Era il luglio 1978 quando Freddie Mercury arrivò per la prima volta in quella che sarebbe divenuta la sua “ultima città”. Una visita per motivi di lavoro, di canto verrebbe da dire, perché qui i Queen registrarono l’album Jazz, ma non solo. Montreux sarebbe divenuto anche un investimento economico fenomenale, grazie all’acquisto dei Mountain Studios, e per il frontman della band questo bellissimo centro sulle sponde orientali del lago di Ginevra avrebbe accompagnato gli ultimi, tragici anni della sua vita nella lotta purtroppo persa contro l’AIDS. In un luogo dove la magnificenza della natura la fa da padrone, raccontare la storia di una delle più grandi compagini musicali della storia assume così i contorni di un “racconto di vita” e vite, quella di Brian May, Roger Taylor e John Deacon, che avrebbero continuato a frequentare questo luogo anche dopo il 1991, consegnando il ricordo di Freddie Mercury all’immortalità.
Raggiungere Montreaux dall’Italia è piuttosto semplice, e non richiede particolari fatiche motoristiche, benché ci si paleserà davanti (nei periodi estivi, s’intende) anche la salite del Colle del Gran San Bernardo. Iniziamo però partendo da Aosta, uscendo dalla città e immettendoci sulla SS27. Il percorso tocca località magnifiche, come Étroubles e Saint-Rhémy, prima di immetterci nei 5798 metri del Traforo del Gran San Bernardo, che tra ottobre e maggio rende possibile congiungere Valle d’Aosta e Canton Vallese, in Svizzera. Oltrepassato il confine incontriamo Bourg San Pierre, Liddes, Orsières e Sembrancher prima di raggiungere, in 75 chilometri, la località di Martigny. Da qui, Montreux dista appena 42 chilometri: possiamo percorrere la rapida Strada 9, benedetta da panorami davvero niente male, oppure seguire la più lenta Strada 21 che passa per Saint-Maurice, Vionnaz e Vouvry. Dopo aver superato il Castello di Chillon, in ogni caso, al termine di queste 2 ore di viaggio (al netto delle soste) saremo giunti al termine.
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Il fascino del lago Lemano, che tutti conosciamo dal nome della sua città più grande (Ginevra), sta negli incredibili paesaggi che si alternano tra Svizzera e Francia. Se quest’ultima si fa grande con Èvian-les-Bains, la celebre località termale da cui arriva l’acqua bevuta dalle star di tutto il mondo, la Confederazione Elvetica risponde con una pletora di luoghi da cartolina: Gèneve appunto, con il suo Jet d’eau, ma anche Losanna, Morges, Nyon (celebre per ospitare la sede della UEFA, organismo calcistico europeo) e, last but not least, Montreux.
Per Freddie Mercury, la scoperta di questa città fu uno dei sollievi nell’ultimo periodo della sua vita, un luogo della pace dell’anima, come lo raccontò a Montserrat Caballé, la più celebre soprano catalana che con il cantante si esibì nel pezzo Barcelona, divenuto inno dei Giochi olimpici di Barcellona 1992. Nonostante l’acquisto di un appartamento in terra svizzera anticipò la morte solo di qualche mese, il cantante considerò questa come la sua seconda casa, tant’è che i Queen vi registrarono tutti gli album dal 1978 al 1991, ma anche il Made in Heaven, pubblicato nel 1995 a quattro anni dalla morte del cantante britannico.
Ma è 6 anni dopo, nel 2001, che Montreux inizia a ospitare i Freddie Celebration Days, evento musicale e culturale nel quale viene ripercorsa la carriera di Mercury, si possono visitare i suoi luoghi e conoscere Peter Freestone, che del cantante fu assistente personale. Per i fan dei Queen, il luogo imperdibile della città è però Place du Marché, dove è ospitata la statua bronzea del cantante, alta 3 metri, realizzata dalla scultrice Irena Sedlecká nel 1996.
Chillon Castle on Lake Geneva, Switzerland at dusk.
Parte integrante della Riviera svizzera, la città di Montreaux è un vero e proprio luogo della musica. Sul suo lungolago infatti, oltre alla già citata statua di Freddie Mercury, trovano spazio anche delle opere che ricordano Miles Davis, straordinario protagonista del jazz e la canzone Smoke on the water dei Deep Purple. Quest’ultima è collocata presso il Mercato coperto, struttura lignea di fine Ottocento e tra i luoghi di ritrovo della cittadina.
Poco fuori Montreaux, più precisamente a Veytaux, c’è il castello di Chillon. Capolavoro romanico-gotico del X secolo (anche se forse una precedente fortezza risale addirittura all’epoca romana), si eleva fino a 25 metri dal livello del lago, e per lungo tempo fu controllato dai Savoia, che ne valorizzarono la strategica presenza sul percorso della Via Francigena.
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