A nord la Svizzera, a est il Lago di Como, e alle spalle – soprattutto – un passato di lotte per l’indipendenza. Siamo a San Fermo della Battaglia, che nel nome ricorda la Battaglia di San Fermo, ovvero lo scontro del 1859 in cui Giuseppe Garibaldi e i Cacciatori delle Alpi costrinsero alla ritirata l’esercito austriaco. Un evento che rappresenta un vanto per questa cittadina, riscontrabile anche nelle targhe e nell’arredo urbano. Tutto intorno, la Lombardia dei laghi, con il bellissimo Lario che quasi sfiora la località con il suo ramo occidentale e ci dà un motivo in più per scegliere questo borgo come mèta del prossimo viaggio!
L’itinerario rappresenta un’ideale congiunzione tra il Lago di Varese e il Lago di Como. La partenza è da Varese in direzione Malnate (SS342). Prendi Via I Maggio, attraversa il Parco Valle del Lanza e raggiungi Cagno. Prosegui sulla provinciale SP17, poi imbocca la SP20 verso la tua destra, e gira subito a sinistra in Via Per Gaggino fino a Boscone. Continua sulla SP17 fino ad arrivare a Cavallasca, ora parte del comune di San Fermo alla Battaglia, che incontri subito dopo.
Chiesa di San Gervasio e Protasio a San Fermo della Battaglia.
In realtà, fino al 1911 il comune si chiamava Vergosa. È diventato San Fermo della Battaglia in ricordo dello scontro durante la Seconda Guerra d’Indipendenza (1859), in cui le truppe di Giuseppe Garibaldi costrinsero alla ritirata la guarnigione dell’esercito austriaco asserragliata in difesa presso la chiesa di San Fermo. Questa chiesa, naturalmente, è la prima delle attrazioni da non perdere.
San Fermo è stato un filosofo miles Christi, cioè soldato di Cristo, martire della fede: la chiesa a lui dedicata fu costruita nel 1592 su un preesistente oratorio medievale dedicato a San Lorenzo. Fu il campanile del santuario a essere utilizzato come torre di appostamento da parte dei soldati austriaci, durante la battaglia di San Fermo.
Davanti al Santuario sorge un maestoso monumento in memoria della battaglia del 1859. È un obelisco di granito rosso, marmo e puddinga, che è la roccia delle colline locali. Su una faccia campeggia un medaglione di bronzo con l’effige di Garibaldi. Sul luogo in cui morì il capitano Carlo De Cristoforis (insieme ad altri 13 volontari) c’è un cippo di marmo di Carrara, su cui sono incisi i nomi dei tredici Cacciatori delle Alpi che caddero nello scontro.
Il Parco Spina Verde è un territorio faunistico facilmente raggiungibile e molto bello se ami camminare: puoi trovare 13 sentieri di trekking. Un percorso semplice e godibile è il Sentiero della Cavallasca (segnato con il numero 7), che unisce la bellezza naturalistica all’importanza storica. Qui si trovano infatti le trincee della Linea Cadorna – che per esteso era il “sistema difensivo italiano alla Frontiera Nord verso la Svizzera” – un insieme di fortificazioni che per fortuna non fu mai necessario usare. Lo stesso sentiero numero 7 permette di arrivare al Pin Umbrela, punto panoramico dal nome che deriva dal vecchio pino che in passato permetteva di rilassarsi alla sua ombra. Un pino che non c’è più, ma molti altri alberi con le loro fronde fanno le sue veci, e rendono questo belvedere un incantevole luogo affacciato sul lago.
Belvedere sul Lago di Como.
Scrivo di viaggi e musica - che a volte sono la stessa cosa.
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