Dante Alighieri ha celebrato nella sua Divina Commedia. Lo stesso poeta fiorentino ha avuto occasione di soggiornarvi nel 1318; oltre settecento anni dopo andiamo a visitarlo anche noi!
È l’occasione giusta per un bell’itinerario ad anello sull’Appennino Marchigiano. Partenza da Frontone, a pochi minuti da Serra di Sant’Abbondio. Prendi la strada provinciale SP42 che passa per Acquaviva e arriva a Cagli. Imbocca la statale SS3 che ti porta dritto fino a Fossombrone. Continua sulla SP5 attraversando Ghilardino, Sant’Ippolito, Barchi, Fornace, e arrivare così a Mondavio. Prosegui su Contrada Sant’Isidoro e poi svolta a destra sulla SP424, fino a raggiungere Pergola. Continua sulla SP424 fino a fare ritorno a Frontone; da qui in pochi minuti sei a Serra di Sant’Abbondio.
Il Monastero di Fonte Avellana, a Serra di Sant’Abbondio.
Serra di Sant’Abbondio è in provincia di Pesaro e Urbino, nelle Marche, sul confine con l’Umbria. Il centro abitato conta meno di mille abitanti. È un borgo medievale situato a 523 m s.l.m., mentre il Monastero di Fonte Avellana è arroccato a un’altitudine di 683 metri.
Fondato intorno al X secolo, il monastero di Fonte Avellana è un esempio straordinario di architettura monastica medievale, incastonato tra le pendici del Monte Catria (montagna che raggiunge i 1.701 m s.l.m.). È celebre per essere stato citato da Dante Alighieri nella Divina Commedia, più precisamente nel Paradiso (Canto XXI)
«Tra ‘ due liti d’Italia surgon sassi,
e non molto distanti a la tua patria,
tanto che ‘ troni assai suonan più bassi,e fanno un gibbo che si chiama Catria,
di sotto al quale è consecrato un ermo,
che suole esser disposto a sola latria.»
Secondo la tradizione, in questo eremo hanno risieduto 76 tra santi e beati, e 54 vescovi. Possiamo entrare anche noi? Sì, per il pubblico sono disponibili visite guidate a 2€, che permettono di ammirare l’edificio dall’interno, così come aveva fatto lo stesso poeta fiorentino che – secondo le cronache degli Annali Camaldolesi – ha soggiornato qui nel 1318. All’atmosfera di pace, tranquillità e serenità dell’abbazia contribuisce anche lo scenario naturale immerso nel verde.
Il Monastero di Fonte Avellana visto dall’alto.
I dintorni di Serra di Sant’Abbondio offrono infinite possibilità di sentieri escursionistici, a partire ovviamente dal sentiero 73: questo è infatti l’itinerario che collega Serra Sant’Abbondio con Fonte Avellana. Dall’eremo parte il sentiero 77 (anche chiamato Sentiero dei Carbonai) che si dirige verso il massiccio del Monte Catria. L’autunno è la stagione ideale per le escursioni, per trovare i boschi che si tingono di sfumature dorate e rosse, regalando un foliage davvero unico.
Dopo una visita al monastero, non c’è niente di meglio che fermarsi in uno dei ristoranti locali per gustare i piatti tipici delle Marche. Dai salumi e formaggi artigianali ai primi piatti con funghi porcini, ogni assaggio è un tributo alla cucina tradizionale della regione. E il vino? Senz’altro il Verdicchio, vino bianco tipico delle Marche.
Fonte Avellana è sicuramente l’attrazione da visitare, per i viaggiatori che si trovano sui monti marchigiani. Ma le scoperte non finiscono qui: diversi altri luoghi dei dintorni non ti deluderanno. Appena finita la tua visita nella zona di Serra di Sant’Abbondio, esplora il borgo confinante, Frontone, con il suo castello e le nuove avventure escursionistiche ai piedi della Montagna di Dante.
Marchigiani nei dintorni di Serra di Sant’Abbondio.
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