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Arroccata tra le colline del Sannio Benevento è una città avvolta da storia e leggenda, o meglio, reintepretazioni. Conosciuta come la “Città delle Streghe” richiama miti, misteri, e una sconfitta colossale contro i Romani finché non è diventata un crocevia cruciale dell’Italia antica. Conosci Benventum, TrueRider? Forse potrebbe interessarti Maleventum.
Parti da Benevento, la città delle streghe, imboccando Viale dei Rettori. Prosegui su Via del Pomerio e continua lungo Via Torre della Catena fino a raggiungere Via Napoli, poi da qui segui la SS7 in direzione di Montesarchio.
A Montesarchio rimettiti verso sudovest su Via Napoli. Esci dalla rotonda prendendo Via Giovanni Amendola/SS7, poi svolta su Via San Martino/SP2. Dovrai farti qualche rotatoria ma sempre per la SP275 finché non arrivi su Via Giacomo Matteotti/SS374.
Lasciando Montesarchio raggiungi San Martino Valle Caudina facendoti la SS374 e poi l’Asse Attrezzato Valle Caudina verso Roccabascerana. Segui la SP2, imbocca la strada vicinale dei Mignolli, quindi continua su SP2 fino a Altavilla Irpina. Poi percorri la SP185 e la SP221, passando per Contrada Santorelli fino a Via Ad Atripalda. Continua su Via Ferrovia e poi su Via S. Nicola per arrivare ad Atripalda tramite Via Roma/SP24.
Ad Atripalda devi rimetterti sulla Via Appia/SP24, fatti le rotonde e prendi Via Fratelli Troncone. Svolta su Via Francesco Tedesco e poi su Via Circumvallazione che ti porta nel centro storico di Avellino.
Le strade principali di riferimento lungo il percorso sono la SS7, la SS374, la SP2, la SP185 e la SP24.
Per l’itinerario diretto (e dinamico) su Maps tocca qui.
Arco di Traiano, Benevento
Benevento come città racchiude millenni di tradizioni e di storia. È un po’ diversa dagli altri cereali nel panorama folkloristico italiano: secondo leggenda la fondazione viene con la figura mitologica di Diomede, eroe dell’Odissea, che al ritorno dalla guerra di Troia fonda diverse città.
Effettivamente era abitata dai Sanniti, ma diventa importante nel 321 a.C. quando sconfiggono i romani nella battaglia delle Forche Caudine, la più brutta umiliazione dei Romani. Guidati da Gaio Ponzio i Sanniti intrappolano i romani in una stretta gola montuosa vicino Caudium. Senza fuga né risorse i Romani si arrendono, e come segno di supremazia, i Sanniti li obbligano a passare disarmati sotto a un gioco fatto da tre lance, ridicolizzandoli e sottomettendoli. Un’onta per Roma che è rimasta per giusto un po’ di tempo: i Romani conquistano Maleventum (cattivo presagio) nel 275 a.C. che diventa Beneventum (evento felice) dopo la vittoria su Pirro.
Teatro romano di Benevento
E difatti nel periodo romano la città diventa un importante snodo viario, ed essendo attraversata d’altronde dalla Via Appia e dalla Via Traiana, non poteva essere altrimenti: l’Appia portava Roma a Brindisi, ergo all’Oriente. Si arricchisce di monumenti, e le prime cose da vedere a Benevento sono appunto l’Arco di Traiano, il Teatro Romano, l’Arco del Sacramento e il Ponte Leproso, coi resti del Tempio di Iside. La caduta dell’Impero Romano segnò un periodo di declino per Benevento, che conobbe però una nuova stagione di gloria con l’arrivo decisamente non dolcissimo dei Longobardi nel sesto secolo.
Diventa capitale di un forte ducato sotto Zottone I e poi principato con Arechi II. In questo periodo è quando viene edificata la Chiesa di Santa Sofia, oggi patrimonio dell’umanità Unesco, testimone di un’epoca di grande, grande prosperità artistica. Così come il monastero benedettino che diventa sede dell’attuale Museo del Sannio e la Chiesa di Sant’Ilario. Arechi II estende pure le mura creando la Civitas Nova, il quartiere Triggio.
Dopo i longobardi Benevento va sotto al papato rimanendo per secoli del Regno di Napoli. Rimase importante nonostante numerosi tanti terremoti e conflitti che ne segnano la popolazione, tenendo un po’ di autonomia fino all’Unità d’Italia.
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Fuori dalla storia documentata Benevento è famosa per le leggende che hanno sempre alimentato l’immaginario collettivo. La Città delle Streghe come appellativo è comune perché risale alle antiche tradizioni che riguardano le Janare, donne coi poteri magici. Tali streghe erano temute per saper portare maledizioni, e tali maledizioni portavano al soffocamento delle vittime nella notte, terrore del mondo contadino.
Per allontanare le Janare da casa dovevi mettere una scopa con le setole verso l’alto o un sacchetto di sale davanti alla porta d’ingresso: la Janara avrebbe perso a contare i granelli di sale o le setole della scopa fino all’arrivo dell’alba. Sono storie risalgono già dal 600 d.C. ma il mito delle Janare è andato velocemente per tutta la Campania, probabilmente pure nella sua ghost town con 1 abitante.
Secondo leggenda tali janare si riunivano sotto un grande noce lungo le rive del Sabato, il fiume dove facevano rituali notturni misteriosi, spesso identificati con i sabba. Credenze che in effetti vengono da due cose: ai tempi longobardi i soldati celebravano un dio sotto un noce sacro, strappando a morsi le carni di capra cruda appese ai rami mentre correvano. Questo strano rituale, in effetti solo un bacchetto totemico, più il vecchio culto di Iside, dea egizia e maga degli dèi, viene il tutto reinterpretato semplicemente come stregoneria.
Ovvio, no? Ah, il medioevo… e infatti il mito delle streghe vive ancora oggi nella cultura del loco, ispirando eventi, opere e la produzione dell’ottimo Liquore Strega con cui fanno un sacco di dolci (se non sai cosa portare a casa dal viaggio, i millemila dolcetti o cioccolatini col Liquore Strega sono maledettamente buoni). Ad ogni modo dentro a Palazzo Paolo V ci trovi Janua, il Museo delle Streghe, dove trovi tutto sulle Janare. Esperienza immersiva dal 2017: medicina popolare, pratiche magiche, santini, ex-voto, feticci antropomorfi, erbe medicinali… e un grande noce artificiale.
Chiesa di Santa Sofia, Benevento
Come anticipato le attrazioni principali da vedere a Benevento sono di natura varia. Anzitutto l’Arco di Traiano, fatto nel 114 d.C. a onore di Traiano per celebrare l’apertura della Via Traiana. Decorato con ottimi bassorilievi è un trionfo tutto romano e fa da simbolo importante.
Altra cosa da vedere è il Teatro Romano del II secolo d.C. che ospitava fino a 15.000 spettatori. Funziona ancora, accoglie spettacoli e rappresentazioni che portano indietro di duemila anni.
In mezzo alla city c’è la Chiesa di Santa Sofia, capolavoro architettonico longobardo, patrimonio UNESCO, fatta nel 760 d.C., con una pianta innovativa e i vari resti di affreschi medievali che adornano il suo interno. A pochi passi c’è il Museo del Sannio dentro all’antico monastero benedettino attiguo, grossa collezione di reperti archeologici e opere d’arte della ex regione sannitica.
Altra cosa da scoprire però è l’Hortus Conclusus, giardino-museo che mostra le opere del contemporaneo Mimmo Paladino, con tutto attorno le mura del convento di San Domenico, ispirate a quelle longobarde. Qui la cosa migliore è un Cavallo di bronzo che sta in cima alle mura, con una maschera d’oro stile Agamennone. Ci sono varie fontane, inclusa una che sembra un uomo da cui spuntano piccole teste.
Rocca dei Rettori e Monumento ai Caduti della Guerra, Benevento. DinoPh / Shutterstock.com
Da nominare e vedere c’è la Rocca dei Rettori, meglio conosciuta come Castello di Benevento. Fatta nel 1321 per volere di Papa Giovanni XXII viene edificato su un luogo che prima era:
ed è fatta da un grosso mastio poligonale dettagliatissimo e dal Palazzo dei Governatori Pontifici. Per secoli faceva da sede ai rappresentanti papali, oggi ha la Provincia di Benevento e un pezzo del Museo del Sannio. Ottima vista dal suo punto più alto.
In zona da vedere c’è il Duomo di Benevento dedito a Santa Maria de Episcopio, origini settimo secolo su un vecchio tempio romano. Facciata in marmo bianco, architettura pisana, con un bel campanile. Danneggiato come molti durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale è stato rifatto negli anni ’50 e ’60 con le sopravvivenze dei tempi, specie la cripta.
Ultima cosa più tranquilla da vedere a Benevento, invece, è la Villa Comunale di Benevento. Progettata tra il 1875 e il 1880 da Alfredo Dehnhardt, all’epoca direttore dell’Orto Botanico di Napoli, ottimo giardino all’inglese. Viali sinuosi, alberi secolari e un laghetto stupendo con tanto di cigni, fontane e aiuole con busti. Ristrutturata nel 2003, oasi verde di Benevento.
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