Sul tetto della Sicilia c'è il più inespugnabile dei castelli, e dopo 1000 anni molti dei suoi misteri non sono ancora stati svelati

Sul tetto della Sicilia c’è il più inespugnabile dei castelli, e dopo 1000 anni molti dei suoi misteri non sono ancora stati svelati

Stefano Maria Meconi  | 27 Giu 2024  | Tempo di lettura: 3 minuti

Passò di mano dai Longobardi ai Normanni, fu governato dalle famiglie più importanti della Sicilia e solo 50 anni fa divenne una proprietà pubblica. Eppure, è uno dei monumenti più incredibili dell’isola mediterranea, un gioiello inespugnabile che risponde al nome di Castello di Sperlinga, la cui fortuna è stata la capacità di adattarsi, celarsi e come un camaleonte, adeguarsi al terreno dal quale emerge (ma solo a tratti). Un luogo decisamente insolito, lontano dalle spiagge cristalline e brulicanti di turisti, dove scoprire il lato più autentico, selvaggio di una regione che è crogiolo di culture da tempo immemore.

Castello di Sperlinga in moto. L’itinerario

Mappa

Percorso

Partendo dal centro di Cefalù, dirigiti verso sud-est prendendo la SP136 in direzione di Isnello fino a raggiungere Castelbuono. Dopo una sosta per esplorare il Castello dei Ventimiglia, prosegui il tuo viaggio verso est lungo la SP54 per circa 22 km fino a Geraci Siculo, un pittoresco borgo situato su un crinale montuoso. Da Geraci, continua sulla SP54 e poi sulla SP119, guidando verso est per circa 24 km fino a Gangi, riconosciuto come uno dei borghi più belli d’Italia. Dopo la visita a Gangi, prendi la SP10 verso sud e svoltare a sinistra sulla SP51 che ti porterà a Sperlinga, dove potrai visitare l’incantevole Castello incastonato nella roccia. Lasciando Sperlinga, dirigiti verso sud sulla SP51 fino a incontrare la SS120, poi svoltare a sinistra e seguire questa strada per circa 12 km fino a Nicosia. Qui, il tuo viaggio si conclude con la possibilità di scoprire le storiche chiese e i palazzi della città.

Rilevante, impervio, misterioso: ecco il castello più particolare della Sicilia


Uno degli scorci che mostra la particolarità del castello di Sperlinga

Nei suoi millenni di civilizzazione, la Sicilia ha visto succedersi culture diversissime tra loro, ma ognuna di esse ha lasciato una traccia indelebile nella storia e nel paesaggio della Trinacria. Quando parliamo del castello di Sperlinga, però, tutto questo assume una rilevanza ancora più importante, perché questa fortificazione ha attraversato numerose fasi della storia siciliana. E lo ha fatto portando con sé una unicità architettonica, poiché questo castello è parzialmente scavato nella roccia e parzialmente costruito con blocchi di pietra. Una particolarità che non solo aderisce alle tecniche costruttive del tempo, ma ancora oggi si adatta perfettamente all’ambiente naturale circostante.

La posizione così impervia, e allo stesso tempo una struttura pressoché inespugnabile, furono gli elementi che resero Sperlinga l’unico luogo a resistere ai Vespri Siciliani del 1282, quando gli isolani si ribellarono agli Angioini. Tutti, tranne qui aderirono alla sollevazione, tant’è che rimase celebre la frase Quod Siculis placuit sola Sperlinga negavit. Divenuto proprietà pubblica negli anni ’70 del Novecento, oggi questo castello – che nel frattempo ha mantenuto pressoché inalterata la struttura originaria – è divenuto una delle più importanti attrazioni della Sicilia, dalla quale godere di un panorama mozzafiato. Esattamente come fecero i visitatori più illustri di questo luogo, a partire dal geografo arabo Muhammad al-Idrisi, passando per il fotografo Robert Capa fino ad arrivare all’editore Enzo Sellerio.


Visto da fuori, Sperlinga stupisce come borgo dalla profonda linearità

Bello è anche il percorso per arrivare al castello, ovvero passando per i vicoli e le stradine di Sperlinga, città dalla pianta architettonica profondamente razionale, ispirata all’assetto degli accampamenti romani. Da qui, tuttavia, si discosta il Borgo Rupestre, un antico complesso di abitazioni e spazi sociali scavato nella roccia, che pare voler ricordare la necropoli di Pantalica, anch’essa meraviglia siciliana.

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015



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